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La comunità internazionale non abbandona il Libano

Scritto da Marina Sereni.

Marina SereniIntervento di Marina Sereni

A un anno dalle esplosioni che hanno devastato il porto e la città di Beirut, il Libano appare sempre più un Paese allo stremo, segnato da una pesantissima crisi economico-finanziaria che ha portato al default, cui si aggiunge quella sanitaria per il Covid19, oltre al perdurante stallo politico e i danni, fisici e morali, provocati dai tragici eventi del 4 agosto 2020. Parliamo di un Paese fondamentale per la stabilità e la pace in Medio Oriente, che non può essere lasciato solo in questo momento così drammatico della sua storia.
Per questo la comunità internazionale è impegnata a sostenere il Libano.
Non è più rinviabile la formazione di un governo che, nel pieno dei suoi poteri, sia davvero in grado di fare fronte alla crisi economica con misure che garantiscano i servizi essenziali alla popolazione. Servono riforme che consentano la governabilità. C’è bisogno di uno sforzo della classe politica libanese che deve assumersi le proprie responsabilità e mettere da parte veti e interessi particolari inaccettabili in questa situazione, serve che i leader politici e religiosi delle diverse comunità dialoghino e collaborino mettendo in campo la propria autorevolezza, serve il coinvolgimento della società civile, a partire dai giovani e dalle donne. Serve poi un forte supporto internazionale, in particolare da parte dell’ONU e dell’Europa. A questo proposito, l’adozione da parte del Consiglio UE di sanzioni mirate contro coloro che in Libano sono causa dello stallo politico e del caos finanziario è un’opzione che vuole spingere le classi dirigenti libanesi a fare la propria parte. La conferenza internazionale di oggi, cui l’Italia insieme agli altri partner internazionali porterà il suo contributo, può rappresentare un momento per ribadire l’impegno della comunità internazionale a fianco del Libano e dei Libanesi.

Per seguire l'attività di Marina Sereni: sito web

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