Il riconoscimento del genocidio degli Armeni
Il riconoscimento del genocidio armeno da parte di Papa Bergoglio ha scosso il mondo dall'indifferenza e aperto una nuova strada della pace e della riconciliazione fra i popoli. Cio' che e' stato resta e non si può riscrivere: le parole hanno un peso grande, perché ridisegnano i contorni della memoria e impediscono che essa svanisca nella pura ricostruzione di avvenimenti. Oggi il destino dell'umanità è un destino comune: la pace e il dialogo devono prevalere sul passato. Per questo è importante che anche la Turchia non interrompa il filo di speranza che ci lega, perché la Turchia di oggi, così vicina all'Europa, non è responsabile del suo passato, ma è responsabile con tutti noi del futuro di convivenza e di pace. La lezione che ci viene dal secolo dei genocidi è definitiva. Vogliamo che ciò che è accaduto non accada mai più.
Per questo ci battiamo per l'affermazione della libertà dei popoli, della dignità, del rispetto, e per i diritti umani come diritti universali. E tanto più oggi, perché assistiamo al ritorno cruento dei fondamentalismi che distruggono simboli religiosi, beni culturali, vite, speranze. Il mondo delle differenze non deve diventare la scena di nuove oppressioni. Per questo celebreremo il centenario del genocidio armeno con lo spirito di solidarietà e vicinanza che e' proprio della Associazione interparlamentare Amici dell'Armenia, che ho l'onore di presiedere.
Per questo ci battiamo per l'affermazione della libertà dei popoli, della dignità, del rispetto, e per i diritti umani come diritti universali. E tanto più oggi, perché assistiamo al ritorno cruento dei fondamentalismi che distruggono simboli religiosi, beni culturali, vite, speranze. Il mondo delle differenze non deve diventare la scena di nuove oppressioni. Per questo celebreremo il centenario del genocidio armeno con lo spirito di solidarietà e vicinanza che e' proprio della Associazione interparlamentare Amici dell'Armenia, che ho l'onore di presiedere.
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