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Il PD lavora per approvare la legge Zan

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervista di Restart a Franco Mirabelli (video).

La legge Zan si occupa di diritti civili, che riguardano persone deboli e si occupa di proteggere persone che oggi non sono sufficientemente protette e sono spesso minacciate di violenza e discriminazioni sulla base del proprio essere e delle proprie scelte di vita. Se tutto questo venisse usato per fare tattiche e giochi politici sarebbe molto grave. Sicuramente non lo stiamo facendo noi: la legge Zan è stata approvata alla Camera dei Deputati e stiamo cercando di portarla avanti e approvarla anche al Senato perché il Paese ha bisogno di una legge che protegga omosessuali, transessuali, donne e disabili da violenze e discriminazioni.
Fino a poco tempo fa abbiamo incontrato un ostruzionismo incessante da parte della Lega e del Presidente della Commissione Giustizia e abbiamo deciso di forzare per arrivare in Aula subito e lì ognuno si prenderà la propria responsabilità. Spero che questo avvenga, sulla base di una valutazione che riguarda le persone e che riguarda la necessità di tutelare le persone e non sulla base di calcoli politici.

Martedì comincerà la discussione generale della legge Zan in Aula al Senato, dovranno essere fissati i termini per la presentazione degli emendamenti, quindi, dubito che si comincerà a votare la prossima settimana, se non per questioni procedurali.
La maggioranza che ha approvato il disegno di legge Zan alla Camera dei Deputati c’è anche al Senato; è più risicata ma c’è.
Noi, come molti altri gruppi politici, abbiamo chiesto di andare in Aula e che ciascuno si assuma la propria responsabilità: non chiederemo il voto segreto su nessun emendamento. Lo stesso hanno dichiarato la Lega, Italia Viva e M5S.
Ci confronteremo e verificheremo le diverse proposte e le diverse posizioni.
Bisogna uscire da una vicenda che oggi è tutta giocata sulla politica e le tattiche politiche: si arriva in Aula e ognuno deciderà che cosa votare.
Non sono sicuro che tutti coloro che sono parte dello schieramento che ha sostenuto la legge Zan alla Camera la voteranno anche al Senato ma non sono neanche sicuro che tutti coloro che stanno nelle forze politiche che non l’hanno approvata ora non votino per la legge: c’è libertà di coscienza, in quanto si tratta di diritti civili. Ognuno si assumerà la propria responsabilità.

Spero che tutti facciano la scelta del voto palese. Il voto segreto va richiesto e spero che nessuno lo chieda ma se verrà richiesto ne vedremo l’esito. Alla Camera mi pare che con il voto segreto siano aumentati i voti favorevoli alla legge Zan rispetto al voto palese.
Noi siamo fiduciosi e aperti ad una discussione libera.
Ad oggi nessuno ha proposto cambiamenti o modifiche della legge Zan che possano portare ad allargare la maggioranza o a non stravolgere il testo; sono stati fatti 7 mesi di ostruzionismo da parte della Lega che adesso si presenta come la forza che vuole ottenere la sintesi e approvare una legge contro l’omotransfobia mentre in questi mesi ha detto che il disegno di legge Zan non doveva vedere la luce e non avrebbe neanche dovuto essere discusso.

Bisognerà vedere nel merito quali emendamenti verranno presentati. Fatico a immaginare che una forza come la Lega, che anche ieri si è astenuta al Parlamento Europeo sulla censura ad Orban per la legge omofoba che ha fatto in Ungheria, possa votare il lodo Scalfarotto che, sostanzialmente, condanna le discriminazioni verso i transessuali e transgender, riconoscendo queste figure.
Fatico anche a immaginare Italia Viva che voti un emendamento che toglie, rispetto al testo attuale della legge Zan, i diritti ai transessuali e ai transgender, com’è la proposta che ha presentato il Presidente della Commissione Giustizia. Se si parla di piccole modifiche condivise, ancora nella sostanza non ho capito quali siano le cose su cui possono convergere le forze che hanno sostenuto la legge Zan e la Lega che ha combattuto questa legge.

Capisco che Renzi abbia bisogno di distinguersi in un momento di difficoltà politica e, come fa sempre, di accendere i riflettori su sé stesso. Sono comunque fiducioso sul fatto che, come hanno detto alcuni esponenti di Italia Viva in queste ore, alla fine, se non ci sarà una mediazione, Italia Viva manterrà l’impegno di votare la legge Zan che, oltretutto, non solo ha già votato alla Camera dei Deputati ma che ha anche contribuito a scrivere, soprattutto negli articoli più contestati, tra cui l’articolo 1 sull’identità di genere.
Sarei stupito se al Senato Italia Viva non votasse una legge che ha contribuito a scrivere, oltre che a far approvare nell’altro ramo del Parlamento.

L’identità di genere è una definizione che è stata usata diverse volte dalla nostra Consulta, è contenuta nei Trattati internazionali che l’Italia ha firmato e in gran parte delle legislazioni europee e consente di riconoscere le persone che sono in fase di transizione o che stanno in una condizione particolare rispetto alle proprie scelte sessuali.
Non vuol dire che ognuno si autodetermina e ogni giorno può scegliere il proprio genere ma vuol dire che ci sono persone che si sentono in un modo e vanno rispettate e difese.
C’è poi un ragionamento che viene costruito attorno al concetto di identità di genere che racconta che si vuole propagandare il cambio di sesso o si vogliono abituare i bambini all’idea che possano cambiare sesso o fare propaganda transgender ma nella legge non c’è nulla di tutto questo: si tratta solo di riconoscere delle persone vere che hanno fatto anche scelte sofferte e non possono essere banalizzate come ho sentito fare troppo spesso in questo periodo.

Basta leggere l’articolo 7 della legge Zan per capire che non si vogliono indottrinare i bambini sulla strada della transizione di genere.
L’articolo 4 è complicato. Una parte dice che, come prevede la Costituzione, ognuno può esprimere liberamente le proprie opinioni, anche la Chiesa Cattolica potrà continuare a sostenere le sue tesi: non fa incriminare le persone perché sono contro gli omosessuali.
Le proprie opinioni, dunque, si potranno continuare ad esprimere a meno che non ci sia in esse un invito preciso e concreto ad azioni violente o discriminatorie. Questa specifica è stata chiesta dal centrodestra.
Sono colpito dal fatto che si voglia togliere dalla legge la parte che dice che chi istiga concretamente ad atti violenti nei confronti di queste persone possa essere punito: questo non mi pare un reato di opinione ma un reato che produce azioni concrete che si traducono in danni alle persone per quello che sono.

Il Vaticano ha espresso un’opinione legittima.
In uno Stato laico credo che vadano ascoltate tutte le opinioni e prese tutte in considerazione.
L’opinione della Chiesa è importante per l’opinione pubblica.
Come ha giustamente risposto il Presidente del Consiglio, però, siamo in uno Stato laico e leggi si fanno guardando ai diritti dei cittadini e alle condizioni di questa epoca, tenendo conto dei problemi che ci sono.
Ho letto la nota del Vaticano, la trovo legittima anche se non capisco bene la definizione che viene data della legge Zan. È comunque giusto che ascoltiamo questa posizione, come è giusto ascoltare le parole di Civiltà Cattolica - che per un cattolico come me sono importanti - che dice che su queste questioni bisogna partire dalle persone, dalle tutele delle persone e delle loro condizioni.
C’è, quindi, un dibattito aperto che entra anche nel dibattito parlamentare ma non penso che questo metta in discussione la legge Zan perché non è vero che si creano reati di opinione e allo stesso modo non c’è alcun obbligo per le scuole cattoliche (ma neanche per quelle statali) di fare cose che non si ritengono giuste. La giornata sull’omotransfobia si propone, non solo nelle scuole, di fare iniziative di riflessione sulla necessità di salvaguardare il rispetto delle diversità.

Insisto sul fatto che la legge Zan è stata votata alla Camera dei Deputati, dopo un lungo lavoro e una lunga mediazione. C’era una maggioranza che ha votato quella legge e c’è anche al Senato.
Purtroppo la Commissione Giustizia del Senato è presieduta da un esponente della Lega che per 7 mesi ha fatto di tutto per impedire che la legge Zan potesse andare avanti. Noi, quindi, non crediamo alla volontà della Lega di sostenere un progetto di legge contro l’omotransfobia o presentare modifiche accettabili che possano non stravolgere il testo. Marcucci ha fatto una proposta che non capisco.
Marcucci dice che non bisogna trattare con la Lega ma, quindi, non capisco a cosa serve introdurre modifiche alla legge Zan, visto che tutte le forze che l’hanno votata alla Camera hanno già dichiarato che la voteranno anche al Senato.
Oltretutto anche le piccole modifiche andrebbero definite non in modo generico ma occorre dire cosa si vuole modificare.
Adesso andremo in Aula, ci sono gli emendamenti con cui si potranno proporre delle modifiche e li si valuteranno.
Le proposte di modifica che ho visto fino ad ora, in particolare quelle proposte dal Presidente della Commissione Giustizia, non sono accettabili perché intervengono togliendo tutele ad una parte dei soggetti che la legge Zan proteggeva, come i transessuali e i transgender. Questa è una trattativa che non possiamo permetterci: non si può fare la trattativa sulla pelle di alcune persone.

Sono convinto che la riforma costituzionale del 2016 che avrebbe portato al monocameralismo - poi bocciata al referendum - fosse giusta. È evidente che facciamo fatica, soprattutto in momenti come questi in cui la pandemia ci costringe a fare tanto e fare in fretta, spesso siamo costretti a fare il lavoro in un ramo del Parlamento e nell’altro ratificare soltanto ciò che è stato già fatto.
Questo, però, non è il caso della legge Zan.
Sulla legge Zan c’era e ci poteva essere anche il tempo per un’ulteriore discussione se non fosse stata tenuta per mesi nel cassetto del Presidente della Commissione Giustizia: se avesse proposto subito un percorso di condivisione, forse si sarebbero potuti anche verificare gli spazi per una modifica. Adesso, invece, le modifiche diventano solo il pretesto per continuare ad allungare il percorso della legge e affossarla. Non possiamo starci e non ce lo si può chiedere.
Il PD lavora per approvare la legge Zan: andiamo in Aula, dove mi risulta esserci una maggioranza, comprensiva di Italia Viva, che sostiene quel disegno di legge e vedremo. In ogni caso non saremo noi a proporre modifiche al testo e neanche a votarle.

Video dell’intervista» 

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