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Salute, lavoro, fiscalità

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli in tv a 7Gold.

Credo che oggi sia una giornata importante: si raggiunge il risultato di poter allentare le misure di prevenzione. Stare senza le mascherine all'aperto in estate è una cosa importante, è il risultato che abbiamo ottenuto insieme grazie alla prudenza con cui abbiamo combattuto il virus; non ci siamo fatti prendere dalla voglia di riaprire troppo presto, non ci siamo fatti prendere dalla voglia di abbandonare i dispositivi di protezione troppo presto, abbiamo fatto una cosa importante e adesso non bisogna vanificare tutto. Dobbiamo rispettare le regole che ancora ci sono, tenere le mascherine all'interno, il distanziamento, l'igiene. Ci sono le varianti che in una parte del mondo sono diventate molto pericolose e bisogna evitare che ci riportino indietro nella situazione precedente.
Questa può essere una giornata importante, soprattutto se è davvero la prima giornata di un periodo lungo di uscita definitiva dalla pandemia.

Ovviamente, la pandemia non è finita. Dobbiamo andare avanti come abbiamo fatto in questi mesi. Non saltare i passaggi, riaprire quello che ancora va riaperto, ovviamente con tutte le cautele che si possono tenere, vaccinarsi.
Credo, infatti, che l'altro tema importante sia quello delle vaccinazioni. Ci sono ancora troppi over 60 che non hanno fatto il vaccino.
Le vaccinazioni stanno andando bene ma credo che abbia ragione il Generale Figliuolo quando invita a completare il ciclo delle vaccinazioni prima di andare in vacanza e, comunque, ad avere grande attenzione perché, come dimostrano anche la Gran Bretagna o altri Paesi, ci vuole un attimo perché la pandemia riprenda. Credo che sarebbe imperdonabile fare questo errore e tornare indietro.

È evidente che adesso, uscendo dalla pandemia, rischiamo l'inflazione. Il primo rischio, infatti, è che aumenti l'inflazione, innanzitutto perché torna a crescere la domanda di beni e questo produce un aumento dei prezzi. Questi aumentano anche perché c'è un aumento dei costi delle materie prime.
Stiamo proponendo - e credo che il Governo accetterà - un intervento su questa questione perché, se pensiamo alle ristrutturazioni che sono già state programmate sulla base del superbonus del 110% o se pensiamo a molti appalti che sono stati già assegnati, è evidente che con l'aumento delle materie prime anche i prezzi di questi appalti o delle ristrutturazioni crescerebbero in maniera consistente e credo che serva un provvedimento legislativo per fare in modo che questi costi vengano detratti e ridotti e le aziende e le famiglie vengano aiutate.
È vero che c'è anche un tema che riguarda i salari e le pensioni ma non credo che riusciremo a risolvere tutto in poco tempo se non saremo bravi a far partire il PNRR e mettere a terra quei soldi.
Le risorse contenute nel PNRR aiuteranno sicuramente ad aumentare i salari.
Credo che in questa fase ci siano anche delle opportunità da cogliere e la prima è quella di fare una riforma fiscale.
Al di là degli aumenti nelle bollette che vediamo in questi giorni, l’idea è quella di riuscire ad abbassare le tasse in maniera progressiva, chiedendo a chi ha di più di contribuire di più a finanziare il bilancio dello Stato, come dice la nostra Costituzione e cioè fare in modo, come abbiamo fatto per il lavoro dipendente, che le tasse sui salari possano calare. Questo lo abbiamo fatto nella scorsa Legislatura, tagliando il cuneo fiscale e lo abbiamo fatto ancora all'inizio di questa Legislatura, riducendo le tasse sugli stipendi e sul lavoro. Su questa strada bisogna proseguire e questo è il modo principale per aumentare il potere di acquisto dei salari.

Il tema del fisco progressivo, cioè che chi ha di più deve pagare di più e chi ha di meno deve pagare meno non è una narrazione ma è un articolo della nostra Costituzione e credo che sia un fatto di giustizia.
Sono d’accordo sul fatto che vadano diminuite le tasse ma, al di là di tante chiacchiere, sono state diminuite le tasse sul lavoro dipendente grazie all’iniziativa del PD e anche il canone Rai è stato ridotto, seguendo il principio che, facendo pagare tutti, si poteva ridurre il costo.
C’è anche un altro tema che riguarda la riforma fiscale. Oltre alla progressività, come dice l’Europa, infatti, ci vuole anche la lotta all’evasione fiscale perché se pagassimo tutti, francamente, potremmo anche pagare tutti di meno.
La Lega fa una ricostruzione un po’ fantasiosa rispetto a cosa sono stati questi anni.
Penso che adesso il tema sia quello di lavorare tutti insieme.
Il PD non è famoso per parlare di riduzione delle tasse ma lo facciamo e lo facciamo su chi ne ha più bisogno, come i lavoratori dipendenti, che le tasse le pagano per forza.
Facciamo anche la lotta all’evasione fiscale e non diciamo agli italiani che le tasse si possono anche non pagare in questo momento così difficile.
Abbiamo problemi evidenti nel bilancio dello Stato, i servizi non sono gratuiti ma si tratta di fare un fisco più equo e i paletti sono questi: proporzionalità, come dice la Costituzione, e lotta all’evasione fiscale.

Non è vero che il reddito di cittadinanza viene dato senza alcun controllo tanto è vero che giornalmente apprendiamo dalla Guardia di Finanza che si scoprono molti furbi. Questo è sicuramente grave, però, dimostra che è in campo un’attività di indagine che sta producendo risultati.
Il PD non ha votato il reddito di cittadinanza, però, pensiamo che un reddito per le persone che non ce la fanno, soprattutto in questa fase, sia utile e indispensabile, si chiami reddito di cittadinanza o di emergenza. Quello che manca e su cui dobbiamo intervenire con forza è il tema del collegamento tra il reddito di cittadinanza (che non può essere una cosa permanente) e il dovere per chi lo percepisce di trovare un lavoro e, quindi, di essere avviato al lavoro. Questo pezzo di quella legge non funziona e su questo va fatta sicuramente una riforma significativa.
Detto questo, sono convinto che ci sia anche un altro tema che riguarda la difficoltà in cui si stanno trovando lavoratori stagionali ma anche lavoratori che hanno qualifiche che consentono di rispondere alle esigenze che hanno tante piccole imprese che hanno bisogno di operai specializzati.
Qui c’è un grande tema che riguarda la riforma della formazione, in cui gli istituiti tecnici devono essere orientati al mondo del lavoro e a formare persone che servono e sono utili al mondo del lavoro.
Un altro tema è quello salariale perché è evidente che se oggi ciò che viene offerto ad un giovane è uno stipendio pari a quello che verrebbe dato come reddito di cittadinanza per molte ore di lavoro e senza un giorno di riposo, diventa più complicato far lavorare le persone.
C’è un problema salariale e c’è anche un problema di evitare il nero: bisogna evitare che chi percepisce un reddito di cittadinanza non vada a lavorare regolarmente per non perdere quel reddito. C’era l’ipotesi di poter mettere insieme il reddito di cittadinanza con un reddito da lavoro ovviamente stagionale, questo è un pezzo di ragionamento che va fatto.

Abbiamo dequalificato gli istituti professionali sbagliando perché questo porta ad una mancanza di personale specializzato che serve alle nostre aziende manifatturiere. Siamo il secondo Paese in Europa per la manifattura, quindi, questo è sicuramente un problema grande.
Il tema è che i livelli di reddito e le condizioni di lavoro sono spesso inaccettabili: salari bassi, senza garanzie, precarietà.
Molti ragionamenti sono stati avviati ma non vengono portati avanti in una fase di emergenza.
C’è anche un problema di lavoro nero che viene privilegiato perché consente di non perdere il reddito di cittadinanza e andrebbe fatto emergere.
Il vero problema che abbiamo adesso, però, è legato alla fine del blocco dei licenziamenti.
Cosa accadrà il 31 luglio è l’oggetto della discussione di questi giorni.
Penso che la posizione giusta sia non sbloccare i licenziamenti per tutte le attività, al fine di continuare a garantire forme di sostegno per i lavoratori delle attività che si trovano ancora in difficoltà e faticano a riprendersi, mantenendo il blocco dei licenziamenti per evitare che in alcuni settori ci si trovi di fronte ad una vera e propria bomba sociale.
Se ne sta discutendo in questi giorni.
Ci sono settori produttivi che si stanno riprendendo bene e lì non ha senso mantenere il blocco dei licenziamenti mentre in altri settori che fanno più fatica a ripartire bisogna trovare il modo di evitare che ci siano migliaia di lavoratori che perdano il lavoro.

Continuo a pensare che il salario minimo, cioè garantire che a seconda delle funzioni non si possa prendere un salario inferiore ad una certa cifra, sia un fatto di giustizia. So che su questo il sindacato ha dubbi e preferisce la contrattazione.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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