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La necessità di fare controlli e accertare le responsabilità

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli in tv a 7Gold.

È difficile commentare tragedie come quella della caduta della cabina della funivia.
Colpisce il fatto che il primo week end in cui il Paese e tante famiglie possono riprendersi uno spazio di relax, di gioia, di condivisione sia stato funestato da una vicenda drammatica come questa.
Il commento può essere solo il cordoglio, la tristezza e poi per il resto credo che dovremo attendere l'esito delle inchieste, che si devono fare rapidamente perché credo che qualcosa non abbia funzionato. Non è normale che il cavo portante della funivia su stacchi. Evidentemente qualcosa non ha funzionato. Bisogna sapere cos'è che non ha funzionato e che si verifichi anche quali sono le responsabilità.
Questo è il momento del cordoglio.
Non so se dobbiamo auspicare rabbia in questo momento. Sicuramente dobbiamo auspicare che le inchieste chiariscano al più presto cos'è successo.

La cosa che salta all'occhio è che, dopo un periodo lunghissimo di restrizioni e combattimento contro il virus, quella di ieri era la prima domenica in cui si poteva pensare di rilassarsi, uscire di casa, passare del tempo nella natura, anche vista la bella giornata. Purtroppo, invece, questa domenica è stata funestata da questo gravissimo incidente.
La politica non ha molto da dire. Dobbiamo solo verificare che l'inchiesta si faccia in tempi brevissimi e che le responsabilità su questa tragedia vengano acclarate e punite.

Comprendo la rabbia e la sete di giustizia. Faccio più fatica a capire cosa c'entra in questo ragionamento il fatto che il telespettatore non veda politici onesti in giro.
Francamente non mi sento coinvolto in questa narrazione dei “politici tutti ladri” che ormai è un'argomentazione che si usa sempre e giustifica sempre tutto.
Forse, in questo Paese, dovremmo cominciare a pensare che quando succede qualcosa bisogna fare attenzione a quali sono le responsabilità e quali sono i responsabili anziché buttare tutto in vacca dando la colpa ai politici e generalizzare.
Non è neanche vero che nel Paese non si fa giustizia. Nel percorso di inchiesta sul ponte Morandi, ad esempio, ci sono decine di persone che sono state rinviate a giudizio e si è acclarato il fatto che c'erano delle regole che non sono state rispettate, delle ispezioni che non si sono fatte, dei verbali che si sono nascosti.
Non è vero, dunque, che nessuno paga mai in questo Paese in caso di tragedie come queste.
Non credo che facciamo un buon servizio neanche alle vittime raccontando questo. Dobbiamo trovare la verità: impegniamoci per questo, senza buttare tutto in vacca o dando la colpa al Paese che non funziona o in generale ai politici.
Ci sono responsabilità personali di chi non rispetta le regole. Ci saranno anche delle regole da cambiare ma intanto le regole vigenti vanno rispettate e, in un Paese serio e sano, se qualcuno non le ha rispettate va punito.

Personalmente credo che vadano sempre fatti i controlli e, chi ha la responsabilità dei controlli, deve garantire di farli bene. Se questo non succede, c’è una responsabilità che va perseguita.
L’idea per cui si continua a dire che è sempre colpa di tutti e le buche nelle strade diventano uguali alla funivia che cade ed è tutta colpa dei politici o degli stranieri, non aiuta.
Ci deve essere il principio di responsabilità, per cui chi sbaglia, paga, altrimenti non se ne esce.
Se è sempre colpa di tutti, è come dire che non è colpa di nessuno. Così non si fanno passi avanti rispetto alla sicurezza. Su questo, oltretutto, in questi anni c’è stato qualche passo avanti, anche in seguito alle tragedie avvenute.
Sono stati fatti investimenti importanti sulla sicurezza dei ponti, dei cavalcavia, sul dissesto idrogeologico.
La vicenda drammatica della funivia è legata ad un’infrastruttura che ha una gestione e chi la gestisce aveva dei compiti di controllo e di garanzia di sicurezza e vedremo cosa non ha funzionato, se sono stati i materiali utilizzati o dei mancati controlli.
Penso che questa sia la scelta giusta.
Generalizzare dicendo che la normalità è che cadono le funivie perché l’Italia è un Paese così, non aiuta a fare passi avanti rispetto alla verità.

Al di là del fatto che in questo Paese credo che molte cose debbano cambiare, non aiuterà l'idea che è sempre colpa di tutti e, quindi, di nessuno.
Penso che anche la vicenda del reddito di cittadinanza che si è scoperto esser stato dato a persone che non ne avevano diritto dimostra che i controlli ci sono, altrimenti non sarebbero stati scoperti quelli che lo percepiscono indebitamente, così come non sarebbero state scoperte altre vicende di abuso del reddito di cittadinanza in questi mesi che riguardano sia italiani che stranieri.
I controlli ci sono.
Se ci fossero le condizioni per fare i controlli preventivamente sarebbe meglio.
Bisogna anche pensare se si vogliono le cose fatte presto, senza aspettare i tempi che i controlli preventivi comportano, oppure se mettiamo in conto il fatto che ci vuole un tempo affinché i controlli possano verificare degli abusi e intervenire successivamente.
Questo è il problema.

Non mischierei la questione del reddito di cittadinanza con il Recovery Fund che, invece, serve a finanziare progetti e infrastrutture.
In questi mesi è stato dato un reddito di emergenza alle famiglie che sono rimaste senza reddito perché quello che avevano derivava dall’economia sommersa e, quindi, non avevano possibilità di accedere alla cassa integrazione o altri ammortizzatori sociali.
È stato giusto mettere anche queste famiglie nelle condizioni di avere la possibilità di un sostegno.
Se c’è chi se ne approfitta, ci vogliono i controlli e le punizioni ma credo che ci siano.
Tutte le notizie che arrivano sull’abuso dell’utilizzo del reddito di cittadinanza, infatti, derivano dal fatto che ci sono indagini che hanno trovano illeciti.
Continuo a pensare, quindi, che le responsabilità siano individuali e che prima il Paese esce dallo slogan secondo qui non funziona niente e non può funzionare niente, prima si riuscirà a individuare le cose che davvero non funzionano e a colpire le responsabilità del mancato funzionamento.

Dobbiamo certamente rallegrarci per la situazione sanitaria. Si è lavorato molto, i cittadini hanno lavorato molto, facendo anche rinunce, per arrivare a questo punto.
È chiaro, infatti, che siamo arrivati qui perché ci sono dei dati che ci consentono di riaprire.
Spero che quei dati non cambino e che, insieme alle vaccinazioni, ci consentano di andare avanti sul programma che il Governo ha messo in campo e che prevede che dal 1° giugno vengano riaperti anche i ristoranti al chiuso, le palestre, le piscine.
Ci sono una serie di riaperture che dovrebbero portarci a fare un’estate senza ulteriori restrizioni.
È chiaro che non bisogna esagerare: il virus circola ancora e quelle attenzioni e quelle precauzioni che restano ancora consigliate vanno applicate. Dobbiamo stare attenti proprio per non tornare indietro.
Do per scontato che la ripresa degli incontri e dello stare insieme, con il virus che circola ancora, comporterà un lieve aumento dei contagi, però con le vaccinazioni e con le temperature estive che ci rendono meno esposti ai malanni, auspico che si possa continuare sulla strada che ci porti a riaprire tutto per fine giugno.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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