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Vendita dell’Asl di corso Italia

Scritto da Sara Valmaggi.

Sara ValmaggiPer vendere la Asl di corso Italia a Milano si rischia di sprecare milioni di euro. Il 30 dicembre scorso è stato siglato l’atto di vendita (per un totale di 25 milioni di euro) della storica sede di corso Italia 19, edificio dichiarato nel 2013 di interesse culturale. Nel 2014, quando ne era già stata decisa la vendita, però l’edificio era stato almeno in parte ristrutturato. Ma non solo. La Asl, dopo la vendita, secondo quanto previsto da un progetto elaborato da Infrastrutture lombarde, rimarrebbe per tre anni nello stesso edificio, con contratto d’affitto, in attesa del trasferimento nella nuova sede. Per fare chiarezza sull’operazione ho presentato un’interrogazione alla quale ha risposto oggi, in Commissione sanità, l’assessore Mantovani.
Mantovani ha motivato la scelta di ristrutturare l’edificio (per una spesa di 150 mila euro) prima della vendita sostenendo che fino al settembre scorso non era ancora in vigore la legge che consente l’alienazione di immobili pubblici con procedure semplificate e quindi non era affatto certo che potesse essere conclusa. Una risposta per niente soddisfacente in quanto il piano elaborato da Infrastrutture lombarde, che già prevedeva la vendita dell’immobile, risale al 2013.
Mantovani ha poi motivato la scelta di stipulare un contratto d’affitto per tre anni in attesa della ristrutturazione della nuova sede dell’Asl. Noi sappiamo però che il costo del canone ammonterebbe a 5 milioni di euro per 3 anni. Una cifra che ci pare davvero esagerata.
Sulla nuova localizzazione l’assessore è sembrato sfuggente. Ci è parso però di comprendere che la nuova sede della Asl dovrebbe essere l’ex Paolo Pini. In ogni caso, qualunque sarà la scelta operata, dovrà essere concordata con il Comune di Milano. Ricordo, inoltre, che ad oggi parte degli edifici dell’Ex Paolo Pini è occupata da realtà legate alla tutela della salute mentale.

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