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Condividiamo le scelte della Ministra Cartabia su Giustizia e Carcere

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli in Commissione Giustizia durante le audizioni della Ministra Cartabia (video).

Abbiamo già avuto modo di condividere le scelte della Ministra Cartabia che sono contenute nel suo messaggio al Parlamento. Condividiamo l’agenda, l’elenco delle priorità ma anche il metodo con cui la Ministra intende affrontare molte questioni.
Penso che sia importante l’attenzione della Ministra a sottolineare sempre la centralità del Parlamento, a conciliare l’urgenza che abbiamo di affrontare alcune questioni con la volontà del Governo di non intervenire con decretazione d’urgenza.
Apprezziamo questo e questo segna un’assunzione piena di responsabilità da parte del Parlamento, perché il tema dell’urgenza è reale, in quanto riguarda la vita reale del Paese. Va benissimo che venga riconosciuta la centralità del Parlamento ma questo ci impone una responsabilità grande.
Apprezzo molto la coscienza positiva dei limiti (soprattutto temporali) che può avere questa fase. Dobbiamo, però, mettere in campo obiettivi che oggi sono più perseguibili perché, in un Governo di larghe intese come questo, la discussione sarà segnata da meno conflittualità politica, meno necessità di distinguersi, meno contrapposizioni ideologiche. Dobbiamo conciliare perché ci sono le condizioni per fare alcune cose ma per farle davvero e farle in fretta.
Si è parlato dell’impatto che ha avuto la pandemia sulla Giustizia. È evidente la pandemia che ha messo a dura prova e metterà a dura prova tutto il sistema della Giustizia, però, insisto sul fatto che alcune scelte che abbiamo fatto in emergenza vanno valutate per capire se hanno funzionato e se possono essere anche un’occasione per trasferire le norme a regime.
Sono d’accordo sulla proposta dei cambiamenti nel sistema penale, le pene alternative, la messa in prova, la giustizia riparativa; penso anche alla depenalizzazione di alcuni reati bagatellari.
Sulle questioni del carcere, concordo con le cose dette dalla Ministra, lo spirito con cui le dice e la necessità di rispettare la Costituzione, sapendo che bisogna recuperare la funzione educativa del carcere, che è anche la condizione per dare più sicurezza al Paese. Un carcere che riesce a rieducare e produce meno recidività di quella che viene prodotta oggi, rende più sicuri tutti. La qualità del carcere diventa, quindi, fondamentale.
In questo senso, voglio sottolineare la questione dell’edilizia carceraria: su questo dobbiamo fare un lavoro serio, orientato come ha detto la Ministra non a fare più celle ma per fare carceri migliori con più spazi per il trattamento, per la scuola, per il lavoro, per l’aggregazione.
Se decidiamo di puntare su questo, non bastano le strutture ma serve anche che chi fa vivere i trattamenti interni - i funzionari giuridico-pedagogici - vengano valorizzati nel loro ruolo educativo. Questo deve valere anche per chi fa i trattamenti esterni. Sono figure poco valorizzate.
Parliamo sempre di dare una mano alla polizia penitenziaria ma ci sono anche queste figure che vivono situazioni di precarietà e difficoltà e sono spesso sottostimati gli organici e anche il modo in cui si trovano a lavorare non è ottimale. Le figure di questi funzionari e assistenti sociali devono essere affrontate.
C’è poi un altro campo su cui ci dobbiamo misurare che è quello dei diritti dei cittadini. Alla Camera dei Deputati è stato già approvato il disegno di legge contro la transomofobia; penso che debba essere impegno anche del Governo quello di dare seguito anche al Senato a quel provvedimento.

Video dell'intervento»

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