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16 marzo 1978

Scritto da Alessandro Del Corno.

Alessandro Del CornoIntervento di Alessandro Del Corno.

Ricordo tutto di quel giovedì 16 marzo 1978.
Ricordo l’inizio di una bella giornata per un bambino di 9 anni che la sera prima aveva visto la sua squadra del cuore la Juventus, eliminare ai rigori gli olandesi dell’Ajax nei quarti di finale di Coppa dei campioni.
Ricordo una normale giornata di scuola.
Ricordo l’uscita da scuola con il vocio normale, eppure insolito delle mamme e dei papà (dei tanti papà stranamente presenti).
Ricordo in quel momento di aver appreso di un fatto che sembrava incredibile, cioè del sequestro di Aldo Moro e della strage della sua scorta.
Ricordo una volta tornato a casa del clima di angoscia e di paura che trasmettevano gli adulti, come mai era accaduto prima.
Ricordo le prime immagini dei telegiornali straordinari con lo scenario troppo terribile di via Fani con i corpi dei poveri uomini della scorta riversi senza vita nelle auto e sul selciato, coperti da lenzuola bianche che mani pietose avevano posto.
Ricordo sempre dai telegiornali la disperazione dei famigliari delle troppo giovani vittime.
Ricordo il Parlamento attonito votare una rapida fiducia al IV governo Andreotti, con il sostegno dopo 30 anni del Pci.
Ricordo gli immediati posti di blocco in tutta Roma e successivamente in tutto il Paese anche con l’impiego dell’esercito.
Ricordo la manifestazione generali dei sindacati, con le bandiere bianche e quelle rosse che si mescolavano tra loro e con l’accorato intervento del leader della Cgil Lama che per la prima volta in pubblico, parlava di lavoratori delle forze dell’ordine così duramente colpite in via Fani.
Ricordo alla sera mente stava per chiudersi la giornata più grave per la Repubblica, la diffusione ai tg di numerose foto di brigatisti con un numero telefonico che i cittadini potevano chiamare per contattare la polizia, qualora avessero informazioni in tal senso.
Ricordo infine l’appello drammatico del Presidente del Consiglio Andreotti alla Nazione nel quale esortava le famiglie di quei giovani che si erano macchiati di crimini così efferati, di spendere una parola al fine di farli desistere da tali “opere”, prima dell’irreparabile.
Ricordo come se fosse ieri quel 16 marzo 1978: un giorno di guerra in tampo di pace.
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