Stampa

Rispondiamo all'appello del Presidente della Repubblica

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli a 7Gold.

Ora rispondiamo a un appello del Presidente della Repubblica per un Governo di alto profilo, che affronti le emergenze che ha di fronte il Paese, che dia risposte concrete ai cittadini.
Il Presidente incaricato farà un altro giro di consultazioni e si andranno a verificare le distanze che ci sono sui contenuti. È evidente che noi sosterremo lo sforzo di Draghi.
Credo che Draghi non ci chiederà mai di sostenere proposte lontane dal nostro sentire, come sono alcune proposte su cui in questi anni ci siamo scontrati con la Lega.

Zingaretti ha ragione: se alla fine di questo giro scoprissimo che davvero la Lega ha cambiato radicalmente opinione sull’Europa, rientrando nel campo europeista, sarebbe positivo.
Finalmente si può anche certificare che abbiamo sempre collaborato con l’opposizione, a partire dalla Legge di Bilancio.
La Lega rivendica il successo di alcune loro proposte ma non si può fare questo e contemporaneamente spiegare che il Governo precedente sia stato sordo rispetto alle opposizioni. Così come è sbagliato spiegare che in questa fase non abbiamo guardato alle Partite IVA: oggi ci sono ammortizzatori sociali anche per lavoratori autonomi e Partite IVA, che in Italia non ci sono mai stati e lo ha fatto il nostro Governo.

Nessuno, né il Presidente della Repubblica, né il Presidente incaricato hanno mai parlato di un Governo a termine o di Governo che duri pochi mesi. Mi pare evidente che stiamo intraprendendo una strada che ci deve portare a realizzare una parte dei progetti del Recovery Plan.
Il Recovery Plan è in Parlamento e ne stiamo già discutendo. Il tema vero sarà la gestione e le riforme che consentiranno poi di mettere a terrà i soldi che riusciremo a ottenere con i progetti. Non sono scelte che si potranno fare in pochi giorni, così come non credo che l’emergenza sociale, sempre sottolineata dal Presidente della Repubblica, che probabilmente purtroppo si aggraverà ulteriormente quando scadrà il blocco dei licenziamenti, sia un’altra emergenza che possa essere affrontata in poco tempo.
È evidente che chi sceglie di sostenere questo Governo, e nessuno sarà indispensabile in questo Governo, sceglie di mettersi in campo in una partita che ha bisogno di soluzioni e che per ottenerle ci vuole tempo.

Credo che i cittadini auspichino che la politica si unisca.
Penso che di fronte alle emergenze che sta vivendo il Paese a causa della pandemia, i cittadini si aspettano una politica che si unisce per risolvere e affrontare i problemi.
Non so se ce la faremo, quale sarà il perimetro che disegnerà il nuovo Governo, però, spero che la scelta che mette la politica nella sua giusta dimensione - che non è quella di una battaglia quotidiana per portarsi a casa dei voti ma, soprattutto in una fase come questa, di affrontare e risolvere i problemi dei cittadini - non sia solo un auspicio.
Mi pare, però, complicato che qualunque partito - e il PD è tra questi - possa accettare di essere portato su posizioni diametralmente opposte a quelle che sostiene e per cui si è battuto.
Il lavoro di Draghi non è semplice.
Aspetterei domani a dare giudizi.
C'è già il totoministri ma secondo me è molto presto.
Tutti hanno dato la disponibilità ma ora bisogna capire sui temi se si può trovare un accordo.
Questo sarà un Governo del Presidente e che avrà un sostegno in Parlamento e contano i numeri e i rapporti di forza che ci sono in Parlamento.
La litania per cui la Lega sarebbe il primo partito del Paese va bene ma oggi conta il fatto che Draghi ha bisogno di costruire una maggioranza parlamentare ampia in cui nessuno abbia in mano una sorta di potere di determinare la vita o la morte del Governo, come purtroppo è accaduto al Governo precedente.

Colgo la buona volontà della Lega ma sostenere che in questi anni la Lega sia stata una forza europeista, che ha solo denunciato i vincoli europei, francamente è falso e il vissuto lo dimostra. Basta aver guardato qualche telegiornale degli ultimi anni per sapere che non è così. Basta ricordarsi che solo qualche settimana fa la Lega ha votato contro al Recovery Fund al Parlamento Europeo.
Sono molto contento se la Lega rientra nel campo europeista e sono contento se finalmente si chiude con una vicenda nazionale che ha visto il sovranismo raccogliere tanti consensi ma non dare risposte ai cittadini.

Credo che Draghi abbia sempre lavorato per il Paese, già da quando era al Tesoro (perché viene da lì); ha dedicato al Paese una parte della sua vita; sicuramente da Presidente della BCE ha dato una grande mano all'Italia per evitare che i debiti ci obbligassero a intervenire drasticamente, peggiorando ulteriormente la vita delle persone più deboli. Draghi oggi ha un mandato che è quello di affrontare la crisi sanitaria, quindi organizzare le vaccinazioni; affrontare la crisi economica e sociale.

Le questioni più spinose e complicate da affrontare sicuramente riguardano gli Interni e la Giustizia ma non credo che in queste ore Draghi stia facendo l’organigramma del nuovo Governo. Credo siamo ancora in una fase in cui c’è la necessità di chiudere la tornata delle consultazioni e capire su quali temi di merito e su quali proposte si costruirà il Governo. Sono davvero contento se l’evoluzione rapidissima della Lega sarà confermata ma le cose cambiano continuamente e poi ci si guarderà dentro.
Di fronte ai cambiamenti in atto si può anche cambiare posizione, ma è falso sostenere che la Lega in questi mesi abbia avuto una posizione diversa rispetto al chiedere il voto anche in piena emergenza, dal continuare ad agitare i problemi invece che di dare una mano a risolverli e soprattutto da una posizione nei confronti dell’Europa che non sia stata fino a pochi giorni fa una posizione euroscettica.
Avrei capito il votare contro i vincoli e la burocrazia dell’Europa ma la Lega ha votato contro il Recovery Fund al Parlamento Europeo, che noi abbiamo conquistato per il nostro Paese e che ci darà l’opportunità di utilizzare moltissimi soldi per rilanciare il Paese.
Sempre pochi giorni fa la Lega spiegava che quei soldi non si sa se ci saranno davvero.
Se tutto questo atteggiamento cambia, sono contento perché abbiamo bisogno di un Paese che in Europa sia credibile e affidabile - e sicuramente Draghi lo è da questo punto di vista - ma abbiamo bisogno anche di una politica che smetta di pensare alle elezioni successive ma si occupi di affrontare i problemi concreti dei cittadini.

Si è fatta la scelta di tenere aperte le scuole dell’infanzia, anche per aiutare le famiglie, poi le scuole medie in zona arancione. Adesso anche le scuole superiori sono in gran parte funzionanti anche in presenza e non più solo a distanza.
C’è però un impatto sui trasporti molto più significativo che deriva dall’apertura delle scuole.
Uno dei temi che questa emergenza ha messo in luce è che dobbiamo ragionare bene sul rapporto tra Stato e Regioni e lo dobbiamo fare anche sulla questione sanitaria perché abbiamo scontato nell’emergenza una difficoltà di rapporto tra le Regioni (che hanno potere esclusivo sulla Sanità) e lo Stato centrale (che ha la facoltà di intervenire nel momento in cui c’è un’emergenza).
Il rapporto è stato complicato.
Il regionalismo è una risorsa del Paese ma va corretto: va corretto il Titolo V della Costituzione, che aveva cambiato un Governo di centrosinistra.
Abolire le Regioni penso che sarebbe sbagliato: l’Italia è un Paese lungo e in cui ci sono molte realtà diverse ed è giusto che vengano rappresentate. L’unica cosa è che forse, prima o poi, oltre a discutere dei poteri dovremo anche cominciare a pensare che un sistema regionalistico con 20 Regioni e 2 Province Autonome è un sistema che non tiene: bisognerebbe ridurre il numero delle Regioni, questo renderebbe il sistema più semplice, meno costoso e meno burocratico ma non è un tema dell’oggi.

Non metterei in relazione i nostri problemi sanitari con gli sbarchi dei migranti. È sbagliato cercare sempre di prendersela con chi sta peggio di noi. Tra i migranti che sono sbarcati c'erano alcuni positivi, saranno messi in quarantena, come è sempre stato ma nessuno di questi andrà ad aumentare la pressione sugli ospedali.

I 209 miliardi del Recovery Fund per l'Italia ci sono. 80 miliardi sono a fondo perduto, gli altri sono prestiti a tassi molto convenienti e sarebbe folle non prenderli. Per avere quei 209 miliardi, il Paese saper mettere in campo dei progetti credibili, che verranno finanziati. Questo è il lavoro che siamo impegnati a fare. C'è già il piano che è in Parlamento e anche sul tema della Sanità sono state previste risorse in più per gli investimenti volti a risolvere le carenze. Sono risorse importanti, quindi, dobbiamo prenderle e sono una grande opportunità.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

Pin It