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Manovra di Bilancio: idee e proposte in sintonia con la svolta dell’Europa per lo sviluppo

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli all'incontro organizzato dal PD Est Ticino.

Finalmente si è trovato un accordo importante che oggi ci fa guardare con tranquillità alla possibilità di utilizzare le risorse del Recovery Fund per i prossimi anni.
Sono risorse che vanno impegnate entro il 2023 e spese entro il 2026.
Oggi abbiamo la certezza che quei soldi ci saranno. Si tratta di 209 miliardi complessivi, di cui 80 miliardi sono a fondo perduto e possono consentire al nostro Paese di fare investimenti significativi su terreni fondamentali per il futuro, come le infrastrutture, la green economy, la digitalizzazione, la sanità, la scuola e la ricerca.
Questi soldi oggi ci sono, come è chiarito dall’accordo che si è trovato in Europa.
L’accordo sembrava impossibile e invece lo si è ottenuto, grazie a David Sassoli, senza derogare rispetto al principio che per avere le risorse europee si devono rispettare i trattati.
Penso, quindi, che questa sia una cosa importante e positiva perché il Recovery Fund garantirà finanziamenti che determineranno il futuro del nostro Paese ed è un’occasione storica per innovare, modernizzare l’Italia, creare qualità e occupazione.
Quelle risorse sono accompagnate da altri finanziamenti europei di cui stiamo già beneficiando in questi mesi, come il SURE che, in parte, ci consente di finanziare la cassa integrazione e altri ammortizzatori sociali.
In questa fase, l’Europa ha anche tolto il patto di stabilità.
Il volto dell’Unione Europea che conosciamo oggi, in questa tragedia della pandemia, è molto diverso da quello dell’Europa burocratica e dei vincoli: finalmente è l’Europa che si mette in campo per aiutare i cittadini e le imprese in un momento di grande difficoltà.
Sicuramente c’è da affrontare il tema di come spendere le risorse del Recovery Fund: il nostro Parlamento è l’unico in Europa ad avere svolto una sessione interamente dedicata questo tema. Rispetto alle linee designate dall’Europa insieme al Governo, abbiamo discusso guardando alle riforme che dobbiamo fare per innovare il nostro Paese, perché ci sono spese da fare e anche riforme come quella fiscale o come quella della giustizia perché una giustizia così lenta a dare risposte alle imprese e ai cittadini, sia sul civile che sul penale, non aiuta lo sviluppo del Paese. Il Parlamento, quindi, ha discusso su tutte queste materie, oltre alle indicazioni rispetto alle scelte da fare sulla digitalizzazione e la green economy, le energie alternative, la sanità e sia la Camera che il Senato hanno prodotto dei testi che sono stati alla base del documento che il Governo ha portato in Europa.
Il tema che è emerso in questi giorni e che è stato eccessivamente drammatizzato, oltre ogni ragionevolezza, è quello della governance, cioè il come si governa l’utilizzo di tutti questi soldi per garantire che siano finalizzati agli obiettivi che il Governo vuole dare e che il Parlamento ha deciso e indicato.
C’è stato un inizio di discussione in Consiglio dei Ministri e su quella discussione ci sono state molte polemiche ma, siccome nessuno vuole espropriare il Parlamento o il Governo, penso che il Presidente del Consiglio incontrerà le forze di maggioranza e anche su questo si arriverà ad una sintesi, tenendo conto che in questi giorni la maggioranza sta sostenendo una prova molto significativa. Se questa maggioranza non avesse senso, in piena pandemia, non riuscirebbe a portare avanti da una parte una Legge di Bilancio di oltre 30 miliardi, che è in discussione alla Camera e, dall’altra parte, in Senato, a fare un lavoro su un’altra quantità elevatissima di investimenti, che sono contenuti nei quattro Decreti Ristori, che servono ad aiutare le persone, le famiglie e le imprese.
Con eccessive tensioni e divisioni, una maggioranza non riuscirebbe a portare a termine la sessione di Bilancio e il Decreto Ristori, come invece sono sicuro che riusciremo a fare da qui ai prossimi giorni.
Sul MES c’è stata una discussione utile in Parlamento, che ha chiarito che non stavamo parlando del finanziamento per la Sanità, che come PD continuiamo a sostenere che bisogna richiedere ma su cui in maggioranza non c’è ancora un accordo e dovremo continuare a discutere.
Sulla Sanità abbiamo investito molto nella Legge di Bilancio precedente; altri investimenti importanti ci saranno in questa Legge di Bilancio e con il Recovery Fund abbiamo previsto di stanziare altri 9 miliardi. Se non saranno sufficienti dovremo ricorrere alla linea di finanziamento del MES.
La recente discussione parlamentare era sulla proposta europea di riforma del MES, che è uno strumento di salvataggio degli Stati alimentato con risorse di tutti i Paesi europei. Su quella riforma il nostro Governo aveva dato un contributo. Il voto del Parlamento dimostra che questa maggioranza c’è sull’Europa.
Il tratto europeista di questa maggioranza è molto evidente e, soprattutto, è molto evidente la differenza tra la maggioranza e l’opposizione. La maggioranza guarda all’Europa come lo scenario del futuro e come l’ambito su cui costruire il futuro dei nostri figli; un ambito indispensabile e lo vediamo nelle cose che stiamo facendo per poter ripartire dopo la pandemia. Le forze dell’opposizione, seppur con toni diversi, però, hanno assunto una posizione omogenea e hanno votato contro la risoluzione sulla riforma del MES: anche Forza Italia ha ceduto alle pressioni delle forze sovraniste.
Da quella discussione parlamentare penso che esca rafforzata l’idea di una maggioranza che fa dell’Europa la propria dimensione e che ha l’ambizione di dare un contributo per costruire un’Europa sempre più forte.

Video dell’intervento»  

Certamente dobbiamo lavorare, abbiamo lavorato e stiamo lavorando per mettere in campo un’idea di Paese e di rilancio dell’Italia per il dopo pandemia.
Non sottovaluterei, però, ciò che abbiamo fatto in questi mesi perché i provvedimenti sui ristori sono stati importanti e necessari: abbiamo fatto uno sforzo straordinario perché sta nel DNA del nostro partito l’idea di non lasciare da sole le persone e le imprese di fronte alle difficoltà.
Abbiamo fatto uno straordinario lavoro per garantire gli ammortizzatori sociali a chi non li ha mai avuti, come i lavoratori autonomi, le partite IVA, chi lavora in aziende con meno di 15 dipendenti.
Sono anche state erogate risorse a fondo perduto alle imprese.
Penso che tutto questo andasse fatto ma è stato uno sforzo molto significativo e ci consentirà di riprendere bene e prima.
Dopo il primo lockdown, il nostro sistema produttivo è stato in grado di riprendere presto anche grazie a questo sforzo che abbiamo fatto.
Penso, quindi, che questo sforzo non vada banalizzato.
Un Paese non può, certamente, vivere solo di assistenza.
Avremo un problema serio che dovremo affrontare nei prossimi mesi, a partire dalla Legge di Bilancio, anche dal punto di vista legislativo perché è evidente che le crisi rischiano di aumentare le differenze e di creare un impoverimento diffuso e una crisi come questa ancora di più.
Già la crisi del 2008 ha prodotto un impoverimento di molte famiglie e oggi rischiamo ancora di più da questo punto di vista.
Si pone, quindi, il problema di come ripensare il welfare e le politiche attive del lavoro per aiutare le persone e le famiglie.
C’è poi anche un tema generale che riguarda la ripresa del Paese e bisogna individuare quali sono i fattori e gli obiettivi su cui lavorare. Mi pare, però, che soprattutto il PD ma più in generale il Governo abbia messo in campo delle idee.
Tra le nostre proposte in campo ci sono la questione della green economy, l’idea di un fisco giusto e della lotta all’evasione fiscale, la necessità di valorizzare le bellezze del nostro Paese e riprendere il lavoro avviato prima della pandemia per valorizzare il patrimonio artistico e culturale.
Altre cose che dobbiamo fare sono legate anche alla rigenerazione urbana: dobbiamo ripensare le nostre città, ragionando sulla necessità di migliorare la qualità, ridurre i consumi e cambiare i tempi della vita.
Tutto questo dovrà avvenire perché le situazioni che abbiamo sperimentato in questi mesi non passeranno totalmente. Lo smart working, probabilmente, resterà e cambierà il modo di vivere di interi pezzi della città: i centri che sono stati costruiti intorno ai grandi uffici, in cui nei prossimi mesi e nei prossimi anni sicuramente ci saranno meno persone, hanno attorno un’ampia offerta commerciale e di ristorazione che necessariamente dovrà cambiare.
Siamo di fronte a qualcosa di molto simile a ciò che è avvenuto con la deindustrializzazione.
Quando hanno chiuso le grandi fabbriche, interi territori hanno avuto bisogno di ritrovare una vocazione economia e ripensarsi.
Questa è una grande sfida che, se colta, può pagare dal punto di vista economico e sociale.
L’obiettivo deve essere quello di governare queste trasformazioni e non di subirle.
Un’altra questione fondamentale sarà la digitalizzazione.
L’utilizzo della digitalizzazione andrà incrementato per favorire il rapporto tra i cittadini e le imprese con la Pubblica Amministrazione.
Altre misure economiche che abbiamo scritto nella Legge di Bilancio riguardano Industria 4.0 e gli incentivi per le imprese che investono sul futuro, sulle tecnologie e sono strumenti che indicano quale idea abbiamo.
Allo stesso modo, il taglio del cuneo fiscale per lasciare più soldi in busta paga ai lavoratori dipendenti fatto nella precedente Legge di Bilancio o le norme di contrasto all’evasione fiscale, indicano quale visione abbiamo come PD. Questa è la nostra identità.
Un altro freno enorme che ha il Paese alla crescita e allo sviluppo è la lentezza del sistema giudiziario. Soprattutto il processo civile va riformato al più presto, perché le aziende e gli investitori fanno fatica a venire in Italia anche perché sanno che, se si apre un conflitto e si arriva a una causa, c’è poi bisogno di troppo tempo per arrivare alla soluzione.
Per la stessa ragione bisognerà riformare anche la giustizia penale e il processo penale. Anche su questo il Governo ha prodotto due disegni di legge già prima della pandemia, di cui oggi dobbiamo accelerare l’iter perché questa è un’altra riforma necessaria e ce lo dice anche l’Europa. Questa, infatti, è una delle riforme che l’Europa mette al centro delle condizioni per avere le risorse garantite dal Recovery Fund.
Ci chiedono di riformare il Paese e questa è una straordinaria occasione.
Non dobbiamo farlo perché ci sono vincoli ma perché abbiamo una straordinaria opportunità di investire tanto sulle infrastrutture di questo Paese, su un’idea diversa di economia che guarda alla qualità, che guarda al risparmio energetico, che guarda alle compatibilità ambientali.
Abbiamo una straordinaria occasione per mettere in campo le riforme di cui questo Paese ha bisogno da tanto tempo. Credo che questo Governo e questa maggioranza possano fare queste riforme, sono già scritte. Bisogna avere le forza di farle.
Certo, c’è bisogno di una maggioranza in cui prevalgano il senso di responsabilità e la volontà di mettersi al servizio del Paese, come noi stiamo facendo prevalere; perché questo è ormai un tratto che mi pare identitario del PD in questa fase. Non si può continuare a pensare, come troppo spesso fanno e in troppi per abitudine pensano, che la politica sia una campagna elettorale permanente per cui ognuno si pensa al proprio interesse e al proprio consenso elettorale.
Questo è il momento in cui mettersi a disposizione del Paese e dare il senso ai cittadini che la politica e le istituzioni non li lasciano soli.
Questa è una fase in cui si può ricostruire una credibilità che la politica e le istituzioni hanno in parte perso. Per farlo, però, abbiamo bisogno di chiudere questo teatrino della politica che, più che da un’attenzione ai problemi reali o dalla volontà di affrontare e risolvere i problemi reali del Paese, sembra dettato ad agitarli dentro e fuori dalla maggioranza e a utilizzarli.
Questa fase deve essere chiusa.
Mi pare che il Presidente del Consiglio, giustamente, abbia deciso di verificare se c’è la volontà di tutte le forze politiche che compongono questa maggioranza di andare avanti, e io sono convinto che ci sarà.
Dobbiamo avere chiaro che un’altra maggioranza non c’è in questo Parlamento e se questa maggioranza di Governo cade, il rischio è che di fronte a tutte le opportunità che ci sono, ancora una volta, invece che pensare al Paese e ai cittadini, verremo trascinati in una campagna elettorale e alle elezioni.
Penso che questo sia uno scenario da evitare e sono convinto che lo faremo.
Questo è il lavoro che sta facendo il Partito Democratico, senza rinunciare continuamente a porre la questione della necessità di scegliere sui temi, di sciogliere i nodi e di mettersi in campo per risolvere i problemi concreti.

Video dell’intervento» 

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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