Non ripetere gli errori dell'estate
Intervista di Espansione Tv a Franco Mirabelli (video).
Non so se la gente sia arrabbiata ma credo che abbia capito bene che siamo in una situazione difficile e che abbiamo fatto un grande sforzo anche in queste settimane per invertire la curva dei contagi e per ridurre le degenze nelle terapie intensive negli ospedali. Da come leggo anche da tante ricerche, credo che la gente capisca bene che non si può aprire tutto e che ciò che è successo questa estate non si deve ripetere.
Penso, infatti, che questa estate ci siano stati errori da parte di tutti, nel senso che è passata l’idea che il virus fosse morto o che comunque era un virus che non aveva più forza e, quindi, non avrebbe creato più morti e la vicenda fosse finita, contrariamente ai messaggi di allarme che lanciavano alcuni virologi e anche il Ministro Speranza.
In nome di questa idea si è riaperto tutto, comprese le discoteche, e ci siamo ritrovati di nuovo in questa situazione.
Credo che il Governo, in ogni caso, abbia affrontato bene la situazione. Guardando agli altri Paesi europei, noi abbiamo invertito la curva dei contagi in tempi rapidi facendo una scelta diversa dal lockdown totale, lasciando aperta la produzione e le scuole per l’infanzia, elementari e medie (eccetto che nelle zone rosse).
Credo che, se sapremo fare un po’ di sforzi e rinunce a Natale e Capodanno, a gennaio - anche con l’inizio delle vaccinazioni - potremo cominciare davvero ad avere una prospettiva di uscita dal tunnel e cancellare ogni ipotesi di terza fase.
Questa volta si è scelto di tenere il più possibile le scuole aperte ed è ovvio che questo ha dato anche un aiuto alle famiglie. Resta il problema delle scuole superiori su cui pesa non tanto il rischio in sé ma la difficoltà di gestire la mobilità e i mezzi pubblici, garantendo la sicurezza di tutti.
Penso che la chiusura delle scuole sia un dato non positivo, però, prendo atto che i Paesi che non hanno fatto questa scelta, sia nella prima fase che adesso stanno facendo più fatica di noi a uscire dal contagio.
Video dell'intervista»
Non so se la gente sia arrabbiata ma credo che abbia capito bene che siamo in una situazione difficile e che abbiamo fatto un grande sforzo anche in queste settimane per invertire la curva dei contagi e per ridurre le degenze nelle terapie intensive negli ospedali. Da come leggo anche da tante ricerche, credo che la gente capisca bene che non si può aprire tutto e che ciò che è successo questa estate non si deve ripetere.
Penso, infatti, che questa estate ci siano stati errori da parte di tutti, nel senso che è passata l’idea che il virus fosse morto o che comunque era un virus che non aveva più forza e, quindi, non avrebbe creato più morti e la vicenda fosse finita, contrariamente ai messaggi di allarme che lanciavano alcuni virologi e anche il Ministro Speranza.
In nome di questa idea si è riaperto tutto, comprese le discoteche, e ci siamo ritrovati di nuovo in questa situazione.
Credo che il Governo, in ogni caso, abbia affrontato bene la situazione. Guardando agli altri Paesi europei, noi abbiamo invertito la curva dei contagi in tempi rapidi facendo una scelta diversa dal lockdown totale, lasciando aperta la produzione e le scuole per l’infanzia, elementari e medie (eccetto che nelle zone rosse).
Credo che, se sapremo fare un po’ di sforzi e rinunce a Natale e Capodanno, a gennaio - anche con l’inizio delle vaccinazioni - potremo cominciare davvero ad avere una prospettiva di uscita dal tunnel e cancellare ogni ipotesi di terza fase.
Questa volta si è scelto di tenere il più possibile le scuole aperte ed è ovvio che questo ha dato anche un aiuto alle famiglie. Resta il problema delle scuole superiori su cui pesa non tanto il rischio in sé ma la difficoltà di gestire la mobilità e i mezzi pubblici, garantendo la sicurezza di tutti.
Penso che la chiusura delle scuole sia un dato non positivo, però, prendo atto che i Paesi che non hanno fatto questa scelta, sia nella prima fase che adesso stanno facendo più fatica di noi a uscire dal contagio.
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