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Un Paese drammaticamente slabbrato

Scritto da Alessandro Del Corno.

Alessandro Del CornoIntervento di Alessandro Del Corno.

L’anno interminabile che stiamo dolorosamente attraversando è sicuramente il momento più drammatico della storia della Repubblica, in quanto la pandemia in corso, non ha precedenti sanitari dal 1946 ad oggi.
Da bambino, quindi con strumenti conoscitivi ed informativi relativi, ebbi in sorte di assistere ad un altro passaggio drammatico e cioè il terrorismo che tante vittime innocenti seminò per molti anni in tutto il Paese.
Ricordo però di quegli eventi, una classe politica che comprese il drammatico pericolo per la nostra democrazia e si strinse in un Patto unitario che, poteva essere modulato in posizioni comuni di governo, o attraverso la sfera dialettica, ma responsabile tra maggioranza ed opposizione, per non parlare delle forze sindacali e produttive che rappresentavano milioni di persone nella vigilanza democratica.
Tali accadimenti, furono decisivi per isolare e sconfiggere la mala pianta del terrorismo.
E oggi cosa sta accadendo?
Accade che dopo la prima ondata caratterizzata anche da commoventi stadi solidali e comprensivi della straordinaria gravità del momento e di un’alleanza anche se precaria tra le articolazioni della Repubblica e dei partiti, la seconda ondata, sta offrendo il peggio degli antichi mali italici, caratterizzato da un Paese dove ognuno va per suo conto nella difesa di meri interessi politici di parte e corporativi, non comprendendo la drammacità sanitaria senza precedenti che stiamo affrontando.
Mentre a Roma si discute, non raramente attraverso un’inaccettabile scarica barile istituzionale e nelle piazze s’invoca, al netto delle infiltrazioni violente, di tenere aperte le attività, invece di incentrarsi esclusivamente sulla necessità di sacrosanti ristori economici, “Sagunto”, viene espugnata e “Sagunto”, sono i contagi fuori controllo, gli ospedali in tilt, le terapie intensive sature con il rischio più che conclamato di un’ulteriore strage.
Un Paese drammaticamente slabbrato!

Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata.
Sagunto oggi, non è la povera Palermo di cui parlava il Cardinale Pappalardo durante i funerali del Generale Dalla Chiesa, ma molti ospedali e molte terapie intensive del nostro Paese, dove si va in tilt, dove si muore e dove si combatte per la vita.
Ma continuiamo a fare politica, come se fossimo in una situazione ordinaria di continue polemiche strumentali, provenendo a volte da chi in un recente passato, aveva minimizzato alla grande.
Si chiudano presto le città e le regioni più in sofferenza pandemica, prima di una strage incontrollata ed incontrollabile.
Altro che allo stato, non vedo le condizioni per una chiusura generalizzata.
Mi pare che sia questione di ore, non più di giorni.
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