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Questo non è il momento per fare campagna elettorale e dividere il Paese

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli in Tv a 7Gold.

Voglio esprimere solidarietà alle famiglie colpite dall’attentatore a Nizza, solidarietà al Governo e al popolo francese. È evidente che, alla drammatica situazione del contagio, ormai fuori controllo da settimane e a livelli molto più alti di prima, si è aggiunta anche una recrudescenza del terrorismo di matrice islamica, che non smette di intervenire e di compiere questi terribili omicidi.
È successo qualche settimana fa con l’uccisione di un professore parigino che aveva solo la “colpa” di aver provato a spiegare cos’è la laicità dello Stato e cos’è la tolleranza, mostrando una vignetta di Charlie Hebdo.
È successo nuovamente ieri a Nizza.
Al di là della condanna di questi episodi, credo che però si ponga un tema: occorre che ci sia più collaborazione in Europa e che si costruisca una Procura europea che affronti le questioni del terrorismo e che coordini le forze.
È vero che questo attentatore tunisino è arrivato in Italia e ha ricevuto il foglio di via ma perché non era segnalato da nessun organismo internazionale come una persona pericolosa.
Penso, quindi, che i controlli non saranno mai sufficienti se non ci sarà una collaborazione internazionale e uno strumento di prevenzione e indagine con una dimensione europea. Bisogna fare in modo che ci sia una Procura europea che affronti le questioni del terrorismo e prevenga questi crimini, che ho l’impressione che siano radicati in alcune parti della Francia. La battaglia per contrastare questi fenomeni che stanno svolgendo lì i francesi e il Governo francese è molto difficile.

Il Ministro Lamorgese sta facendo bene: ha gestito una fase difficile. Gli sbarchi, soprattutto dei barchini che arrivano dalla Tunisia, ci sono sempre stati; non si sono mai interrotti. Il merito del Ministro Lamorgese è quello di esser andata a sottoscrivere un patto con la Tunisia affinché quel Paese si impegnasse a impedire le partenze.
Non credo che il punto sia il cambio del Governo. Recentemente sono stati, giustamente, cambiati i Decreti Sicurezza, seguendo le indicazioni del Presidente della Repubblica ma quando l’attentatore di Nizza è sbarcato a Lampedusa, quei decreti erano ancora in vigore nella forma in cui li aveva emanati Salvini.
Occorre coinvolgere tutta l’Europa nel governo dell’immigrazione e occorre farlo con intelligenza. Il fatto che la Presidente della Commissione Europea abbia detto che quando una persona sbarca in un qualunque Paese europeo, sbarca in Europa e non solo in quel Paese e si è resa disponibile a rivedere il Trattato di Dublino è sicuramente un passo importante.
Credo, quindi, che si stia facendo tutto il possibile ma siamo in una fase più difficile. Il covid rende la questione dell’immigrazione ancora più difficile da governare e da gestire. Proprio per mettere in sicurezza i cittadini italiani, si sono fatte le navi quarantena, ci sono i controlli e si sta facendo un grande lavoro su questo.
Abbiamo anche fermato molte persone segnalate e le abbiamo rimandate nei Paesi d’origine o in carcere.
I respingimenti si stanno facendo e i dati mostrano che si stanno facendo anche più di prima.
È evidente, però, che con le limitazioni imposte dal covid diventa anche più difficile ragionare sulla circolazione di queste persone.
Nessuno in precedenza ha mai risolto il problema e queste questioni si possono affrontare solo in chiave europea.

Litigare ora sui numeri degli sbarchi o dei respingimenti è inutile. Dobbiamo capire che siamo di fronte ad un fenomeno difficile da governare per tutto il mondo, non solo per l’Italia. C’è una pressione su tutta l’Europa che arriva non solo da chi soffre per guerre e dittature ma anche da parte di chi ha problemi economici.
Il Governo attuale ha fatto un accordo con la Tunisia che oggi sta producendo qualche effetto. Prima l’accordo non c’era. La questione migratoria va tolta dallo scontro ideologico. Bisogna ragionare sulle cose da fare.
Il problema c’è ed è grave, però, soffiare sul fuoco delle paure (anche quando non sono infondate) non aiuta a risolvere le cose, ancora di più in questa fase drammatica che stiamo attraversando e in cui sarebbe utile che la politica si concentrasse maggiormente sulla soluzione dei problemi, invece che sulla campagna elettorale permanente in cui si usano questi temi pensando di ottenere un po’ di consenso in più.

Questo non è il momento per fare campagna elettorale e dividere il Paese. Vanno evitati, quindi, tutti gli elementi di polemica. Si farà dopo una discussione sugli errori e per capire se si sarebbe potuto fare meglio.
Adesso abbiamo bisogno di mettere in sicurezza la salute dei cittadini, sapendo che abbiamo fatto la scelta non semplice di tenere aperti i luoghi di lavoro dove non è possibile lo smart working e le scuole primarie. Questo vuol dire che, per tutto il resto, occorre ridurre o cancellare del tutto le occasioni di aggregazione e incontro.
È chiaro che gli anziani sono le persone più esposte e bisogna riprendere quei comportamenti che durante il lockdown avevano condizionato la vita di tante famiglie.
La Pubblica Amministrazione, per le proprie competenze, ha il compito di aiutare gli anziani che non sono in grado di cavarsela da soli in questa situazione e, quindi, tutti gli strumenti per garantire assistenza, pasti e altro vanno messi in campo.
Dobbiamo, quindi, mandare un messaggio chiaro: non c’è nessun complotto; il virus è diventato molto più aggressivo dal punto di vista della diffusione e ci sono dei luoghi, come le RSA, che vanno tutelati, prendendo tutti gli accorgimenti necessari per impedire la diffusione del contagio, come il prevedere tamponi per personale e famigliari che entrano. Occorre dare tutti l’idea che siamo una comunità nazionale ed europea che sta combattendo insieme. I cittadini devono avere fiducia nel fatto che stiamo lavorando tutti per risolvere il problema e non per fare altro. Adesso il compito della politica è dare una mano a risolvere i problemi.

È stato fatto un DPCM molto pesante che chiude bar, ristoranti, cinema, teatri, palestre e le nuove norme hanno suscitato proteste e preoccupazioni negli operatori interessati, anche giustamente. Aspetterei di vedere se questo DPCM produce effetti utili ad attenuare la diffusione del contagio, prima di andare a dire che serve altro, come stanno facendo invece alcuni esperti e virologi in queste ore; altrimenti non si capisce cosa si fanno a fare alcune norme se poi non servono. Il punto di quelle norme non è se cinema, teatri, palestre, ristoranti siano sicuri o meno ma è che, se si vuole salvaguardare la produzione, gli artigiani, gli operai, c’è bisogno di fare delle scelte per evitare che ci siano altri motivi, oltre al lavoro, per circolare. Occorre, quindi, ridurre tutte le occasioni di contatto.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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