E l’aumento dei ticket?
Articolo di Carlo Borghetti.
Tutti parlano di IMU ma dimenticano che è in arrivo l'aumento dei ticket sanitari: va bene così?
Articolo 32 della Costituzione: la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo. O almeno dovrebbe.
I dati sui ticket sanitari relativi al 2012 portano a stime drammatiche.
Le Regioni hanno incassato 2 miliardi e 285 milioni, cioè 549 milioni in meno di quanto era previsto: si evince che 1,8 milioni di cittadini italiani hanno abbandonato il sistema sanitario pubblico, rinunciando a curarsi. E’ un fenomeno che si era già manifestato nel 2011, ma lo scorso anno è esploso.
E non si tratta di numeri, ma di persone, spesso malate, che si trovano a scegliere tra mangiare e curarsi.
Questa situazione ce la racconta anche Emergency che, con i due ospedali, uno a Marghera e uno a Polistena, e i due ambulatori mobili che girano l’Italia, dal 2006 ad oggi ha curato 20 mila pazienti, erogando più di 100 mila prestazioni gratuitamente, di cui il 20 % a cittadini italiani (percentuale in costante aumento). E alle tristi storie individuali si intreccia, in un circolo vizioso, la situazione dei bilanci regionali che, provati dalla spending review rischiano di peggiorare la situazione anche per i ticket non riscossi a causa del calo della domanda di prestazioni.
Per la prima volta nel 2013 il Fondo Sanitario Nazionale è diminuito passando da 107,8 miliardi nel 2012 a 106,8: lo Stato non ha nemmeno garantito l’adeguamento all’inflazione anzi, ha tagliato un miliardo tondo. Tutte le Regioni si sono ritrovate con meno soldi e il peso dei ticket pare inevitabilmente destinato a crescere: non dimentichiamo che la manovra che il Governo Berlusconi ha approvato nel 2011 ha previsto che dal 2014 le Regioni si accollino altri 2 miliardi di euro da recuperare attraverso la “compartecipazione” dei pazienti alle spese sanitarie: non di sola IMU, dunque, dovremmo discutere…
Videointervista a Carlo Borghetti>>
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