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Voto sì,voto no,non voto

Scritto da Massimo Cingolani.

Massimo CingolaniArticolo di Massimo Cingolani pubblicato da La Voce Metropolitana.

Mi è stato chiesto di scrivere un articolo sul referendum circa due mesi fa.
Con grosse difficoltà, di malavoglia e con grande fatica cerco di argomentare qualcosa a pochi minuti della pubblicazione. Il dibattito sulla scelta di ridurre o meno dei parlamentari mi pare surreale.
Da una parte sembra la soluzione di tutti problemi della rappresentanza, dall’altra un attacco alla democrazia.
Ma la democrazia, i partiti e tutti corpi intermedi sono in crisi strutturale, in tutto quello che una volta era il “mondo libero” ,da quando è iniziata la globalizzazione.

I partiti, non essendo più grandi organizzazioni di massa, hanno perso potere rispetto al passato.
Pensiamo solo alle sezioni non più aperte ma ridotte a tanti piccole Fortezze Bastiani, che presidiano territori deserti dal punto di vista umano.
Le leadership si formano attraverso investimenti finanziari.
La mediatizzazione della politica, ha portato i leader a seguire politiche di brevissimo respiro, spesso ossessionati dai sondaggi, dai continui colpi di scena e dalla campagna elettorale permanente, in modo da far presa su un elettorato sempre più stanco e disincantato.
E’ la stessa logica del management: raggiungere gli obiettivi di fine mandato e lasciare le patate bollenti a chi verrà dopo, se poi si dovranno portare i libri in tribunale,”chi se ne importa”.
Non a caso i partiti hanno replicato anche nel linguaggio l’organizzazione aziendale.
Le riforme a favore della classe media, le liberalizzazioni a costo zero, si sono esaurite in lunghi dibattiti nelle commissioni, mentre le grandi riforme pro mercati deregolati sono state portate avanti da Autority, che applicando e modificando regolamenti superano le leggi.
È indubbio che la democrazia rappresentativa così come la conosciamo dalla seconda guerra mondiale, non potrà reggere a lungo i cambiamenti imposti dal capitalismo del XXI secolo.
In caso di una nuova grave crisi sistemica, aggravata dall’emergenza covid, è possibile l’evoluzione verso nuovi modelli autoritari, con al centro una tecnocrazia sovranazionale, oppure al contrario l’involuzione verso un settarismo locale o nazionale.
Ma per fermare questa deriva servirà non ridurre i parlamentari?
Ho letto gli appelli al Sì e al No, le banalità si sprecano da ambedue le parti. Le argomentazioni tecniche e di grande respiro politico le lascio a chi è più preparato.
E’ imbarazzante votare Sì come Di Maio, ma anche No come le sardine.
Poiché la mia scelta e la mia opinione sono irrilevanti e ininfluenti, può anche darsi che non vada a votare.
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