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Il caso Open Arms e le vicende di Regione Lombardia

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli in tv a 7Gold (video).

Sulla vicenda Open Arms è stata fatta una discussione ieri in Senato e io ho anche fatto la dichiarazione di voto per il PD, chiarendo che non c’è nessuna volontà da parte del Partito Democratico di perseguire Salvini o di alimentare una via giudiziaria contro di lui.
Tanto meno ci auguriamo che Salvini venga condannato, anzi gli auguriamo il contrario, come ho detto esplicitamente nell’intervento.
Ieri non dovevamo decidere se Salvini era innocente o colpevole ma dovevamo semplicemente decidere se ci fosse un interesse pubblico nell’aver lasciato per 19 giorni 160 persone in mezzo al mare in condizioni precarie e assolutamente inaccettabili.
Io penso che non ci fosse alcun interesse pubblico in quella scelta, tanto più che, mentre si lasciavano per 19 giorni 160 persone in mezzo al mare su una nave, che era abilitata per portarne solo 13, arrivavano dalla Tunisia tanti barchini che nessuno controllava, esattamente come sta avvenendo quest’anno.
Con quel gesto, Salvini ha voluto dare l’idea che stesse risolvendo il problema dell’immigrazione mostrando la faccia dura ma in realtà neanche così riuscì a impedire l’accesso a centinaia di migranti in questa stagione, però si è voluto fare di quella vicenda un simbolo, arrecando sofferenze alle persone che stavano su quella nave.
Secondo noi non c’era alcun interesse pubblico. Sarà la magistratura adesso a decidere se sono stati commessi reati ma credo che fosse giusto fare in modo che in assenza di un interesse pubblico conclamato anche il senatore Salvini - come tutti i cittadini - sia processato, augurandogli di essere assolto.

A processo andrà solo Salvini perché la magistratura ha chiesto l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti.
Anche con i due Decreti Sicurezza, Salvini ha accentrato su di sé le decisioni che riguardavano complessivamente l’immigrazione, il controllo dei porti, il controllo dei confini. Salvini ha fatto queste scelte.
Sulla vicenda Open Arms ci sono una serie di atti che dimostrano come era stato Salvini a decidere da solo di proseguire a impedire lo sbarco di quelle persone, dopo che il TAR aveva giudicato illegittimo un decreto interministeriale su questa vicenda.
La Open Arms è approdata perché sequestrata dalla Procura e perché la Capitaneria di porto sostenne la tesi che con il mare che si stava agitando in maniera preoccupante non c’erano più le condizioni minime per tenere quella nave in mare.
Fu Salvini, quindi, ad assumersi quelle responsabilità.
C’è anche una lettera del Presidente del Consiglio che diceva che era stato fatto l’accordo con altri Paesi europei per la distribuzione di quei migranti e Salvini non ne tenne conto, tanto che in Senato ha detto che una delle ragioni per cui fu lasciata in mare la Open Arms era quella di fare pressione sull’Europa.

Sulla questione dell’immigrazione bisogna smettere di pensare che si possa esaurire l’interesse nella propaganda. Questo è un tema che bisogna smettere di pensare di agitarlo o su cui si fare confronti ideologici ma bisogna, invece, provare a dare risposte concrete.
La soluzione non è semplice, soprattutto in questa fase e, soprattutto, rispetto all’immigrazione che arriva dalla Tunisia perché ci separano solo pochissime ore di navigazione e qualunque barchino può arrivare.
Questo è un fenomeno che avevamo già denunciato lo scorso anno e che veniva negato dall’allora Ministro dell’Interno Salvini.
Il problema non sono i barconi in questo momento e non sono neanche un numero di naufragi superiore a quelli dello scorso anno.
Il problema, invece, sono proprio le centinaia di persone che arrivano con mezzi di fortuna dalla Tunisia, con tutti i rischi che ci sono.
Il Ministro Lamorgese oggi sta facendo delle scelte serie: la prima cosa che ha fatto è stata andare in Tunisia ma serve un accordo affinché la Tunisia controlli le proprie coste e impedisca le partenze. Si è comunque provveduto subito a inviare le forze dell’ordine e militari in più in Sicilia per cercare di governare un fenomeno che va tenuto sotto controllo, anche per l’emergenza legata al coronavirus, che può essere aggravata dagli sbarchi.
Il tema dell’immigrazione ha comunque diversi risvolti e continuo a pensare che non sia risolvibile rapidamente ma che ci sia bisogno di intervenire in quella parte del mondo da cui provengono molte persone che stanno scappando, non solo per le guerre.

Sono preoccupato per le tensioni sociali che possono essere originate da condizioni di vita difficili che possono crearsi per molte famiglie se non riusciamo a dare risposte e, soprattutto, ad accelerare il rilancio della ripartenza del Paese e se non riusciamo ad usare bene i soldi che arrivano dall’Europa.
Francamente non credo che oggi in Italia ci sia un’emergenza democratica. Difendo la democrazia e nella democrazia ci sono anche delle regole e una ripartizione dei poteri. C’è anche l’indipendenza della magistratura, che su Berlusconi ha fatto delle scelte - e in alcuni processi è stato assolto mentre in altri è stato condannato - e si esprimerà su Salvini. Non mi pare che ci sia una violazione della democrazia nel dire che nessuno è al di sopra delle legge e, quindi, è giusto che anche Salvini venga processato.
Non mi pare che ci sia stata una violazione della democrazia nel mettere in campo uno stato di emergenza che ci ha consentito meglio che in altri Paesi di uscire in tempi più rapidi dalla crisi sanitaria e ci consente di non vedere quelle ondate di ritorno che si stanno manifestando altrove (basta guardare a ciò che sta avvenendo in Spagna o in Inghilterra dove hanno richiuso le scuole o in Belgio che hanno ripreso il lockdown). Mi pare, quindi, che sia tutt’altro che una scelta antidemocratica. Inoltre sono tutte scelte fatte dal Parlamento, che è l’organo che costituisce la democrazia nel Paese.

Rispetto alla necessità di velocizzare la burocrazia, abbiamo fatto il Decreto Semplificazioni che dovrebbe aiutare a far funzionare meglio complessivamente la Pubblica Amministrazione, grazie alla digitalizzazione e al potenziamento di tutto ciò che può alleggerire i carichi per accelerare. Speriamo che funzioni.
All’interno del Decreto ci sono anche le norme per accelerare gli appalti, per fare più in fretta le opere e per far ripartire l’economia.

Penso che il quadro che sta emergendo sulle vicende di Regione Lombardia sia davvero grave.
Ho sempre dato un giudizio molto negativo su come è stata gestita la fase del covid.
Do un giudizio negativo sul fatto che chi governa la Regione non ha voluto fare i conti con i dati. I dati mostrano che la nostra Regione ha avuto una mortalità tre volte superiore a quella delle altre Regioni italiane, a partire dal Veneto. È evidente, quindi, che qualcosa non ha funzionato nel sistema sanitario.
A questo si aggiunge il fatto che, stando a ciò che appare, si è tentato di utilizzare l’emergenza covid anche per fare cose che non sono trasparenti, come provare a fare acquisti senza rispettare le regole o favorendo qualcuno; si scoprono poi conti nei paradisi fiscali. Sono tutte cose che i cittadini lombardi non sapevano quando si è votato. Credo, quindi, che facciamo bene a chiedere la sfiducia.

Video dell’intervento»

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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