Stampa

Turismo: un'estate per ripartire

Scritto da La Repubblica.

MilanoArticolo di Repubblica.

A fine maggio del 2019, al ritmo di oltre 500 mila sbarchi al mese, sotto la Madonnina erano arrivati 2,8 milioni di visitatori. Oggi, prendendo lo stesso periodo di riferimento, il contatore si è fermato poco sopra il milione, un milione e 100 mila per l'esattezza. Uno scarno bottino conquistato quasi integralmente grazie a un mese come gennaio, che con 570 mila presenze era cresciuto di un ulteriore 16 per cento, e a un febbraio di tenuta. Poi, il crollo. Causa Covid. Perché nel deserto del lockdown, i numeri sono precitati fino quasi a scomparire: meno 95 per cento a marzo, meno 99 per cento ad aprile, meno 98 per cento a maggio.
Tanto che, nell'anno zero del turismo, Milano ha già perduto in cinque mesi un milione e 700 mila visitatori. Praticamente tutti cancellati in 90 giorni di deserto.
È come aver fatto un salto indietro nel tempo di un decennio, quando la città veleggiava attorno ai 4 milioni di turisti all'anno. Sembra un secolo fa. Prima del palcoscenico internazionale di Expo, prima della corsa e dell'interesse dei viaggiatori globali che nel 2019 per la prima volta avevano fatto sfondare all'area metropolitana il tetto dei 10 milioni (di questi, 7,4 in città) di sbarchi. Per tornare agli stessi livelli di arrivi internazionali, ha stimato un rapporto di una società come Oxford Economics dedicato all'impatto delle pandemia sul turismo nelle 15 principali metropoli europee, ci vorranno cinque anni.
Anche se il Comune vuole accelerare il più possibile la ripresa. Perché adesso che Milano sta cominciando a risvegliarsi dal letargo, adesso che stanno riaprendo gli alberghi e ricominciando a girare le prenotazioni sulla piattaforma di Airbnb, Palazzo Marino è pronto a lanciare la sua strategia. Con "un'estate di prossimità", come la chiama l'assessora con delega al Turismo, Roberta Guaineri. Che spiega: "Lanceremo a breve una campagna di promozione insieme con Bergamo, Brescia, Mantova e Cremona diretta ai lombardi e agli italiani: c'è una generazione che con i voli low cost magari ha girato il mondo, ma non conosce le bellezze nascoste della città e Milano può diventare un ponte per chi deciderà di andare al mare in Liguria o di passare qualche giorno sul Garda". Anche se il Comune guarda ancora oltre: "A luglio, il segretario generale dell'Unwto, l'organismo dell'Onu che si occupa di turismo, sarà in Italia", dice Guaineri. Le tappe scelte: Roma, Venezia e Milano, appunto, il 3 luglio. E qui "l'incontro con il sindaco servirà per costruire insieme un congresso che si svolgerà a dicembre dedicato alle start up per gli sport invernali". Un primo chiodo a cui agganciare la ripartenza. Guardando all'Olimpiade della neve del 2026.
Certo, Milano deve ricominciare quasi da zero. Tra aeroporti chiusi e confini sigillati, ad aprile i dati che la questura invia al Comune hanno segnalato 6 mila presenze o poco più. Niente se paragonate alle quasi 600 mila dello stesso mese del 2019. E, d'altronde, tra marzo (32 mila), aprile e maggio (15.900), in città sono arrivati 55 mila visitatori contro il milione e 800 mila del trimestre d'oro di un anno fa. Eppure, in questi giorni, racconta il presidente degli albergatori Maurizio Naro, "aprirà qualche albergo in più rispetto alla cinquantina - su 400 - che finora aveva ripreso l'attività". A luglio, la stima è di avere "un 30 per cento di strutture" con le luci accese. "Anche se facciamo fatica ad avere più del 10-20 per cento dell'inventario camere disponibili". Per ottimizzare i costi non tutti i piani e non tutti i servizi sono aperti. Durante la quarantena, "gli hotel hanno perso 3,5 milioni di euro al giorno: un bagno di sangue. Questo mese ho fatto quanto lo scorso anno avevo fatto in un giorno di un grosso convegno e per la prima volta ad agosto chiuderò". Qualcosa però si muove. Da Airbnb segnalano una tendenza "in crescita solida": le notti prenotate sulla piattaforma sono raddoppiate rispetto al deserto di un mese fa, ma i volumi sono ancora meno della metà dello stesso periodo del 2019. E, anche guardano alle prenotazioni future, gli stranieri sono significativamente meno degli italiani.
E qui si ritorna all'estate di prossimità. Che, dice il vicepresidente dell'Epam, l'associazione dei pubblici esercizi, Fabio Acampora, "è tutta da scoprire: un grosso punto di domanda". Lui, però, non è così negativo. Per ora, dall'estero hanno fatto timidamente capolino "i primissimi svizzeri, francesi e tedeschi". Niente in confronto con il passato: "Probabilmente, però, ci saranno più milanesi, che passeranno la settimana in città e il week end se ne andranno". Eccolo, il salto indietro nel tempo. Anche dal suo osservatorio di corso Buenos Aires il presidente della rete associativa di vie di Confcommercio, Gabriel Meghnagi, ha avvistato a giugno "qualche svizzero. Ma è un turismo mordi e fuggi, in molti non si fermano neppure a dormire". Per lo shopping, dice, "sarà un'estate sottotono, anche perché perderemo la spinta dei saldi a luglio spostati ad agosto". Meglio guardare avanti, allora. "A Natale, quando ci sarà una ripresina". E soprattutto al prossimo Salone del Mobile: "Sì, sarà quello il rilancio di Milano".
Pin It