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Consumatore riluttante

Scritto da Massimo Cingolani.

Massimo CingolaniArticolo di Massimo Cingolani pubblicato da La Voce Metropolitana.

La fine dell’incubo sarà forse verso la fine dell’anno, secondo il 60% dei consumatori intervistati da uno studio di Bian & Company, primaria società di consulenza strategica a livello internazionale, condotto in cinque Paesi (Italia, Francia, Germania Regno Unito e Svezia), che ha analizzato l’impatto della crisi Covid-19 sui sentimenti dei consumatori e sulle loro abitudini di acquisto.
La pandemia ha generato elevati livelli di ansia e preoccupazione e da molti di loro il momento della diffusione del virus è visto come un punto di non ritorno: il 30% degli intervistati italiani ha dichiarato che non si aspetta che la vita post-coronavirus possa essere uguale a quella di prima, nonostante i continui slogan che “andrà tutto bene”.
Dalla ricerca emerge un consumatore incerto e preoccupato di ritornare ad attività banali, come prendere i mezzi pubblici o andare al ristorante, che inevitabilmente implicano una certa vicinanza sociale. Il profilo prevalente è quello di un cliente ancora propenso alle attività da svolgere a casa e addirittura disposto a spendere per rendere più confortevole la propria abitazione, come dichiarato dal 10-15% del campione degli intervistati.
La nuova modalità di work from home, che non è la stessa cosa dello smart working, è vissuta come una maggiore disponibilità di tempo libero soprattutto tra le persone che dispongono di livelli di reddito più elevati.
La maggioranza delle persone intervistate ha dichiarato che il lavoro da casa ha migliorato la loro vita lavorativa, nonostante in molti lamentino di essere occupati oltre il loro abituale orario e l’incertezza sulla stabilità lavorativa sia cresciuta,Il 64% di tutti gli intervistati concorda sul fatto che il lavoro da casa e l’utilizzo di tecnologie per comunicare abbia snellito i rapporti con i colleghi.
Tra le tendenze emerse nel nostro Paese, l’indagine evidenzia una forte crescita di accesso e utilizzo di social network e piattaforme di comunicazione, dove l’Italia è stata leader rispetto agli altri quattro Stati analizzati. L’impatto del Covid-19 sulla sicurezza sociale risulta critico: gli italiani sono i più preoccupati il 60% contro il 40% negli altri Paesi europei, e i più pessimisti rispetto alle risposte del Governo in merito a una recessione economica di lunga durata. In questo contesto, il 60% dei consumatori afferma di aver sospeso la maggior parte degli acquisti, rispetto al 30-40% che si registra negli altri Paesi europei.
Va molto bene lo shopping online, tra i nuovi clienti che si sono avvicinati per la prima volta all’e-commerce, l’80% ha ritenuto l’esperienza soddisfacente, tanto che il 40% dichiara che continuerà usufruirne più di quanto fatto in passato. Il compratore medio si è spostato verso un’età più avanzata e un reddito minore rispetto al periodo pre-crisi.
Nell’indagine si usa il termine consumatore riluttante e attendista, non è improbabile che anche l’elettore abbia gli stessi comportamenti, lo si vede dai sondaggi, che variano di poco i rapporti di forza tra i partiti.
Questa riluttanza non è da sottovalutare, perché per il momento le tensioni sociali sono rimandate a settembre, quando forse riapriranno le scuole ma non molte aziende, ed allora sarà importante dare delle risposte concrete prima che sia troppo tardi.
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