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La Fase 2

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento di Franco Mirabelli a Telenova.

Abbiamo fatto tutto ciò che potevamo fare per fronteggiare la situazione e continueremo a farlo.
Siamo in una situazione totalmente inedita: non si era mai verificata una pandemia con un’emergenza come questa e il Paese bloccato per due mesi.
Si è cercato, quindi, di fare il meglio possibile senza avere alle spalle nessun esempio da riprodurre.
Stiamo provando a fare meglio, con il primo decreto da 25 miliardi e con questo, per accelerare l’arrivo a casa dei contributi che abbiamo stanziato per le famiglie, per i lavoratori autonomi e le partite IVA.
Anche i contributi stanziati sono stati totalmente inediti: gli autonomi non avevano mai avuto un ammortizzatore sociale, così come la cassa integrazione in deroga questa volta era prevista anche per aziende con un solo dipendente e non era mai accaduto.
Ci siamo trovati ad affrontare con procedure ordinarie una situazione emergenziale e a mettere in campo misure straordinarie e penso che l’abbiamo fatto bene.
Adesso cambieremo il meccanismo per far arrivare la cassa integrazione in deroga perché la procedura ordinaria è molto lunga. Allo stesso modo si è lavorato per accelerare l’arrivo del bonus per gli autonomi.
Noi abbiamo un problema di burocrazia vero che non sono le regole, come dice Salvini (che vorrebbe cancellare tutto dal codice antimafia al codice degli appalti, fino alle norme di tutela ambientale), ma la burocrazia e i tempi della ragioneria dello Stato.

Non è una novità il fatto che bisognasse trovare strumenti per accelerare le opere pubbliche ma il coronavirus, dal momento in cui si è aumentata la platea delle persone a cui bisognava dare un ristoro, ha fatto emergere che c’erano delle procedure che si dovevano accelerare e cambiare.
Alcune Regioni hanno anche fatto fatica a fronteggiare il numero delle richieste e anche questo ha allungato i tempi di arrivo degli aiuti.
Quello che ha funzionato poco e che, invece, sarebbe stato molto utile era l’accordo tra il Governo e ABI che prevedeva che le banche anticipassero i soldi della cassa integrazione a fronte di un’autocertificazione del lavoratore e del datore di lavoro. L’accordo non ha funzionato perché i dirigenti che forniscono prestiti di questo tipo rischiano di incorrere in problemi penali, patrimoniali e di rimetterci personalmente.

Durante tutto questo periodo, noi parlamentari ci siamo mossi sempre, anche quando c’erano i blocchi.
La mia preoccupazione per questa fase non è come funzioneranno i ristoranti, i bar e i negozi: sono stati fatti dei protocolli, in molti casi non sono neanche complicati da gestire.
Quello che mi preoccupa è che l’entusiasmo della riapertura e del rincontrarsi provochi il fatto che perdiamo di vista che la fase 2 è quella in cui stiamo convivendo con il virus: il virus c’è ancora, non è sparito, non si è trovata una cura e non c’è un vaccino. Convivere con il virus vuol dire anche rispettare le regole individualmente, avere l’accortezza di mantenere le distanze.
Più ritorna la normalità e più rischiamo di dimenticarci che siamo in una fase in cui c’è il virus ma non c’è il vaccino e non ci sono le cure.

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