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L'assistenza ai siriani

Scritto da Carlo Borghetti e Sara Valmaggi.

Carlo Borghetti e Sara Valmaggi Dallo scorso ottobre ad oggi a Milano sono transitati oltre 22 mila cittadini siriani provenienti dalle zone di guerra e diretti nel Nord Europa, oltre a centinaia di eritrei. Milano rappresenta per queste persone semplicemente un luogo di transito o una tappa, ma molti di essi arrivano in Stazione Centrale in condizioni di salute precaria e, nonostante la presenza dei volontari e del servizio per le urgenze, resta la necessità quotidiana di assistenza di base, dal momento che in stazione transitano ogni giorno centinaia di persone. Per questo il Pd i in Consiglio regionale aveva presentato una mozione, bocciata dall’Aula, che chiedeva di prevedere l’apertura di un ambulatorio medico gestito dall’Asl di Milano per garantire prestazioni sanitarie di primo intervento necessarie ai profughi in transito. La nostra era una richiesta di collaborazione tra istituzioni, importante non solo per aiutare queste persone ma anche proprio, a tutela della salute pubblica.

Riconosciamo il prezioso lavoro svolto sin qui dall’Areu sul gazebo di prima accoglienza, ma era necessario un impegno in più della politica per realizzare un ambulatorio che potesse garantire quella continuità, anche oraria, che il gazebo non può garantire. Funzionari e tecnici di Areu si sono dimostrati, con la disponibilità prestata, ben più avanti della politica. Regione Lombardia invece si tira indietro e scarica la gestione dei profughi sul Comune di Milano, sull’Asl che collabora con il Comune presso i centri di accoglienza, su Areu e sulle associazioni, mentre si approva una mozione di sostegno ai cristiani perseguitati, ci si dimentica di chi scappa dalle guerre del Medio Oriente. Inaccettabile.

 

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