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Subito un grande patto per sviluppo e lavoro

Scritto da Nicola Zingaretti.

Nicola Zingaretti
Articolo pubblicato da Huffington Post.

Secondo le previsioni economiche dell’Ue l’Italia rischia di essere ultima tra i Paesi zona euro per crescita. Questa è la vera emergenza italiana. Insieme per lo sviluppo e il lavoro dovrebbe essere l’unico assillo e vera priorità della maggioranza. Una prima sfida a dicembre con la manovra finanziaria l’abbiamo vinta. Ora bisogna costruire il futuro.
Subito un grande patto per lo sviluppo e il lavoro. Non c’è tempo da perdere.
L’Italia è in grave difficoltà. Abbiamo sempre più italiani che lasciano il Paese, il record negativo di nascite, il 2019 si è chiuso con la contrazione del PIL, la flessione, come non accadeva dal 2013, della produzione industriale e la diminuzione degli occupati.
Sono dati che non possiamo non vedere, dobbiamo agire subito, non accomodarci su alcuni buoni risultati ottenuti, ma fare sempre di più e meglio da subito. Per questo dico a tutti basta tatticismi e battaglie di posizionamento politico velleitarie: sosteniamo, insieme, il governo nel difficile compito di ridare una prospettiva di sviluppo e di crescita strutturale al Paese.
Bisogna coinvolgere tutte le forze produttive, le eccellenze del sapere e della ricerca, le organizzazioni sindacali, l’associazionismo e le intelligenze di cui è ricco è il Paese.
Siamo entrati negli anni 20 di questo secolo nel pieno di un difficile momento congiunturale che rimanda però a un problema strutturale della nostra economia: siamo da vent’anni il Paese che cresce meno in Europa e quello con il più basso tasso di occupazione (dopo la Grecia).
È urgente offrire a questi problemi soluzioni migliori. L’Italia deve tornare a crescere, perché solo così potremo creare lavoro di qualità, permettere ai nostri giovani di scegliere se andare all’estero senza essere costretti a farlo, creare fiducia nel futuro aiutando anche la ripresa demografica.
È questa la sfida che abbiamo accettato nella formazione dell’attuale governo, ben sapendo quanto fosse difficile la situazione. La legge di bilancio è stato un primo passo importante, siamo riusciti a evitare completamente l’aumento dell’IVA; abbiamo destinato oltre 50 miliardi di euro in 15 anni per gli investimenti nell’economia green; e abbiamo aumentato gli stipendi a 16 milioni di lavoratori che guadagnano meno di 40mila euro l’anno.
Ma non basta. Ora è necessario un colpo di reni per evitare l’inerzia di questa fase recessiva. Al governo chiediamo di lanciare subito un patto per lo sviluppo e il lavoro, per aggredire i problemi annosi che frenano il nostro potenziale di sviluppo.
Vuol dire tante cose ma prima di tutto semplificare e far funzionare meglio la pubblica amministrazione e il suo rapporto con imprese e cittadini. Dobbiamo garantire tempi certi nel rapporto con lo Stato per chi investe e sbloccare i cantieri per trasformarli in infrastrutture, ricavi per le imprese e in decine di migliaia di nuovi posti di lavoro.
Dotiamo il Paese di una nuova politica industriale degna di questo nome per affrontare da protagonisti gli anni Venti di questo secolo attraverso il potenziamento degli incentivi per investimenti in ricerca, digitalizzazione e crescita dimensionale delle piccole e medie imprese, formazione continua, trasferimento tecnologico e sostenibilità.
I fondi stanziati con la legge di bilancio e il Green Deal Europeo rappresentano una grande occasione per l’Italia e in particolare per il Mezzogiorno per migliorare la sostenibilità del modello di sviluppo, favorire una più equa transizione produttiva sostenibile, far ripartire la crescita, creare lavoro e innovazione.
Molto bisogna fare sul tema della formazione e della scuola e della ricerca e queste politiche vanno messe in rete dentro un progetto, un Piano per l’Italia, come stiamo proponendo.
Non è ammissibile alcun ritardo, ce lo ricordano i dati, ma soprattutto ce lo ricordano le persone, che sono stanche e che da noi si aspettano il cambiamento, quello vero. E ogni giorno che passa è un giorno perso.
Facciamo tutti uno scatto in avanti, chiudiamo questa fase di discussione, lanciamo il patto per lo sviluppo e il lavoro e rimettiamoci in sintonia con le vere necessità degli italiani. Un’Italia migliore è possibile.

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