
"Non servono le armi: di uomini in armi ce ne sono pure troppi in Libia. Serve la politica. L'Unione europea è in grado di favorire l'inizio di un percorso negoziale nel quadro di un'attività diplomatica. E' l'unica possibilità per evitare un'escalation". Per il presidente dell'Europarlamento
David Sassoli, intervistato da 'La Stampa', "l'Ue può giocare un ruolo di mediazione determinante, per consentire ai libici di decidere il loro futuro senza pressioni esterne. Per questo sarebbe molto importante che il viaggio europeo di Haftar si concludesse a Bruxelles". "In queste ore sta emergendo molto chiaramente l'interesse dei governi europei a favorire un'iniziativa Ue", sottolinea Sassoli. "Le parti in causa devono sfruttare questa opportunità. Bisogna riprendere i negoziati e per questo è necessario un confronto con tutti gli attori coinvolti". Nell'incontro a Bruxelles, "ad Al Serraj ho detto che è molto importante che la questione venga affrontata dai libici, senza ingerenze esterne. Serraj vuole difendersi, le sue mosse vanno lette in questo senso. Ma deve essere chiaro a tutti che aggiungere potenze straniere sul terreno libico rischia solo di aumentare la spirale di violenze. Il primo passo necessario è il cessate il fuoco", evidenzia Sassoli.
L'Europa non si sente scavalcata da Russia e Turchia, che "hanno lanciato lo stesso appello delle istituzioni europee", osserva Sassoli. In merito all'incontro saltato tra Serraj e il premier Giuseppe Conte, "non conosco le motivazioni, ma posso dire che rinunciare a un'occasione di dialogo in questo momento non è la scelta giusta". In merito alla crisi iraniana, "l'Unione ha una grande risorsa: può parlare con tutti. Ecco perché chiediamo con forza che l'Iran eviti una spirale di violenza e riveda la sua posizione di ritiro dall'accordo sul nucleare. Solo così - conclude - si potrà proseguire nel lavoro di stabilizzazione dell'Iraq, che è nell'interesse di tutti".