
"Il più grande regalo che la maggioranza di governo possa offrire a Matteo Salvini è quello di litigare, piantare bandierine, eccepire tutti i giorni su qualcosa", dice in
un'intervista al Corriere della Sera Luigi Zanda, tesoriere del Pd, dopo l'attacco di Renzi sulla manovra. "C'è un problema di metodo: le opinioni diverse si devono manifestare in Consiglio dei ministri e non dopo che è stato approvato un testo. In secondo luogo, nessuno vuole aumentare le tasse, però bisogna far quadrare i conti. La manovra non può essere snaturata da cecchini interni e da cavallette emendative". Recuperare risorse facendo slittare il taglio del cuneo fiscale a settembre, secondo Zanda "non è una proposta da statista. Non sono affezionato alla tassa sulle auto aziendali, o a quella sulla plastica o sullo zucchero. Ma se si mettono queste in competizione con il taglio al cuneo fiscale, che significa far entrare soldi nelle tasche dei lavoratori, so che cosa scegliere".
Quanto alla tenuta del governo, "credo che dopo l'approvazione della manovra i partiti dovranno riflettere" perché "se si tira l'elastico tutti i giorni, alla fine si rompe". E, sempre replicando al leader di Iv, evidenzia che "l'uscita di Conte vorrebbe dire crisi di governo, e nessuno sa come finirebbe. Renzi sostiene di aver voluto questo esecutivo per 'igiene istituzionale': ma in una casa dove convivono più persone l'igiene è perfetta se tutti partecipano a mantenerla; se, invece, tutti i giorni uno degli ospiti prende a spallate gli altri non dura".