La crisi, i dubbi e le inevitabili scelte

Una strada escluderei senza esitazioni: quella di dare vita ad un governo che, dandosi un orizzonte brevissimo, si metta sulle spalle il compito di risanare i conti con una finanziaria lacrime e sangue e poi al voto.
Sarebbe il suicidio perfetto.
Diverso, invece, il discorso relativo ad un governo "politico" che dovesse essere in grado di porsi almeno tre obiettivi:
-elezione di un Presidente della Repubblica non sovranista e di salda e provata cultura democratica
-modifica della legge elettorale che, ahimè, pesa sulle nostre coscienze politiche come un macigno
-dimostrare che è possibile dare vita ad una politica popolare, che sappia mettere al centro i bisogni dei più deboli e dare risposte alle loro ansie e paure senza scivolare nella guerra tra poveri alimentata dal razzismo e dalla xenofobia.
Se questi tre punti potranno essere assunti, allora, forse, vale la pena, almeno, di provare a ragionarci.
Certo, tremano i polsi al pensiero di come sono questi 5stelle.
Ma l'alternativa è un'Italia saldissimamente nelle mani di Salvini e della Meloni: carica di odio e, con molte probabilità, fuori dall'Europa.
Conditio sine qua non: per una volta, consapevoli della drammaticità della situazione, CI SI MUOVA COME UN PARTITO VERO condividendo le scelte e remando nella stessa direzione.