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Ricordo di Giacomo Matteotti

Scritto da Emanuele Fiano.

Emanuele FianoRicordare qui oggi Giacomo Matteotti, dirigente e parlamentare socialista, assassinato dai sicari di Mussolini 90 anni fa, è per me, oltre che un onore ed un’emozione, un dovere. E per due ordini di motivi. Il primo così ben rappresentato da una frase di Matteotti stesso: “il fascismo non è un’idea, è un crimine!”. Perché, per chi ama la libertà, la coesistenza pacifica, la civiltà democratica e il confronto tra le diversità, esiste un limite invalicabile a cui non si rinuncia. A chi fa della violenza, della rabbia e della sopraffazione la propria cifra, a chi dell’odio verso chi è diverso da se da il senso del proprio agire ed essere, a chi sfrutta le regole della democrazia allo scopo dichiarato di negarla ed ucciderla, non si cede, mai; anche a costo della propria stessa vita.
Quella di Matteotti non è una "tragedia” relegata nei libri di storia, ma testimonianza più che mai attuale: tutta la nostra vita repubblicana è segnata dalla lotta tra chi stava e sta dalla parte di Matteotti e le forze contrarie alla libertà e alla democrazia: dai tentativi golpisti e dalla strategia della tensione, al terrorismo assassino degli anni di piombo, alla mafia stragista. Ed anche oggi, di fronte alle difficoltà e alle sfide, il pensare e il rifarsi a Matteotti, alla sua battaglia per i diritti e la libertà, per il lavoro e per la dignità, sempre nel rispetto e nella legalità, fornisce a noi gli strumenti per andare avanti. Perché la sua lezione e la sua pratica ci insegnano che tutte le libertà sono legate, da quella di parola a quella di organizzazione, da quella economica a quella di fede, da quella di autodeterminazione a quella dell'affermazione della propria diversità, e quando una sola di queste cade, cadono tutte le altre. Ecco perché Mussolini ed i suoi sgherri assassini hanno voluto uccidere Giacomo Matteotti: avevano paura, anzi, terrore, di un uomo giusto e libero che con la sola propria presenza riusciva ad inceppare la loro macchina criminale. Non un eroe, non un gigante ma un “semplice” parlamentare, un esempio di come si fa il deputato, democratico e socialista, rappresentante delle sue genti e della legalità, uno di noi e, quindi, immenso nella sua semplicità nei confronti di un ceto banditesco e criminale.
Il secondo motivo, esce potente dalle trascrizioni del suo ultimo discorso qui alla Camera, nel quale, tra interruzioni, provocazioni, urla e insulti dei fascisti, denunciava con documentato dettaglio i brogli elettorali e le violenze su cui si basava la formale vittoria elettorale di Mussolini, chiedendone la cancellazione a norma di legge e regolamenti. Sapeva di firmare la propria condanna a morte, come tragicamente poi fu, ma decise di farlo lo stesso e di farlo qui, nell’Aula del Parlamento, per riscattarne la sacralità e il valore, richiamandosi alla legge, alla legalità e a null’altro. E’ plastica la differenza tra un socialista democratico che al Parlamento da il ruolo di “posto della democrazia” e rappresentanza di un intero popolo ed un fascista che, poche settimane dopo, dello stesso Parlamento parlerà come di “aula sorda e grigia, bivacco per i propri manipoli”. E’ la forza dell’idea di democrazia vera e rappresentativa contro l’idea totalitaria e dittatoriale. Che può sempre farsi posto nelle menti. E’ la convinzione che, pur in momento in cui la democrazia stava per cadere, dalle sue Istituzioni e dalle sue regole condivise non si poteva derogare. Era l’idea che dalla democrazia e dallo stato di diritto e la sua difesa, anche intransigente, bisognava ripartire per riconquistare la libertà. E' grazie a quell'idea e alla lotta popolare che oggi, pur con i suoi difetti e tra molte difficoltà, la nostra è una repubblica democratica e, a dispetto di forze che si riaffacciano, in Europa, ma anche qui, continuerà ad esserlo.
In un famoso discorso disse: uccidete pure me, ma l’idea che è in me non la ucciderete mai.
Ecco, oggi Giacomo Matteotti, le sue idee, il suo sacrificio – perché di questo si trattò – sono qui con noi, a ricordarci di non smettere mai di ringraziare tutti coloro che alla libertà, alla democrazia e al diritto non rinunciano e non hanno rinunciato e che della responsabilità del farlo in nome del proprio popolo, non si dimenticano mai. Per tutte queste ragioni rendiamo omaggio al deputato Giacomo Matteotti, ucciso a morte in un caldo pomeriggio di 90 anni fa, mentre da casa si dirigeva a piedi verso quest’aula.per lui sacra.

Video dell'intervento»
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