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Milano ha ancora bisogno di me

Scritto da Giuseppe Sala.

Giuseppe Sala
Articolo di Affaritaliani.

"A Carlo Calenda ho detto, se vuole fare un partito, di farlo. Ma di non chiedere al Pd, perché dal giorno dopo non pescherà voti laddove il Pd non arriva, ma sarà in competizione con quest'ultimo". Parole del sindaco di Milano Giuseppe Sala, intervenuto a margine di Fuoricinema ieri sera. Ancora su Calenda, il primo cittadino milanese trova "bizzarro che lui abbia espresso l'idea all'indomani dell'elezione per un partito. Io politicamente non mi trovo nell'idea di occupare quello spazio moderato e di centro, ma questo riguarda me. Posso essere solidale e dialogare con lui, aiutarlo, ma personalmente non sono interessato a una cosa moderata, perché solo a dirlo mi dà fastidio. Questo tema della moderazione proprio non mi prende". Sala ha aggiunto di non voler essere considerato come uno "che sta a destra o a sinistra del Pd. Ma voglio essere considerato come uno che porta avanti delle idee e cerca di essere convincente. Non è semplice, ma lo spazio c'è, anche se in questo momento, sia chiaro, io non lo occuperò".
Il sindaco di Milano, che taglia il traguardo del terzo anno in fascia tricolore, è quindi tornato sulle voci che vogliono per lui un futuro con un ruolo di dimensione nazionale nel centrosinistra: "Nella vita tutto è possibile, ma io oggi penso solo a Milano e lo dico in maniera diretta, così che se mai non fosse così, qualcuno possa rinfacciarmelo". "Milano - ha proseguito il primo cittadino - è avviata, ma io penso che abbia ancora bisogno del mio lavoro e che anche il paese abbia bisogno che il modello Milano si consolidi". "Non rinuncerò a far sentire la mia voce, ma escludo radicalmente che io in questo momento possa fare o pensi ad altro. In futuro chi lo sa", ha aggiunto il sindaco, spiegando di essere "emotivamente abituato a non pensare troppo al domani. Ho avuto una vita difficile, sono passato attraverso la malattia e mi sono abituato a non pianificare molto". "Io amo fare il sindaco di Milano e cos'altro vi devo dire? Io sarò qua, se ci sarà da discutere con Salvini, lo farò. Lui fa un mestiere e io un altro, ma è importante anche il mio".
Il primo cittadino ha anche respinto l'idea di una "Milano antipatica": "Penso di no, se riusciamo a mantenere il nostro atteggiamento senza protervia e senza volontà di essere i primi della classe. D'altro canto non abbiamo molte altre alternative: se non crescessimo sarebbe peggio". Sala ha aggiunto poi che "il Paese ha perso tre punti di Pil rispetto al periodo pre-crisi, Milano ne ha guadagnati sette. Se Milano non li avesse guadagnati, il Paese ne avrebbe persi cinque. Per cui non abbiamo altra alternativa se non quella di continuare ad andare avanti". Una crescita che, come è solito ricordare non deve dimenticare chi è più in difficoltà: "la Milano da bere non ci piace, ma non ci piace neanche la decrescita felice. Per cui si va avanti tenendo alto il nostro sistema di valori: crescere, pensando però a chi è più in difficoltà. Contare solo i soldi non va bene" ha affermato.
Infine, una battuta su un tema di stretta attualità, ovvero la risposta di Inter e Milan sulla vicenda dello stadio. Intervistato dal giornalista del Corriere della Sera Venanzio Postiglione, in occasione dell'inaugurazione di Fuoricinema, ha dichiarato: "Le squadre sentono l'esigenza di avere uno stadio nuovo o rifatto. Il mio auspicio è sempre stato quello che trovino la motivazione a rimettere a posto San Siro. Se mi dovessero dire che hanno paura del rischio di fare i lavori mentre giocano, io non posso che ascoltarli. Altrimenti le squadre potrebbero scegliere di andare ad esempio a Sesto alla Città della Salute". "Io penso - ha concluso - che prima delle vacanze le squadre scopriranno le carte".


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