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Un anno bellissimo

Scritto da Emanuele Fiano.

Emanuele FianoA questo punto risulta evidente che, per lo meno al momento, è Salvini che no vuole andare al voto, dando per scontato che l’ala governista dei 5S, pur di rimanere dov'è, accetterebbe compromessi un tempo improponibili, come sta effettivamente sta già facendo. Salvini avrà fatto i suoi calcoli.
Risulta per lui, perlomeno nel brevissimo, più conveniente un alleato in affanno, cedevole, piuttosto che affrontare una nuova campagna elettorale subito, comunque con delle incognite, e con l’ipotesi di nuovi alleati di un governo se verrà, più ostici, come sarebbero, semmai, Meloni e Berlusconi/Forza Italia.
Ora, dovranno affrontare la correzione dei conti pubblici che chiederà l’Europa subito, secondo quanto si legge sui media, con la proposta ai governi UE dell’apertura di una procedura d’infrazione contro l’Italia, 3/5 mld entro agosto (la UE chiederà una correzione dello 0,6% del deficit strutturale, che rispetto allo 0,2% proposto dall'Italia fa circa 7 miliardi di differenza), ed il rientro dal debito aggiuntivo spalmato con 10 mld all'anno per i prossimi 5, e poi la Legge di Stabilità, con i 23/25 mld che servono per sterilizzare le clausole sull'Iva e i 17 mld per la Flat Tax.
I numeri che mette la UE nella lettera di risposta a Tria, non sono opinioni, l’Italia ha sforato le regole del debito nel 2018/19 per 11 mld; nel 2020 andiamo verso il 3,5% di rapporto Deficit/PIL. Il Debito rispetto al Pil chiude a 132,2% nel 2018, 133.7 nel 2019, 135,2 nel 2020. Le manovre gialloverdi hanno peggiorato una situazione che era oggettivamente in miglioramento. Lo scrive senza fronzoli la Commissione. “Quota Cento” indebolisce la sostenibilità del bilancio italiano a lungo termine.Il “Reddito di Cittadinanza” non ha avuto effetti positivi sul Pil. Gli investimenti sono al palo, non ci sono state riforme per aumentare la produttività, non sono state attuate le privatizzazioni computate, la disoccupazione, sicuramente quella giovanile, è in rialzo. L’inseguimento del populismo felpato e di quello digitale ci stanno portando a sbattere contro il muro; noi e le generazioni future.
Chi pagherà tutto questo ?
Una traccia nella famosa lettera che la “manina” aveva vergato c’era, tagli alla spesa sociale, un incubo per Di Maio, meno per Salvini, che punta al tradizionale taglio radicale delle tasse alla classe media, per aumentare consumi e produzione, e non punta all'incremento dell’assistenza sociale del Reddito di Cittadinanza che tanto successo ha avuto al Sud, e non solo, per i Cinque Stelle. Sono due modelli antitetici. E vedrete quanti compromessi dovrà ingoiare Di Maio su questo.
Ma tutti questi soldi, subito, non ci sono, a meno di un improponibile “Italexit” o addirittura di un intervento della “Troika” e, dunque, aspettiamoci lacrime e sangue dalla Legge di Stabilità. Per questo Salvini evidentemente ha pensato che la gamba sociale del governo, rappresentata dai Cinque Stelle, gli servirà così addomesticata nella tempesta che arriva. Ma la tempesta comunque arriverà, e a pagare la retorica gialloverde, saranno noi italiani.

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