Bisogna governare, non solo fare campagna elettorale

Intervento a Radio Lombardia.
C’è una rissosità continua all’interno del Governo perché Lega e M5S vogliono cercare di nascondere quello che hanno dovuto ammettere con la presentazione del DEF e cioè che il Paese è in grandissima difficoltà: ad oggi, se non si trovano 23 miliardi (e non sanno dove trovarli) aumenterà l’IVA al 25%.
Servono 40 miliardi soltanto per rientrare dai buchi prodotti dalle previsioni di crescita sbagliate fatte con la Legge di Bilancio e qualcuno parla di Flat Tax, che vorrebbe dire trovare ulteriori 15 miliardi!
Nessuno dice come si troveranno tutte queste risorse.
La separazione dei ruoli tra Ministri di Governo e capi politici sarebbe ipocrita se però si evitasse almeno la campagna elettorale permanente sarebbe meglio. In queste settimane le due forze di maggioranza stanno annunciando di tutto, litigando su tutto.
La verità è che è in atto una grande campagna di distrazione di massa rispetto ai temi seri quali l’Europa e l’economia italiana che sta andando molto male.
Ci sono problemi seri che riguardano la vita di tante persone e forse dobbiamo iniziare a prevenire, invece che fare sempre campagna elettorale.
Ogni tanto bisogna provare a governare, perché se si fa solo campagna elettorale finiremo nei guai tutti.
Invece di litigare sui porti aperti o chiusi, bisogna porsi il problema di cosa sta succedendo in Libia.
Se non si ferma la guerra in Libia, in Italia avremo un problema molto serio perché si metteranno in mare molte persone e di fronte a questo non potremo limitarci a rispondere che chiudiamo i porti.
Sarebbe meglio, invece, cominciare a discutere con l’Europa su come fare fronte insieme ad un’evenienza di questo genere.
Le competenze sui porti, oltretutto, non sono del Ministro degli Interni ma sono del Ministro delle Infrastrutture.
Non è neanche vero che Salvini sta facendo ciò che ha promesso: sta facendo propaganda. La rotta con la Libia era già stata abbastanza abbandonata in seguito alle azioni del Ministro Minniti nel Governo precedente.
Oggi Salvini fa alcune azioni simboliche (come il tenere le persone ferme sulle navi in mezzo al mare) ma purtroppo le Procure dicono che stanno arrivando in Italia migliaia di altre persone soprattutto dalla Tunisia, con barchette che nessuno controlla e sono in mano a nuove organizzazioni criminali anche italiane.
Abbiamo segnalato questo problema al Ministro ma non mi pare che ci siano azioni conseguenti da parte sua; evidentemente preferisce tenere viva la propaganda elettorale con l’idea che abbiamo chiuso tutto ma non è così.
Sono stati fatti atti simbolici sulla pelle delle persone che hanno subito le conseguenze di scelte che si sarebbero potute evitare come hanno dimostrato poi i fatti.
Oltretutto, le ONG fanno un lavoro prezioso: è sbagliato considerare un nemico chi va in mare per salvare delle vite o considerarli come se fossero trafficanti; è ovvio poi che se qualcuno sbaglia vanno perseguito.
Se non si ferma la guerra in Libia, però, il problema non saranno le poche persone della nave Diciotti o della Sea Watch ma molte di più e, quindi, bisognerà prepararsi a questo possibile scenario e farlo insieme all’Europa.
L’Europa ha sbagliato sulla vicenda dei migranti. Il tema dei migranti è europeo, non italiano.
È gravissimo che non si sia realizzata concretamente la proposta in cui si era deciso di ripartire i richiedenti asilo su tutto il territorio europeo. Faccio notare, però, che i Paesi che hanno impedito più di altri che questo avvenisse sono gli Stati che Salvini indica come modelli: la Polonia, l’Ungheria, l’Austria.
La realtà è che quelli che vogliono muri e confini ci lasciano da soli.
La ripartizione dei richiedenti asilo su tutto il territorio europeo si decide solo se tutti gli Stati dell’Unione sono d’accordo.
Sicuramente c’è il problema di come far tornare l’Europa vicina ai cittadini.
Noi pensiamo, ad esempio, che il futuro Presidente della Commissione Europea debba essere eletto dai cittadini europei. Oppure, su questioni come il fisco, il salario minimo e i diritti dei lavoratori l’Europa deve avere posizioni e occuparsi delle questioni sociali.
Ci sono anche molte cose positive che l’Europa ci ha dato in tutti questi anni. I giovani italiani hanno avuto l’opportunità di girare l’Europa facendo l’Erasmus e senza frontiere.
L’Europa insieme è anche un grande soggetto economico che può competere nel mondo con tutte le grandi superpotenze e per questo Trump e Putin non vogliono un’Europa forte. Se in Europa prevale l’idea degli Stati nazionali si ritorna indietro e, in quel caso, temo che saremo noi italiani i più esposti, massacrati dalle grandi potenze economiche e non avremo possibilità di spuntarla da soli.
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