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La legge per la legittima difesa è una resa dello Stato

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco MirabelliIntervento in Senato durante la discussione della legge sulla legittima difesa (video).

Riflettendo sul provvedimento in esame, mi chiedevo se, di fronte alla legittima e motivata domanda di sicurezza che viene dai cittadini, serva davvero questo disegno di legge, se davvero serva enfatizzare il tema della legittima difesa. È davvero questo che dobbiamo fare per dare più sicurezza ai cittadini?
Colleghi, stiamo enfatizzando una questione in una fase storica in cui da anni diminuiscono le rapine e gli omicidi, dando la priorità ad un tema che non è sicuramente né prioritario, né centrale, se vogliamo davvero portare avanti la lotta all'illegalità.
Ho sentito che si raccontano casi - sicuramente veri - di persone che sono venute a trovarsi in condizioni difficili, che si sono difese, che hanno subito dei disagi, che si sono sentite lasciate sole dallo Stato nel momento in cui hanno esercitato la legittima difesa. Tutto giusto, tutto vero, ma il problema è che stiamo parlando di sette processi nel 2015 per abuso di legittima difesa e di quattro processi nel 2016 per legittima difesa: stiamo parlando di questo e dobbiamo sapere di che cosa parliamo. Parliamo di questo, non di un fenomeno di massa.
Dopodiché, come diceva anche un collega poco fa, penso che le persone che subiscono delle ingiustizie non vadano lasciate sole, che è giusto anche pensare a legiferare per garantire che nessuno subisca dei torti.
Non voglio sottovalutare, tant'è vero che mi pare che anche in Commissione il nostro Gruppo abbia sostenuto la necessità di garantire le spese processuali a chi ha subito un processo per essersi difeso e viene assolto.
State affrontando questo tema, però, dando dei messaggi sbagliati, non veri. L'ho sentito anche in quest'Aula - e invito ad approfondire - che si sta lasciando intendere che vi sia una sorta di depenalizzazione, che non ci saranno più processi, né in sede civile, né in sede penale. Non è questo che fa questo provvedimento. Non è così, giustamente non è così. L'azione penale è obbligatoria, i giudici interverranno, com'è giusto che sia, ogni volta che c'è un fatto di sangue. Ho l'impressione che agitiate la questione a prescindere dalla realtà e a prescindere dal contesto. È una questione reale che però si inscrive in un contesto molto diverso da quello che descrivete.
Voglio dire che con questo ragionamento si rischia di fare dei danni, di far passare un messaggio dannoso secondo il quale il Parlamento sta facendo una legge che dice ai cittadini, al di là del merito, perché questo state comunicando, che devono difendersi da soli perché lo Stato non è in grado di garantire la sicurezza.
L'insistenza con cui si attribuisce una sorta di valore simbolico e risolutivo a questo provvedimento è sbagliata. Dire di difendersi da soli perché l'unica cosa che può fare lo Stato e lasciar fare è sbagliato. Insieme al decreto recente, quello che raddoppia i modelli di armi che è possibile acquistare, comprese le armi militari, e il numero di proiettili che è possibile detenere, si crea un mix. Si sta correndo verso un modello preciso. Io non so che cos'è il far west e non mi interessa ma si sta correndo verso un modello che nasceva così: lo Stato non è in grado di difenderli e quindi i cittadini si difendono da soli. Lo Stato consente di avere qualunque tipo di arma per difendersi e si arriva a questo modello, cioè al modello americano, un modello che - bisogna saperlo - comporta dieci volte i morti ammazzati che ci sono in tutto il resto dei Paesi OCSE, dieci volte i morti ammazzati che ci sono in tutti i Paesi OCSE. Questo è il modello che, se continuate a enfatizzare in questo modo il tema della legittima difesa, rischiamo di riprodurre.
Questi provvedimenti, in realtà, non danno più sicurezza. Servono più ad enfatizzare un tema che sicuramente esiste, a cavalcare le paure ma non a rendere più sicuri i cittadini. Perché qualcuno dovrebbe essere più sicuro, o sentirsi più sicuro, se gli si spiega che deve difendersi da solo perché lo Stato non è in grado di farlo? Perché dovrebbe sentirsi più sicuro - e lo discuteremo nel cosiddetto decreto sicurezza - quando si accorge che lo Stato gli dice che promuove la legittima difesa perché ha a cuore la sua sicurezza e poi, nel decreto sicurezza, non c'è una norma che garantisca il controllo del territorio, non c'è una lira per la videosorveglianza. E non prendetevi il merito delle assunzioni nelle Forze dell'ordine, perché di quelle 10.000 assunzioni che voi raccontate, 7.500 le ha decise il Governo precedente e le ha finanziate il Governo precedente, a proposito di cose che non abbiamo fatto, per cui non siamo qui a dare lezioni senza aver fatto niente nella scorsa legislatura.
Badate, l'attuale legge, quella che state cambiando, non proibisce la difesa delle persone e della proprietà. Non è questo il punto, non è questo che mettiamo in discussione, e non mettiamo in discussione neanche il riconoscimento delle condizioni di disagio e di turbamento che vive chi è aggredito e chi vede messa a repentaglio la propria incolumità, la propria proprietà e quella dei propri cari. Noi tutto questo lo riconosciamo ma pensiamo che lo Stato debba stare vicino ai cittadini prima che siano messi nella necessità di difendersi da soli. Lo Stato deve stare dalla parte delle vittime dopo e punire i colpevoli, non promuovere la difesa fai da te. Ecco, voi fate questo. È questo che ci preoccupa.
Parlate di legittima difesa ma non ci sono provvedimenti che servono a garantire maggior sicurezza ai cittadini sul territorio, neanche all’interno del cosiddetto “Decreto Sicurezza”.
Questo provvedimento non serve a far sentire i cittadini più sicuri.
Questo provvedimento non dà più sicurezza ai cittadini ma è una resa dello Stato che ammette la propria incapacità.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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