Verso una legge contro il consumo di suolo

In Commissione Ambiente e Agricoltura del Senato è iniziata una discussione sui disegni di legge che riguardano il contrasto al consumo del suolo e a breve verrà presentato anche un testo del Partito Democratico che recepisce in gran parte il lavoro fatto su questo tema nella scorsa legislatura e che poi non si era riusciti a portare a compimento.
L’obiettivo del disegno di legge del PD è quello di arrivare a zero consumo di suolo nel 2050, come chiede l’Unione Europea, attraverso due strade: la promozione del riuso e, quindi, gli interventi sulle aree dismesse e dove è già costruito e poi l’idea secondo cui dove c’è necessità di costruire lo si possa fare a patto che si restituisca un’area alla biodiversità e alla condizione naturale o all’agricoltura.
Per ogni metro quadro costruito, quindi, ce ne deve essere uno restituito alla natura.
Per ogni metro quadro costruito, quindi, ce ne deve essere uno restituito alla natura.
Sicuramente, in questa discussione, il tema prevalente riguarda le case, gli appartamenti, le grandi strutture ma anche impedire ulteriori impermeabilizzazioni del nostro territorio e, quindi, anche le strade e qualunque tipo di cementificazione.
Abbiamo infatti quotidianamente sotto gli occhi gli esempi del dissesto idrogeologico come conseguenza di un eccesso di impermeabilizzazione del territorio che, appunto, in presenza di corsi d’acqua ha spesso creato drammi nel nostro Paese.
Di fronte ai danni che abbiamo visto non ci possono essere più alibi.
In questi anni si è lavorato per fare cose utili che vanno nella riduzione del consumo di suolo.
Veniamo da una stagione lunga in cui le uniche entrate per i Comuni per sostenere i bilanci e le spese correnti venivano dagli oneri di urbanizzazione e questo ha prodotto il fatto che c’è stata una moltiplicazione dei permessi per costruire.
Oggi abbiamo tolto la possibilità di utilizzare gli oneri di urbanizzazione per le spese correnti e progressivamente si sono fatte leggi regionali per incentivare il riuso delle aree dismesse anche in funzione dell’abitare e del social housing, si sono poi creati incentivi per chi restituisce alla natura terreno che era costruito.
Bisogna lavorare perché queste pratiche si diffondano.
Aiuta anche non lasciare le autorizzazioni a costruire aperte per decenni, come troppo spesso è successo in Italia.
Ci sarà sempre qualcuno che avrà convenienza a costruire ma nel momento in cui per il pubblico, i Comuni e i soggetti regolatori rendiamo convenienti il fatto di non costruire, sicuramente allarghiamo la possibilità di risolvere positivamente il problema e raggiungere l’obiettivo di consumo di suolo zero nel 2050.
Il primo articolo della proposta di legge presentata dal PD si richiama alle raccomandazioni dell’Unione Europea e ad una serie di trattati internazionali. Proviamo a definire le tappe per arrivare all’obiettivo di consumo di suolo zero nel 2050 costruendo diverse tappe ed incentivi.
Andando nel dettaglio delle proposte, sicuramente ci sono alcune questioni che riguardano più specificatamente l’agricoltura e come ci si rapporta agli operatori agricoli. Inoltre, nel testo di legge presentato dal PD c’è l’ipotesi di ridurre del 20% il costruito in ogni Comune ogni tre anni, fino ad arrivare al consumo zero nel 2050. Si tratta di ipotesi su cui potranno esserci delle modifiche in relazione agli altri testi di legge con cui ci si confronterà.
Bisognerà anche trovare il modo di costruire una legge che entri in relazione con le diverse leggi regionali che hanno competenze molto significative in materia urbanistica. L’obiettivo di consumo di suolo zero nel 2050, infatti, coinvolge anche le Regioni e, quindi, si dovrà trovare una sinergia nella proposta di legge.
Credo che ci siano le condizioni per fare una legge per contrastare il consumo di suolo con gli obiettivi fin qui espressi che possa essere condivisa da Pd e da una parte del Movimento Cinque Stelle ma ho l’impressione che una parte della maggioranza non sia così disponibile a una legge di questo tipo.
Il tema delle risorse, però, non è un accessorio ma è decisivo.
Oggi in Senato si sta discutendo la legge riguardante le Isole Minori e, dato che si stanno stanziando solo 20 milioni in quel capitolo, è chiaro che gli interventi previsti dal testo di legge non si potranno realizzare.
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