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Dalla parte della Scienza e della Responsabilità

Scritto da Chiara Braga.

Chiara Braga«L'emendamento al milleproroghe presentato e approvato ieri dalla maggioranza al Senato, agisce sulla legge vaccini prorogando di un anno la necessità della presentazione del certificato vaccinale per la frequenza al nido e alla materna. Non cancella l'obbligo, ma proroga il controllo. Per usare una metafora è come se imponessi l'uso delle cinture di sicurezza in auto ma impedissi per un anno di fare la multa a chi non le porta. L'impatto pratico di questa proroga è sicuramente importante. Come ha dichiarato ieri il Direttore del dipartimento malattie infettive dell'ISS, le coperture vaccinali non hanno raggiunto livelli di sicurezza in tutte le regioni e, fermo restando l'autonomia politica del Parlamento, dal punto di vista medico un pericolo per la salute pubblica esiste.
Non solo il rischio colpisce una fascia di età particolarmente critica, ovvero 0-6 anni, proprio quando si completano i primi cicli vaccinali e si diventa protetti da malattie importanti, ma mette in difficoltà tutti quei bimbi immunodepressi o che non si sono potuti vaccinare per cause legate al loro stato di salute. L'ISS ha valutato che i bimbi in queste condizioni, circa 10.000 sebbene una stima precisa non esista, saranno a concreto rischio di esclusione scolastica".»
Non sono parole mie, ma della senatrice “dissenziente” del M5S Elena Fattori; spiegano perfettamente il senso di quello che al Senato la maggioranza leghista-grillina e il Governo Salvini-Di Maio stanno compiendo su un tema così importante, come la tutela della salute dei bambini e più in generale delle nostre comunità. Non ho trovato questione più rilevante di questa da mettere in evidenza qui.
Veniamo da una settimana in cui il clima politico si è infiammato ancora una volta attorno alle sparate razziste e xenofobe di Salvini e all’ignobile proposta del leghista Fontana di abolire la legge Mancino; alla Camera nei giorni scorsi è stato approvato il “decreto Di Maio”, una legge sbagliata e dannosa per il Paese, perché oltre a non dare risposte efficaci al bisogno d’innalzamento della qualità del lavoro, introduce rigidità e condizionamenti che scoraggiano le imprese a investire e assumere, come già ampiamente dimostrato dai dati e confermato dalle tante prese di posizioni critiche di questi giorni, dentro e fuori il Parlamento, dal nord al sud del Paese.
L’emendamento sull’obbligo dei vaccini passato ieri al Senato ci pone però davanti a una questione ancora più rilevante: maggioranza e Governo decidono di schierarsi dalla parte di una minoranza rumorosa e oscurantista e di compiere una scelta così irresponsabile, che mette a repentaglio la salute di bambini e comunità intere. L’incompetenza e lo spregio verso la scienza rischiano di avere la meglio sulla responsabilità di garantire la salute e la vita stessa dei bambini, a partire da quelli più deboli e indifesi, esposti al rischio di malattie anche mortali. Non è solo “l’ansia distruttiva” verso tutto quello che ha fatto chi c’era prima a determinare una decisione simile; è l’idea che ci si possa permettere, per un po’ di consenso in più, di sacrificare persino una scelta riconosciuta come necessaria da tutta la scienza medica, come la reintroduzione dell’obbligo vaccinale per la frequentazione della scuola materna e primaria. Una scelta fatta, lo ricordo, per contrastare la tendenza preoccupante, registrata negli anni scorsi, di riduzione della diffusione dei vaccini nei bambini più piccoli; una decisione motivata dall’esigenza di raggiungere al contrario la maggiore copertura possibile, proprio per proteggere i bambini più fragili, quelli immunodepressi e per questo impossibilitati a vaccinarsi. L’emendamento passato in Commissione al Senato, eliminando la sanzione per il mancato rispetto dell’obbligo, non soltanto rende inefficace la norma, ma finisce per consolidare l’idea che si sia prossimi a compiere un imperdonabile passo indietro, cedendo di fatto alla demagogia “no-vax”. Su questo punto il PD ha già annunciato che metterà in campo tutti gli strumenti possibili in Parlamento per bloccare questa assurda decisione, schierandosi a fianco e dando voce alle posizioni già espresse da scienziati, medici, genitori di bambini immunodepressi che chiedono ai parlamentari di correggere la norma approvata al Senato (qui la petizione che può essere condivisa).
Noi non abbiamo dubbi: stiamo dalla parte della scienza, della razionalità e della responsabilità verso quelle famiglie che chiedono allo Stato di proteggere i loro figli più esposti al rischio di malattie gravi. Ci interessa affermare un principio basilare della vita democratica che dovrebbe interessare e impegnare tutti: le istituzioni hanno sempre il dovere di proteggere l’interesse generale e di tutelare i più deboli e indifesi, in questo caso i bambini immunodepressi che non potendo essere vaccinati, per difendersi da malattie anche letali, hanno bisogno dello “scudo” di tutti gli altri bambini. Sono convinta che questa, al pari o forse più di altre, non possa essere la battaglia di una parte: è una questione di civiltà, che investe di responsabilità ciascuno di noi, dentro e fuori le istituzioni. Per questo mi auguro che ci sia nei prossimi giorni una forte mobilitazione trasversale e compatta, che possa fare pressione positiva sulle forze di maggioranza e di Governo, per obbligarle a correggere una norma sbagliata e pericolosa.

In questa settimana il lavoro parlamentare mi ha portato a occuparmi di vicende di rilevanza locale: di nuovo la questione infrastrutturale del nostro territorio, con la vergognosa e surreale audizione dei Ministro delle Infrastrutture Toninelli che al momento di sentirsi rivolgere domande dai parlamentari è letteralmente scappato; dopo avere però nella sua introduzione gettato ombre nerissime sul futuro di Pedemontana e Tangenziale di Como.
E poi la gravissima situazione che si è venuta a creare a Campione d’Italia con la dichiarazione di fallimento del Casinò e il rischio della perdita del posto di lavoro per oltre 600 persone, tra lavoratori impiegati nella Casa da Gioco e dipendenti comunali. Entrambe queste questioni, così come altre, chiamano in causa direttamente la responsabilità di chi oggi sostiene il Governo nazionale e in particolar modo dei leghisti “di casa nostra”. Fa un certo effetto registrare il loro silenzio o le loro sfuggenti dichiarazioni dopo anni di critiche sprezzanti e promesse fiammeggianti: mi piacerebbe sapere cosa ne pensa l’onorevole Locatelli, che ha mantenuto l’incarico di vicesindaca di Como, del disimpegno del suo Governo su gratuità e completamento della Tangenziale di Como. E non si capisce perché il sottosegretario agli Interni Molteni non abbia ancora convocato almeno un tavolo interministeriale sulla situazione di Campione, dipendendo proprio dal suo Ministero la concessione della Casa da Gioco. La prova del governo richiede responsabilità e concretezza, specie da parte di chi dal nostro territorio ha ricevuto un consenso così ampio. Penso che ricordarlo a loro e ai comaschi faccia parte dei compiti di un’opposizione seria e utile; e forse non solo delle forze politiche di opposizione.

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