Stampa

Ripartiamo dalla Costituzione

Scritto da Chiara Braga.

Chiara Braga“Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.
Di fronte ad uno scenario confuso come quello che abbiamo ereditato dalle elezioni del 4 marzo 2018 può essere utile ripartire da qui, dalla nostra Costituzione.
L’articolo 49 - scritto, non dimentichiamolo, alla fine di una dittatura che per oltre un ventennio aveva sostanzialmente negato anche l’esercizio dei diritti politici – affidava un’enorme responsabilità ai partiti: dare libera voce ai cittadini e far vivere la democrazia nelle istituzioni repubblicane.
In queste settimane, complice anche lo stravolgimento del quadro politico emerso dalle elezioni, in molti hanno fatto confronti tra la natura e i comportamenti delle diverse forze politiche in campo: tra “partito-azienda” e “azienda-partito”; leader scelti dai propri iscritti, elettori o attivisti o autoproclamatisi tali; metodi di selezione del gruppo dirigente e forme organizzative. Esistono differenze profondissime, norme di funzionamento degli organismi e di trasparenza delle scelte che regolano la vita di un partito molto diverse, al punto di costituire per qualcuno addirittura una pregiudiziale al confronto democratico e forse una delle cause dello stallo in cui ci troviamo ormai da due mesi.
Io credo che sarebbe utile in questo momento, anche per noi, provare a riflettere su qualche punto. “Concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” significa rispettare sempre le istituzioni e le loro regole, ricordando che siamo in una repubblica parlamentare e che, per fare un esempio, le consultazioni affidate dal Presidente della Repubblica alla terza carica dello Stato devono essere svolte da tutti con senso istituzionale, evitando di fare a gara di hastag e sconfessando dopo nemmeno dieci minuti le dichiarazioni ufficiali della rappresentanza del proprio partito che ha partecipato alle consultazioni. Significa osservare le regole di funzionamento del proprio partito, i ruoli delle persone incaricate di rappresentare in quel momento una comunità politica e le sedi del confronto, della discussione e della decisione: la Direzione - e lo stesso vale, in analogia, per l’assemblea dei gruppi parlamentari, di Camera e Senato - non è solo il luogo in cui “ci si conta” ma quello in cui si espongono le proprie ragioni, ci si ascolta e ci si sforza di trovare una decisione democraticamente condivisa.
Penso che mentre, giustamente, denunciamo le contraddizioni e le mancanze dei nostri avversari, dovremmo anche provare a guardare come alcuni di loro hanno saputo risollevarsi da crisi gravi e profonde. Per esempio, la Lega uscita ai minimi termini dalle elezioni di cinque anni fa, si è riorganizzata a partire dalle sue strutture territoriali (Salvini prima che leader è il “Segretario Federale” del suo partito); ha saputo penetrare al centro e al sud costruendo reti di persone presenti sul territorio, fatte da segretari, organismi e amministratori locali; ha affiancato a queste forme organizzative tradizionali un uso spregiudicato ma molto efficace dei social e dei nuovi mezzi di comunicazione.
Io non voglio rassegnarmi all’idea di un PD ridotto a svolgere le proprie discussioni a suon di tweet, post e whatsapp, interviste o dichiarazioni fatte senza pensare alla responsabilità che spetta invece ad un partito chiamato a concorrere, seppur da minoranza, a scelte decisive per le istituzioni che rappresenta e per i cittadini. Vorrei che la Direzione nazionale che si terrà tra due giorni, il 3 maggio, arrivasse ad un chiarimento definitivo anche su questo: rispetto nelle relazioni, confronto anche aspro ma sempre con lo sforzo di ricercare posizioni che uniscono, sono indispensabili per affrontare la strada della risalita che abbiamo davanti. Sempre, ovviamente, che sia interesse di tutti farlo.

Ripartiamo dalla Costituzione, dal suo articolo 1 “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, per celebrare oggi il 1 Maggio, la Festa del lavoro e dei lavoratori. Pensando a chi un lavoro non ce l’ha o l’ha perso, a chi svolge un lavoro sottopagato o insicuro, a chi muore o si infortuna sul luogo di lavoro, a chi abbandona la propria terra e la propria famiglia per cercare un impiego.
“Bisogna che il Governo si adoperi per trovare sorgenti di lavoro, per fare in modo che tutti gli italiani abbiano una occupazione. Questo è quello che deve fare il Governo, questo è quello che deve fare il Parlamento” sosteneva il Presidente Pertini nel suo messaggio di fine anno agli italiani nel 1983.
Un monito mai così vivo e attuale, per ogni Governo che verrà e per il Parlamento che già c’è.

Questi giorni di ricorrenza degli eventi della Liberazione – il 25 aprile e la manifestazione del 28 aprile con l’Anpi a Dongo – mi hanno portato a stare spesso sul nostro Lago. È stato bello condividere non solo questi momenti così importanti per i nostri valori democratici e antifascisti, ma anche la soddisfazione di tanti amministratori e semplici cittadini per il risultato raggiunto proprio in questi giorni sulla variante della Tremezzina. Si sono infatti definitivamente perfezionati i pareri di Soprintendenza e Regione con cui si dà il via libera al progetto definitivo della variante alla Strada Regina, migliorato dal punto di vista paesistico grazie all’importante lavoro svolto con Anas e Provincia. Un passaggio importantissimo perché nei prossimi mesi l’Anas predisporrà il progetto esecutivo e provvederà alla pubblicazione del bando di gara entro la fine di quest’anno. Sono molto soddisfatta perché questo risultato è il frutto del lavoro che insieme al collega Mauro Guerra abbiamo fatto in questi anni in Parlamento, affinché quest’opera, attesa da decenni dal territorio, finalmente si sbloccasse: grazie ai nostri Governi si sono stanziate le risorse, poi integrate anche da Regione Lombardia; attraverso un lavoro paziente e costruttivo, seguito in prima persona da Mauro Guerra che è anche Sindaco di Tremezzina e condiviso con la Provincia di Como, con i nostri consiglieri regionali e con gli altri amministratori locali, siamo riusciti a superare criticità e ostacoli arrivando ad un progetto condiviso e più rispettoso del paesaggio e dell’ambiente del nostro Lago. Il percorso va avanti, noi continueremo a seguirlo e a lavorare, senza clamori o promesse, per costruire risposte concrete alle esigenze del nostro territorio.

Per seguire l'attività di Chiara Braga: sito web - pagina facebook

Pin It