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Interventi in Commissione Antimafia

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli
Intervento durante i lavori della Commissione Antimafia - Roma, 5 dicembre 2013
Vorrei aggiungere alcune riflessioni per dire che condividiamo l’impostazione e il programma di lavoro che qui è stato proposto. Condividiamo le basi su cui si è costruita un’ipotesi di lavoro che parte da un dato: la questione della criminalità organizzata è una grande questione nazionale che ha assunto sempre di più anche una dimensione internazionale. Sapendo che, però, sull’attività di questa Commissione vengono riposte una grande attenzione e grandi aspettative da chi è impegnato e da chi pensa che questo Paese debba fare di più nella lotta contro la criminalità organizzata. Noi dobbiamo essere impegnati a non deludere queste aspettative e questo si fa solo se definiamo chiaramente gli obiettivi a cui realisticamente possiamo tendere in una legislatura che - come più volte ha ricordato il Presidente - è una legislatura che probabilmente avrà un tempo molto limitato. Quindi, è giusta l’impostazione di definire alcuni obiettivi, alcune priorità, come credo sia giusto che da subito si dia (come lo si è dato con la visita a Palermo)
un segnale sul fatto che lo Stato non abbassa la guardia, che la politica e le istituzioni sono a fianco di chi combatte sul campo la mafia e la criminalità organizzata e che non rinunciamo a voler far luce su una stagione oscura e sulle responsabilità di quella stagione. Però, penso che sia assolutamente da condividere il ragionamento che qui è stato fatto e su cui è stato costruito il programma e la proposta della Presidente che dice che non partiamo da zero ma ci sono alcune questioni che hanno bisogno di ulteriore approfondimento e le cominciamo a mettere all’ordine del giorno.
Tra queste vi è la questione della ‘ndrangheta come forma di criminalità organizzata che si sta espandendo molto, che ha un rapporto originale con la politica e che ormai ha forme di internazionalizzazione e non più solo di diffusione su tutto il territorio nazionale; la questione del Nord, di quanto e come la criminalità organizzata si stia radicando nelle Regioni settentrionali e, legata a questo, la questione dell’economia.
Sono d’accordo sul fatto che ci sia una grande questione democratica legata alla mafia al Sud e al fare luce sulle stragi ma dobbiamo sapere che c’è anche una grande questione democratica che rischia di realizzarsi nel momento in cui i capitali di provenienza mafiosa e della criminalità organizzata inquinano a fondo l’economia del nostro Paese, tanto più in tempo di crisi: dal momento che ci sono pochi soldi e nessun investimento e dall’altra parte c’è una forza criminale organizzata che ha molti soldi da mettere sul mercato e nell’economia.
Altra questione è la dimensione europea con l’obiettivo anche di provare a dare un contributo alla presidenza italiana del semestre europeo su questo punto, su come attrezziamo anche l’Europa politica e istituzionale a fare fronte a un fenomeno di criminalità organizzata che ormai non sta più solo dentro i confini nazionali. Questo mi sembrava un fronte della proposta. L’altro fronte mi sembrava quello di guardare con concretezza al nostro lavoro, mettendo in campo l’ambizione di costruire delle modifiche legislative sulle cose che abbiamo già verificato che non funzionano: approfondiamole e capiamo come modificare le leggi. In particolare la legge dello scioglimento dei Comuni per mafia ma anche la legge che riguarda l’Agenzia per i beni confiscati perché non c’è solo il problema di una gestione economica che va garantita, altrimenti quei beni non ritorneranno mai alla collettività, ma c’è anche un problema di evitare che quegli stessi beni ritornino nella disponibilità e nel possesso delle stesse famiglie a cui sono stati tolti.
Su queste questioni, il Presidente ha proposto di dar vita ad un numero limitato di Comitati e credo che dobbiamo cominciare a definirli e a dare le responsabilità per far partire il lavoro. Partiamo bene perché andando prima a Reggio Calabria e la settimana successiva a Milano diamo già due segnali: non è un disvalore fare le audizioni, che normalmente avremmo fatto a Roma, sui territori interessati perché vuol dire segnalare che la Commissione non solo va in visita ma si svolge nella pienezza della sua attività e ascolta i Ministri sui territori dove maggiormente vogliamo impegnarci.  
Intervento durante l’audizione del Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri Reggio Calabria - 9 dicembre 2013
Due domande rapidissime. Sui beni confiscati alle organizzazioni criminali, il Ministro è già stato esauriente ma volevo capire se l’ipotesi di utilizzare il FUG sia per dare sostegno alle imprese confiscate ma anche per liberare una serie di immobili che oggi non sono disponibili per i Comuni e per la collettività perché caricati di ipoteche o perché i Comuni non hanno i soldi sufficienti per metterli a disposizione, è un’idea che si sta prendendo in considerazione?
Altra questione: il Ministro ha giustamente sottolineato quanto il potere economico delle mafie in questo momento di crisi ha un’influenza molto forte in un sistema economico dove c’è poco credito e c’è molto bisogno di soldi. Volevo capire se il Ministro pensa che servano ulteriori norme per tutelare alcuni settori economici dalle infiltrazioni e dall’inquinamento mafioso (come commercio, edilizia e tutto il tema degli appalti e le certificazioni delle imprese sui subappalti)? Video dell'intervento>>
 
Intervento durante l’audizione del Procuratore della Repubblica Gian Carlo Caselli 19 dicembre 2013
Intanto, colgo l’occasione per ringraziare il dottor Caselli non solo delle cose che ci ha raccontato oggi ma soprattutto delle cose che ha fatto in questi anni per il Paese.
Vorrei verificare una serie di cose che abbiamo ascoltato durante le audizioni a Milano nei giorni scorsi, per capire se erano anche nell’esperienza del dottor Caselli.
Milano ci ha segnalato, con grande preoccupazione, un fenomeno omertoso molto forte; omertoso soprattutto tra le stesse vittime e che ha costretto i magistrati ad indicare il reato di favoreggiamento per molte di loro e credo che questo c’entri anche la cosiddetta “zona grigia”. Vorrei capire anche nelle inchieste che Caselli ha presieduto che sensazioni aveva avuto sulle questioni dell’omertà e della “zona grigia”.
Oltre a ciò, sia a Reggio Calabria sia a Milano, ci hanno comunicato la sensazione che ci siano associazioni ‘ndranghetiste che sono radicate e organizzate con modelli già sperimentati su quei territori ma che comunque mantengono un rapporto con Reggio Calabria.
Su questo il dottor Gratteri si è detto profondamente convinto ma ha segnalato anche che non erano tutti d’accordo e volevo approfondire questo tema anche rispetto alle inchieste del dottor Caselli perché credo che sia un punto importante.
Video dell'intervento>>
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