Idee diverse non sono tradimento o complotto
Un lungo applauso ha accolto l'intervento di Dario Franceschini alla direzione nazionale del Pd. Franceschini, senza mettere in discussione la leadership di Renzi, ne' tanto meno le indicazioni sul programma, a cominciare dalla scelta di parlare al paese, ha rivendicato la necessità di parlare di alleanze e legge elettorale. "Io sono tra i 350 'residuati bellici' che pensano che ci sia anche il tema delle alleanze... Io penso che sia sbagliata la contrapposizione per cui 'o si parla di contenuti o si parla di alleanze'. Per realizzare il programma- aggiunge- bisogna vincere le elezioni. E per vincere le elezioni bisogna occuparsi anche di come fare a vincerle. Con tre poli difficilmente uno dei tre avrà la maggioranza. Le alleanze ci sono sempre, se ne parla sempre. E siamo costretti a parlare anche di legge elettorale.
Non so chi abbia detto che abbiamo perso" alle amministrative "perché non c'erano le coalizioni. Se qualcuno lo ha detto ha detto veramente una cosa ridicola. Il problema- spiega Franceschini - è l'opposto. Noi non abbiamo vinto nemmeno avendo le coalizioni più larghe possibili. A Taranto abbiamo vinto, ma il Pd ha perso il 13 per cento. E' un po' lontana la possibilità di vincere da soli anche in quella città. Servono gli altri. E' sempre così, si mescolano i contenuti, le proposte, il carisma del leader ma contano gli altri". Franceschini ricorda che Berlusconi, "è stato sempre così, anche nei momenti in cui era molto vincente e carismatico. Ha preso il partito dei pensionati. Ha preso Storace. Io non dico che dobbiamo arrivare all'Unione. Ma il tema delle alleanze dobbiamo porcelo. E dobbiamo partire dal campo del centrosinistra. Quello è il nostro campo". Quanto alla legge elettorale, il ministro della cultura spiega che "non è che questo porta per forza al premio di coalizione. Ma il tema delle alleanze te lo devi sempre porre: sia che la legge elettorale ti metta in condizione di fare la coalizione prima, sia che ti consenta di fare la maggioranza dopo. La Dc ha scelto di governare coi partiti minori, ma in tutte le elezioni li aiutava a entrare in Parlamento perché sapeva che dopo gli sarebbero serviti per formare un governo. Ecco io vorrei che sui questo ci fosse un confronto, una linea. Sapendo che tutto questo parte da un programma. Bisogna partire dalle nostre idee, costruendo una condivisione sui contenuti. Senza mettere in discussione il segretario che è stato eletto da 2 milioni di voti, ed è giusto che risponda a quei 2 milioni di voti. Ma con rispetto per una comunità fatta di donne, uomini, sindaci, parlamentari, segretari provinciali, regionali che ti hanno votato. Ma che non hanno rinunciato per 4 anni al pensiero e alla parola. Un segretario guida una comunità l'ascolta, la tiene insieme con pazienza, soprattutto ascolta chi la pensa diversamente, senza vedere dietro ogni pensiero un tradimento o un complotto".
Non so chi abbia detto che abbiamo perso" alle amministrative "perché non c'erano le coalizioni. Se qualcuno lo ha detto ha detto veramente una cosa ridicola. Il problema- spiega Franceschini - è l'opposto. Noi non abbiamo vinto nemmeno avendo le coalizioni più larghe possibili. A Taranto abbiamo vinto, ma il Pd ha perso il 13 per cento. E' un po' lontana la possibilità di vincere da soli anche in quella città. Servono gli altri. E' sempre così, si mescolano i contenuti, le proposte, il carisma del leader ma contano gli altri". Franceschini ricorda che Berlusconi, "è stato sempre così, anche nei momenti in cui era molto vincente e carismatico. Ha preso il partito dei pensionati. Ha preso Storace. Io non dico che dobbiamo arrivare all'Unione. Ma il tema delle alleanze dobbiamo porcelo. E dobbiamo partire dal campo del centrosinistra. Quello è il nostro campo". Quanto alla legge elettorale, il ministro della cultura spiega che "non è che questo porta per forza al premio di coalizione. Ma il tema delle alleanze te lo devi sempre porre: sia che la legge elettorale ti metta in condizione di fare la coalizione prima, sia che ti consenta di fare la maggioranza dopo. La Dc ha scelto di governare coi partiti minori, ma in tutte le elezioni li aiutava a entrare in Parlamento perché sapeva che dopo gli sarebbero serviti per formare un governo. Ecco io vorrei che sui questo ci fosse un confronto, una linea. Sapendo che tutto questo parte da un programma. Bisogna partire dalle nostre idee, costruendo una condivisione sui contenuti. Senza mettere in discussione il segretario che è stato eletto da 2 milioni di voti, ed è giusto che risponda a quei 2 milioni di voti. Ma con rispetto per una comunità fatta di donne, uomini, sindaci, parlamentari, segretari provinciali, regionali che ti hanno votato. Ma che non hanno rinunciato per 4 anni al pensiero e alla parola. Un segretario guida una comunità l'ascolta, la tiene insieme con pazienza, soprattutto ascolta chi la pensa diversamente, senza vedere dietro ogni pensiero un tradimento o un complotto".
Fonte: DIRE