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Contributi dimezzati agli under 35

Scritto da Marco Leonardi.

Marco Leonardi
Intervista di Repubblica.

Il mercato del lavoro, raccontano i dati Inps, si sta nuovamente precarizzando. Dopo l'ubriacatura degli incentivi, le imprese preferiscono i contratti a termine. Come pensate di invertire questa tendenza in manovra?
"L'occupazione va bene, se raffrontata all'andamento del Pil", risponde Marco Leonardi, consigliere economico di Palazzo Chigi. "Abbiamo quasi 600 mila contratti in più sul 2016, anche se in prevalenza a termine. Il tema però è un altro: per completare il Jobs Act bisogna tagliare il costo del lavoro e rendere il contratto a tempo indeterminato meno caro. E per sempre. A partire dai giovani".
In che modo?
"Fin dal Lingotto di Renzi, pensiamo di dimezzare i contributi per tre anni a chi assume con un contratto a tutele crescenti un under 35, ma questa soglia d'età dipende da quanti soldi avremo. Sarà un contratto per il primo impiego a tempo indeterminato. E consentirà all'impresa di risparmiare 3-4 mila euro all'anno per ogni nuovo assunto. A patto che non licenzi ".
Quanto costerà?
"Meno di un miliardo nei primi due anni. Poi tra 1,5 e 2,5 miliardi, a seconda delle soluzioni. L'incentivo andrà a sostituire il bonus assunzioni legato a Garanzia Giovani, che finisce quest'anno. E sarà portabile: se l'azienda mi assume e poi mi licenzia nel primo anno, ne ho ancora due di bonus da attivare con altri datori".
Le crisi industriali si moltiplicano. E con loro gli esuberi di personale maturo. Quale soluzione in questo caso?
"Non possiamo tornare indietro alla cassa integrazione lunga e alla mobilità. Pensiamo invece a strutturare politiche attive legate non ai singoli, ma alle crisi d'azienda che poi sfociano in licenziamenti collettivi. L'idea è di intervenire da subito, appena inizia la Cassa, coinvolgendo Stato e azienda. L'Anpal mette a disposizione un nuovo assegno di ricollocazione collettivo. E l'imprenditore paga la sua parte, ad esempio in forma di buonuscita, se il lavoratore accetta un percorso di riqualificazione. O con un incentivo per le aziende che lo riassumono".
Le imprese accetteranno?
"Ne discuteremo presto con le parti sociali. Ma ricordo che le imprese non versano più nulla per la mobilità. E che possono attingere al Fondo interprofessionale, oggi destinato a formare chi un lavoro lo ha, ma non chi lo perde. Ogni anno ci sono 70 mila lavoratori licenziati con procedure collettive. E non parlo di Alitalia, Ilva, banche. Ma degli altri casi fuori dai riflettori. Lavoratori che non vede nessuno ".
L'Ape sociale è partita. Sin qui 30 mila domande, a metà dell'opera. Ce la farete?
"Dopo tanta fatica, siamo contenti. L'obiettivo per il 2017 sarà raggiunto facilmente. E se le richieste accolte saranno molto superiori a quanto preventivato, potremo pensare di aggiungere risorse".
Come mai l'Ape volontaria stenta? Il decreto balla da marzo.
"È pronto da Pasqua. Ma ci sono ancora alcuni passaggi burocratici da completare. Contiamo di metterla in pista prima della pausa estiva. E credo sarà una misura molto apprezzata. Se hai accumulato 100 di pensione futura, ti permetto di spalmarli su 23 anni e ti chiedo il 3,5% di 100. Così avrai 97 in futuro, ma vai pensione 3 anni e 7 mesi prima. Non mi sembra un prezzo molto alto".
Pensate davvero di portare l'età pensionabile a 67 anni?
"Non abbiamo preso alcuna decisione, anche perché non ci sono ancora i dati Istat sull'aspettativa di vita. Ma ricordo che un aggiustamento automatico c'è in tutti i paesi: è un atto amministrativo, non politico".
C'è stato un vulnus costituzionale nell'abolire e poi reintrodurre i voucher solo per evitare il referendum?
"Non sta a me dirlo. Ma anche la Cgil voleva uno strumento per regolare il lavoro subordinato occasionale. Noi l'abbiamo fatto. Tra l'altro, anche la Consulta, nella sentenza che ha ammesso i referendum, ne segnalava la necessità".
Eppure il Quirinale ha chiesto e ottenuto da Palazzo Chigi un impegno politico a evitare abusi. Sarà così?
"Dal 10 luglio, quando sarà varata la piattaforma Inps, anche il lavoratore - oltre l'impresa - potrà confermare online il lavoro svolto. Così il datore non può più revocarlo entro tre giorni. E se fa il furbo con troppe revoche, l'Inps se ne accorge in tempo reale e può intervenire anche con una telefonata".
Ma il lavoratore lo farà senza temere ritorsioni?
"I ricatti saranno molto inferiori rispetto ai voucher cartacei. Non solo perché il limite per le aziende è di 5 mila euro all'anno, mentre prima era infinito. Ma soprattutto perché qui la tracciabilità è perfetta. Sarei matto a fare il nero con l'online ".
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