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Le divisioni nel centrosinistra pesano sull’esito dei ballottaggi

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco MirabelliArticolo pubblicato da Huffington Post.

Dal risultato elettorale dei ballottaggi emerge con chiarezza un dato che non può e non deve essere nascosto: il centrosinistra ha subito una sconfitta parziale ma significativa. Il centrosinistra, non Renzi o il PD soltanto. Si sono persi quasi tutti i capoluoghi di provincia e soprattutto le città simbolo che storicamente appartenevano alla sinistra - Genova, Pistoia, Sesto San Giovanni - e si è perso in molti dei Comuni dove il centrosinistra governava.
C’è da dire che nel 2012 c’era stata una tornata di elezioni amministrative con risultati straordinari per il centrosinistra: si era vinto quasi ovunque, anche in realtà storicamente di destra come Monza, Legnano, Magenta, Como.
Eravamo nella fase di crollo del berlusconismo e di massima unità del centrosinistra e si erano create delle condizioni politiche favorevoli anche grazie alla capacità che avevamo avuto di interloquire con le realtà rappresentative del civismo. Oggi non è stato così. Tanti di questi Comuni sono tornati al centrodestra.
Il centrosinistra conferma comunque un radicamento sui territori perché alla fine dei ballottaggi continuiamo a governare la maggioranza dei Comuni e abbiamo conquistato comuni importanti, da Lecce a Taranto fino a Padova, a conferma che in questa fase le difficoltà delle amministrazioni locali penalizzano chi ha governato.
Insisto questa è una sconfitta del centrosinistra: tentare come si sta facendo di liquidarla come una sconfitta di Renzi o del Pd è sbagliato e non aiuta a capire e a trarre le conseguenze da questa tornata amministrativa.
Partiamo da un dato: si è perso, infatti, in tutte le roccaforti del centrosinistra in cui si andava a votare, in cui la sinistra non aveva mai perso e in cui, spesso si presentava unita (da Sesto a Genova).
Il tema che dobbiamo porci non riguarda solo il PD. Non è pensabile andare alle elezioni e vincerle con il centrosinistra unito formalmente a livello locale se, parallelamente, sul piano nazionale c’è una continua delegittimazione del PD da parte di un pezzo di quello stesso centrosinistra. Se davvero l’obbiettivo è ricostruire un campo largo del centrosinistra, così come ha fatto il centrodestra in questi anni, che non sia strumentale in vista delle elezioni ma che si confronti sui contenuti, non sarà più possibile presentarsi, come questa volta, alle elezioni uniti con però una parte del centrosinistra che passa le giornate a spiegare che il PD è di destra, governa male e deve rinnegare tutto ciò che il Governo nazionale ha fatto in questi anni. Se poi gli elettori di sinistra sono confusi o poco motivati dipende anche dalla scarsa credibilità dell’unita dello schieramento.
Non è, quindi, solo un problema del PD ciò che è successo ma di tutto il centrosinistra.
È evidente che se una parte del centrosinistra passa il tempo a delegittimare il PD e, ogni volta che si perde, afferma che ha perso Renzi e, con qualche soddisfazione, preferisce lasciare le città nelle mani del centrodestra per dare un messaggio a Renzi, passa l’idea che il centrosinistra non sia credibile anche se formalmente si presenta unito alle urne e viene a mancare quel rispetto e riconoscimento reciproco necessario per costruire qualsiasi alleanza.
È difficile iniziare una discussione su come si costruisce il centrosinistra se il messaggio è che prima vanno delegittimati il PD e Renzi e poi si può cominciare a discutere. Occorre, invece, guardare all’interesse generale e superare le diatribe personali che ci sono.
È probabile che i dati ci diranno che tra il gran numero percentuali di astenuti ci sia anche una grande parte dell’elettorato storico del centrosinistra che viene demotivato davanti a queste divisioni.
Il voto di ieri dimostra che non è vero che la scissione porta a recuperare i voti persi a sinistra, anzi ha fatto peggio minando l’unita del centrosinistra nelle città.
Nei prossimi giorni dovremo saper cogliere un altro dato, pure preoccupante, che questo risultato ci consegna: il centrosinistra che è sempre stato interlocutore privilegiato delle esperienze civiche nei Comuni sembra aver perso questa capacità che ci ha spesso consentito di allargare le coalizioni e dare forza ai progetti nei comuni. L’indebolimento di questo rapporto ci deve spingere ad una riflessione sul partito e il suo radicamento territoriale. L’ottimo risultato dei civici è legato alla loro capacità di farsi carico dei problemi concreti dei quartieri e dei cittadini e dalla capacità di aggregare associazioni e comitati, obbiettivi su cui dobbiamo recuperare in molte realtà la capacità di lavorare ed essere interlocutori credibili e disponibili.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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