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Pari rappresentanza di genere

Scritto da Sara Valmaggi.

Sara ValmaggiLa legge nazionale tutela la pari rappresentanza di genere. Ora deve essere applicata anche in Lombardia. Questo quanto ho voluto ribadire intervenendo oggi, a palazzo Pirelli, alla presentazione del libro di Fiorella Paris “Quote rosa in Lombardia”.
Senza pari rappresentanza di genere un Paese non può dirsi civile.
Questo per un principio democratico elementare, che impone siano rappresentati tutti i cittadini e fra questi, non c’è dubbio, le donne sono più numerose degli uomini. In realtà, ad oggi, il principio in Italia è tutelato.
Una legge nazionale infatti ha introdotto la doppia preferenza di genere nelle elezioni amministrative, che ha portato nella tornata elettorale di primavera ad eleggere un consistente numero di donne. Ma non solo. Il testo unico in materia di intermediazione finanziaria sulla parità di accesso agli organi di amministrazione e controllo delle società quotate nei mercati regolamentati (120/2011) e il decreto sull’accesso agli organi di amministrazione e controllo delle società controllate dalla pubblica amministrazione (251/2012) ha imposto la presenza di un quinto delle donne negli organismi direttivi degli enti partecipati. Un significativo progresso rispetto al passato, che ora deve essere applicato anche in Lombardia.
Per questo abbiamo presentato tre progetti di legge, di cui sono prima firmataria, uno per l’introduzione della doppia preferenza di genere nelle elezioni regionali e due che impongano che le nomine negli enti partecipati debbano essere per un terzo femminili, pena la loro nullità.
Non si tratta di un problema di quote rosa ma di garantire il principio della democrazia paritaria, principio peraltro presente, ed è uno dei pochi casi in Italia, nello Statuto d’autonomia, ma non ancora applicato completamente.
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