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Il 30 aprile a votare Renzi alle primarie PD

Scritto da Patrizia Toia.

Patrizia ToiaIl 30 aprile dalle 8 alle 20 iscritti, simpatizzanti o, semplicemente, elettori del PD hanno la possibilità di scegliere direttamente il Segretario nazionale e l’Assemblea del PD e ciò significa scegliere il futuro del partito, ma anche del Paese e dell’Europa.
Italia ed Europa sono infatti parte di un comune destino.
Ancora una volta il Pd punta sulla "qualità " della democrazia di popolo e chiama le cittadine e i cittadini alla responsabilità delle scelte.
Nel quadro politico italiano, così complesso e, lasciatemelo dire, preoccupante, c’è assolutamente bisogno di un Pd forte e unito che guidi il cambiamento del Paese con una chiara e condivisa strategia per far fare un passo avanti all’Italia nell’equità, nello sviluppo sociale ed economico e nei diritti. Un Pd che sia anche voce autorevole e decisiva in Europa.
E tutto ciò può avvenire solo nella pienezza della vita democratica, non nella rete o in fantomatiche piattaforme, ma alla luce del sole in mezzo alle cittadine e ai cittadini in carne ed ossa: ecco perché le primarie sono una passaggio importante!
Personalmente, come molti di voi sanno, sostengo Matteo Renzi. Per molte ragioni, sia nazionali che europee.
Innanzitutto perché il partito che vogliamo rilanciare è quello del progetto originario, plurale aperto ed accogliente, il PD di tutti, ricco di storie diverse che si sono mescolate e non vogliono tornare a dividersi sul passato, diventato ormai patrimonio comune, che si prepara al futuro , ai cambiamenti e che ha l'ambizione di governare le novità e le innovazioni, secondo i propri valori progressisti.
In due anni di governo Renzi numerose riforme (attese da anni) hanno fatto avanzare il Paese: la ripresa, sia pur faticosamente, è cominciata, così come un’azione di sostegno alle fasce più deboli e la lotta alla povertà.
E' una realtà incontestabile che si sia intervenuti con rapidità ed efficacia da parte del Governo, e con un intenso lavoro parlamentare, sia sul versante dell’innovazione del Paese (penso, per fare un esempio, all’avvio delle infrastrutture digitali e alla diffusione della banda larga), sia sul versante della cultura, della formazione e del mondo sociale (terzo settore., imprese sociali, etc ).
In Europa, dobbiamo pure riconoscere, perché è un dato di fatto, che solo grazie all’azione di Renzi , con il parallelo impegno dei parlamentari del gruppo S&D, si sono ottenuti i più importanti risultati, per niente scontati: dalla flessibilità al piano per gli investimenti, dall’immigrazione all’Europa sociale. Temi, questi, non solo assenti dall’Agenda politica della Commissione e del Consiglio in passato, ma considerati " impronunciabili" .
Renzi ha fatto cambiare rotta in Europa, anche con un atteggiamento molto forte, a volte inconsueto per le sedi europee: alcuni non l’hanno capito o l’hanno criticato, ma vi assicuro che era assolutamente necessario fare così per scalfire le " incrostazioni" e per scuotere certe lente e inutili liturgie europee che generano tanta ostilità e alimentano tanto antieuropeismo nella pubblica opinione e presso i cittadini. Il piglio deciso di Renzi a Bruxelles si é accompagnato sempre ad un lavoro serio di presenza, di iniziative, (si pensi alla cerimonia di Ventotene e alla scuola che lì nascerà) di proposte e progetti che il Governo italiano ha fatto durante il semestre e in tutti questi anni (cito per tutti il Migration Compact che é ora nei programmi dell’UE e la proposta italiana per la garanzia per la disoccupazione, o le proposte per la lotta all’evasione fiscale).
I risultati e la credibilità ottenuta e il prestigio ritrovato confermano il valore di questa azione italiana. Inoltre, con le elezioni europee il Pd in Europa è la forza progressista più rilevante nella famiglia socialista e democratica europea e per questo ha un grande compito di rinnovamento e di rilancio da svolgere nello scenario europeo così fragile, attaccato e bisognoso di nuove strategie politiche e programmatiche.
Io insisto sull'Europa perché questa é una delle novità più rilevanti portate da Renzi: aver capito chiaramente che l'Europa "non è altro da noi" e che si parte da lì anche per cambiare l'Italia, non il contrario. Renzi ha aperto il Lingotto parlando di Europa e chiuderà le primarie a Bruxelles.
Il messaggio è chiaro: noi siamo l’Europa e dunque vogliamo e pretendiamo di essere lì a dirigerla e a "plasmarla" perché torni ad essere come era alla nascita e come deve tornare ad essere per guidare il futuro. Le nostre proposte sono note: più democrazia con l'elezione diretta del presidente della Commissione, più integrazione con il rafforzamento della governance della zona euro, con un Ministro del Tesoro europeo e con le competenze necessarie a gestire un politica economica di crescita più convergente tra i paesi, più equità sia sociale che fiscale, con la lotta ai paradisi fiscali, all’evasione e al dumping sul lavoro e sulle imposte, più strategia di sostenibilità con un modello di transizione energetica e soprattutto centralità assoluta al tema del lavoro e del welfare europeo.
Per tutto questo occorre però invertire la rotta: Europa si, ma non così! Dice Renzi e diciamo noi, da convinti e appassionati europeisti.
Un'ultima parola vorrei aggiungere per sfatare un ritornello ,ormai stucchevole, quello dell'uomo solo al comando: è adesso chiaro a tutti che siamo in una realtà collegiale, lo dimostrano il fatto stesso che ci sia una abbinata Renzi e Martina e che il programma non sia nato in una stanza chiusa, ma da un lavoro corale al Lingotto.
Il fatto che ci sia una squadra e diverse responsabilità dice chiaro che c'è collegialità!
Queste ragioni dunque mi spingono a sostenere Renzi, politico preparato, coraggioso e appassionato alle persone, all'umanità e al futuro, che si fa affascinare dall'innovazione e dalla tecnologia, ma che propone ideali e rigore etico, rispetto dei diritti umani più che cinico realismo nella politica estera.

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