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Il riordino del settore dei giochi

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli
Intervento a RaiNews 24 (video della trasmissione).

Il disegno di legge per il riordino del settore dei giochi nasce dalla consapevolezza che occorre costruire una normativa in grado di sistemare complessivamente la materia perché è necessario porre regole che oggi non ci sono o sono confuse.
Inoltre, c’è bisogno di fissare obiettivi chiari che il testo del disegno di legge contiene - ma su cui sta anche lavorando il Governo nella Conferenza Stato-Regioni - e cioè che è necessario pensare concretamente a come ridurre l’offerta di gioco. In merito a questo, alcune cose sono già state stabilite dalla Legge di Stabilità del 2015, come la riduzione del 30% delle macchinette dai locali pubblici entro il 2019 e che tutte devono avere un accesso da remoto e, quindi, possono essere controllate.
Un altro obiettivo da raggiungere è quello della riduzione della domanda di gioco, e quindi, vi è la necessità di intervenire anche sulla pubblicità e sul settore educativo. Questo, ovviamente, implica che lo Stato beneficerà meno delle entrate derivanti dal gioco.
A mio avviso, comunque, è necessario regolamentare il settore del gioco, guardando innanzitutto alla tutela degli utenti e, in particolare, delle persone più deboli; creando regole chiare e stringenti e mettendo in campo sistemi di gioco che si prestino il meno possibile alla diffusione delle patologie.
A mio avviso è importante che si arrivi a togliere la presenza delle slot machines dai locali pubblici come bar e tabaccherie; il Governo si è anche già mostrato disponibile ad agire subito su questo fronte.
L’introduzione delle slot machines nei locali pubblici fatta da Tremonti in anni passati ha di fatto liberalizzato l’accesso a questi strumenti mentre ora credo che su questo punto sia opportuno tornare indietro.
In merito al divieto di pubblicità per il gioco d’azzardo, la richiesta per quanto riguarda le tv generaliste nelle fasce protette era contenuta nel disegno di legge a mia firma e a questo avevamo aggiunto anche il divieto di pubblicità nelle manifestazioni sportive. Con la Legge di Stabilità del 2015 è stato introdotto il divieto di pubblicità per il gioco nelle fasce protette per le televisioni generaliste ma è rimasta la possibilità di pubblicità nelle trasmissioni sportive e, a mio avviso, questa sta diventando una presenza eccessiva e invasiva. In quei casi, inoltre, molto spesso la pubblicità è direttamente funzionale al gioco perché si invitano i telespettatori a scommettere sulle gare in corso. A mio avviso, questo andrebbe proibito perché è un’evoluzione della pubblicità in una forma preoccupante e pericolosa.
I grandi capitali che stanno investendo nell’industria del gioco d’azzardo devono avere chiaro che o si danno dei limiti e condividono delle regole, comprendendo che il gioco va amministrato dando garanzie agli utenti e limitando i rischi, altrimenti - di fronte a problemi per patologie crescenti - si dovrà arrivare ad una stretta e, quindi, sarà tolto spazio alla possibilità di investire nel settore.
Questo significa che occorre investire sull’educazione dei gestori dei luoghi in cui si gioca affinché imparino a riconoscere chi necessita di aiuto e sappiano come intervenire ma anche investire sui sistemi che possano intervenire per ridurre le giocate o la possibilità di continuare a reinvestire eventuali vincite.
Anche le industrie che operano nel gioco devono comprendere che servono degli strumenti di tutela e che devono essere i primi ad avere l’interesse a metterli in campo.
Sono convinto che anche le imprese abbiano interesse al fatto che ci sia un riordino complessivo del settore del gioco e che sia chiaro cosa si può fare e cosa no. Ovviamente, è necessario che le imprese si assumano delle responsabilità.
Personalmente, sono favorevole dell’eliminazione delle slot machines dai bar e dalle tabaccherie e a ragionare sulla costruzione di luoghi specifici dedicati al gioco con personale altamente formato e con macchine costruite in modo che non sia possibile giocare banconote di grande taglio o rigiocarsi interamente la vincita. Ci sono sistemi che lavorano sull’identificazione dei soggetti e con possibilità di fissare dei tetti oltre i quali non è possibile giocare. In Conferenza Stato-Regioni si sta lavorando per raggiungere questo obiettivo. Le leggi possono imporre alcune norme ma poi occorre che siano le imprese a realizzarle.
Sul fronte della prevenzione e della cura c’è una novità importante. Oltre alle campagne che si stanno facendo in molte Regioni e in molti Comuni per far leva sull’educazione, in questi ultimi mesi la cura delle patologie derivate dal gioco è stata fatta rientrare nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) che lo Stato garantisce e, quindi, viene riconosciuto il problema e la necessità di creare servizi dedicati e accessibili a tutti i cittadini e questo è un altro piccolo passo verso un’idea di riordino complessivo del settore.
Video dell’intervista»

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