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Col No ho perso anch'io

Scritto da Giorgio Napolitano.

Giorgio Napolitano "Non mi nascondo dietro un dito. Ho creduto da lunghissimo tempo nella necessità di una revisione in punti cruciali della seconda parte della Costituzione repubblicana" e "aver visto fallire, lo scorso 4 dicembre, il terzo o quarto tentativo di riforma è certamente stata una sconfitta anche per me". Lo dice in un'intervista al Messaggero il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. "Da quando è partita la campagna elettorale, con smisurato anticipo e procedendo per un inusitato tempo di svolgimento, c'è stata una corrente di opinione e politica che almeno apparentemente non ha negato la necessità di una revisione della seconda parte della Carta ma ne ha drasticamente criticato e rifiutato il testo di legge in cui si era concretizzata in Parlamento la riforma da molti non negata in principio", osserva.
La campagna elettorale "è partita male", dice Napolitano, "innanzitutto da un preannuncio clamoroso di No che ha caratterizzato il documento firmato da 56 studiosi" e poi "la personalizzazione e politicizzazione del confronto ad opera dell'allora presidente del Consiglio si è subito trovata di fronte ad una personalizzazione alla rovescia da parte delle più variegate opposizioni". Altro errore "è stato quello di considerare la legge elettorale da approvare, e poi approvata con la sigla dell'Italicum, come strumentale rispetto ai cambiamenti voluti con la riforma costituzionale". "Ci si è illusi di guadagnare voti per il Sì con argomenti che si credeva potessero funzionare facendo concessioni all'anti-politica". "In quanto a prospettive ulteriori di riforma costituzionale, vedremo a quali iniziative riterrà di cooperare il nuovo governo, oltre il fondamentale impegno a rivedere l'Italicum e ad armonizzare la legislazione elettorale nel suo complesso. E vedremo anche che fine faranno annunci rassicuranti sulla possibilità, dopo la sconfitta del Sì, di una riforma in tre articoli approvabile in sei mesi". "Le vicende del governo e della quotidiana dialettica e manovra politica intendo seguirle con sempre maggiore distacco sulla base dell'esperienza compiuta in rapporto al problema della riforma costituzionale", conclude Napolitano. "Conto di dedicarmi piuttosto a testimonianze e a riflessioni di carattere storico e culturale".
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