Stampa

Piano strategico metropolitano

Scritto da Arianna Censi.

Arianna Censi
Articolo pubblicato dalla rivista Cooperazione & Solidarietà di Ecopolis

Una delle funzioni più importanti che la legge 56/2014 (cosiddetta legge Delrio) assegna alle Città metropolitane è relativa all'elaborazione del Piano strategico triennale. Visto come lo strumento di programmazione che vuole identificare scelte, strategie e vocazioni per l'intera area metropolitana. Con lo scopo, così come recita la legge di istituzione delle città metropolitane, di avere “cura dello sviluppo strategico del territorio metropolitano”.
Da subito, la Città metropolitana di Milano ha scelto un metodo partecipato e inclusivo per realizzare il suo Piano, prima in Italia.
Convinti che questo fosse l'unico possibile perché capace di dare voce ai territori in maniera diretta, raccogliendone non solo la voce, ma realizzando un tessuto di rapporti e relazioni, un mettere in rete vocazioni, aspirazioni e possibilità. Non, dunque, qualcosa calato dall'alto, ma una costruzione che viene su dal basso, dove tutti contribuiscono alla ricerca della migliore mediazione possibile, condividendo scelte e finalità. In questa prospettiva, la Città metropolitana di Milano si è presentata come interlocutore per il rilancio, in forme sostenibili, dell'economia del territorio, per dare migliori e più adeguate risposte ai bisogni dei Comuni, delle famiglie e delle imprese, grazie alla sua vocazione di soggetto che mette in rete le istituzioni locali, le autonomie funzionali, le realtà economico-sociali, il mondo associativo e del terzo settore.
Il Piano Strategico Metropolitano indirizza non solo le scelte della Città metropolitana, ma costituisce anche l'atto di indirizzo per tutti i 134 Comuni dell'area metropolitana. Un strumento quindi fondamentale che va nella direzione di una Città metropolitana sempre più competitiva, non più ente intermedio tra Comuni e Regione, ma soggetto capace di farsi promotore delle strategie di sviluppo di tutto il territorio. Si potrebbe affermare che il Piano strategico abbia segnato la partenza vera, la partenza di fatto della nuova istituzione che va sotto il nome di Città metropolitana di Milano.
Un percorso, come dicevo, che la Città metropolitana ha voluto fosse condiviso in tutte le sue fasi. Dalla Mappa delle Idee, frutto della collaborazione di tutti gli stakeholders dell'area milanese, che delinea gli orientamenti-guida di sviluppo dell'Ente; al percorso di ascolto del territorio, durante il quale i Comuni si sono confrontati per la creazione di progetti, espressione concreta dell'identità e delle peculiarità dei territori che li hanno elaborati, e che sono poi diventati i contenuti del Piano Strategico.
In particolare, la Mappa delle Idee ha individuato “sei piattaforme progettuali” su cui poggiare l'azione della Città metropolitana nei prossimi anni, queste sono espresse in una serie di parole chiave: 1) agile e performante, per semplificare procedure e accesso ai servizi; 2) creativa e innovativa, per collegare il sapere al saper fare; 3) attrattiva e aperta al mondo, per valorizzare le differenze e scambiare con i territori vicini e lontani; 4) intelligente e sostenibile, per rigenerare territorio e ambiente; 5) veloce e integrata, per connettere persone, imprese e territori; 6) coesa e cooperante, per sostenere l'inclusione sociale e gestire in forma associata i servizi.
All'interno del Piano Strategico hanno trovato posto la creazione delle sette zone omogenee in cui, in accordo con i Comuni, è stato suddiviso il territorio. In questo modo i territori – si legge nella relazione al Piano strategico milanese – “diventeranno veri e propri laboratori di pratiche di intercomunalità, con la finalità di sostenere lo sviluppo economico, tutelare e valorizzare il territorio, migliorare i servizi di mobilità, erogare servizi sempre più efficienti a cittadini e imprese”. È importante sottolineare poi come la costituzione delle zone omogenee rappresenti, in un certo senso, l'altra faccia di una medaglia, dove l'altro verso ancora è rappresentato dalla costituzione dei Municipi da parte del Comune di Milano. Le due cose sono complementari e connesse. Sulle zone omogenee è stato inoltre fondamentale raggiungere un accordo con la Regione Lombardia per la adozione definitiva. La collaborazione con la Regione, che era già intervenuta legislativamente con la L. R. 32/2015, si conferma uno dei cardini principali su cui sviluppare l’azione strategica. Partendo dallo scenario di una “metropoli reale”, che c'è ed esiste, si è passati a delineare la mappa di una “metropoli possibile”, cioè di un luogo dove fosse possibile tentare la realizzazione di alcuni progetti condivisi. Lo scopo è anche quello di superare i meri confini geografici, proiettando l'area metropolitana milanese nel contesto più vasto, nazionale e internazionale.
Tra gli altri interventi positivi, sono già partiti progetti come quello sulla semplificazione delle procedure amministrative in materia ambientale oppure quello sulla “banda larga” nelle scuole del territorio metropolitano; avviato l'iter per la costituzione di un unico ATO dell'acqua metropolitano (che permetterà di superare il precedente dualismo comune capoluogo e restante territorio). È stato poi approvato, d'intesa con la Regione e il Comune di Milano, lo statuto dell'Agenzia regionale per il trasporto pubblico, presupposto per dare nuova forma al governo del trasporto pubblico locale. Se volete saperne di più o approfondire, il Piano strategico metropolitano è sul sito istituzionale della Città metropolitana di Milano: www.cittametropolitana.milano.it.

Per seguire l'attività di Arianna Censi: sito web - pagina facebook

Pin It