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Una lezione a chi preferisce le guerre tra poveri

Scritto da Franco Mirabelli.

Franco MirabelliArticolo pubblicato da Huffington Post.

Questa mattina sono andato a trovare i ragazzi ospiti dello Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) per minori gestito da Villa Amantea a Trezzano sul Naviglio e Buccinasco, grazie alla decisione dei due sindaci di mettere a disposizione di questo progetto due beni confiscati alle mafie.
Due case utilizzate dalle famiglie ‘ndranghetiste come base per i loro traffici ora ospitano giovani che sono arrivati dall'Africa e sono senza famiglia.
Due famiglie, una senegalese e una italiana, vivono con loro.
Ho trovato ragazzi con tanta voglia di studiare, lavorare, costruirsi un futuro. Preoccupati per "le carte", che soffrono l'incertezza e i tempi lunghi delle commissioni per il riconoscimento del diritto di asilo.
Il tempo trascorso con loro ha aiutato a capire la loro determinazione: studiano, imparano, vogliono decidere del proprio futuro. Mi ha aiutato ad apprezzare il coraggio e l'amore di chi ha scelto con gratuità di rinunciare a molto per vivere con loro, di chi si commuove quando viene chiamato "mamma" e "papà".
Qui, guardando quei 12 ragazzi che parlano due o tre lingue e non possono tornare indietro e vedendo l'affetto che dimostrano le famiglie che hanno scelto di vivere nella stessa casa con loro, appare assurda la stupidità di chi di fronte ai problemi dell'accoglienza non riesce a dire altro se non "portateveli a casa vostra".
Hanno seguito le vicende del terremoto e hanno capito che qualcuno ha cercato e cerca di mettere i loro bisogni in concorrenza con quelli di chi ha perso tutto.
Non capiscono come si possa pensare che sia colpa loro se le vittime del terremoto ora vivono nelle tende ma, avendo vissuto storie drammatiche, sanno che è la solidarietà di tanti che oggi regala una speranza e provano, come possono, a ricambiare.
Al centro del tavolo c'è un barattolo in cui hanno deciso di mettere ognuno un euro della loro diaria per aiutare i terremotati. Certo, non riusciranno a raccogliere grandi cifre ma sicuramente questo gesto è una lezione per chi pensa che non ci possa essere una convivenza solidale e preferisce, di fronte ai problemi di chi soffre, scaricarli su altri che soffrono anziché risolverli.

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