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Uno sguardo all'Economia

Scritto da Graziano Delrio, Enrico Morando, Sandro Gozi.

 Graziano DelrioProponiamo alcune interviste a Graziano Delrio, Sandro Gozi ed Enrico Morando.

Accelerazione sugli investimenti in opere pubbliche e riqualificazione energetica dei condomini attraverso un'estensione dei bonus fiscali. Sono queste le due leve per spingere sul Pil indicate dal ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, in un'intervista al Sole 24 Ore in cui parla anche di "un patto con il presidente Renzi, il ministro dell'Economia Padoan e con il Ragioniere generale Daniele Franco" per mettere a disposizione delle opere cantierabili tutte le disponibilità di cassa necessarie "oltre i tendenziali previsti" per il Fondo sviluppo e coesione (Fsc).
Quello sul Pil "ammetto che non è un bel dato", afferma Delrio. "Ma i conti si fanno alla fine e i dati che abbiamo sul trimestre estivo sono confortanti quanto a turismo e traffico passeggeri".
"Per fare crescita rapidamente", aggiunge, "è necessario estendere l'azione di ciò che ha funzionato bene finora, a partire dai bonus fiscali per l'efficientamento energetico.
Dobbiamo passare dalla scala micro a quella del condominio. E' il nostro maggiore impegno per la legge di bilancio".
Dopo "il D-Day" di mercoledì scorso che ha ripartito 28 miliardi di Fsc, Delrio entra nel dettaglio delle opere che possono portare a una spinta alla crescita. Dalla continuità dei lavori per il Brennero e il Terzo valico, al settore ferroviario: "Non dimentichiamo la spesa per manutenzione che sta facendo Rfi-Fs. Rfi nel 2014 ha pagato investimenti per 2,8 miliardi. Nel 2015 ha fatto un salto del 30% e un altro salto del 30% lo farà quest'anno quando dovrebbe raggiungere i 4 miliardi di spesa. Nel 2017 dovranno arrivare a 4,5 miliardi.
Un'altra novità delle decisioni del Cipe di mercoledì scorso è l'approvazione del contratto di programma Rfi 2016. Avranno subito le risorse a disposizione grazie alla semplificazione che abbiamo introdotto". "C'è un pacchetto di opere autostradali sbloccate anche dalle decisioni di mercoledì. Per esempio la terza corsia Venezia-Trieste delle Autovie venete che vale 450 milioni". Poi ci sono le città. "Abbiamo varato un primo stralcio da 1,3 miliardi per il piano metropolitane con interventi a Torino, , Napoli, Catania, Palermo. Abbiamo messo a disposizione 2,1 miliardi aggiuntivi per le ferrovie regionali concesse fra cui cito la Roma-Lido e la Roma-Viterbo, oltre ai 300 milioni per la sicurezza. Un'altra novità arriva con il miliardo che servirà ad avviare la Rosco (Rolling Stock Company), la società che centralizzerà gli acquisti di treni e autobus anche per Regioni e comuni".
Intervista a Graziano Delrio: Ora infrastrutture e riqualificazione dei condomini - Il Sole 24 Ore (file PDF)»
Intervista a Graziano Delrio: Flessibilità UE per 5 anni - QN (file PDF)»»

Enrico Morando"Non abbiamo bisogno di uno zero virgola qualcosa per rilanciare la crescita ma di uno choc positivo, come dicono gli economisti, a partire proprio dal Sud". Ne è convinto Enrico Morando, viceministro dell'Economia, intervistato dal Mattino. I dati Istat sul Pil, dice, "non sono buoni, ma aspetterei a definire irraggiungibile l'1% di crescita a fine anno".
"Contesto il giudizio secondo cui si sarebbe esaurita la funzione positiva delle che abbiamo realizzato", sottolinea. "Anzi, vedo nei dati dell'occupazione la dimostrazione del contrario. Le strutturali stanno funzionando anche se in alcuni comparti gli effetti non sono ancora quelli desiderati: penso alla Buona scuola che è un enorme investimento sul cambiamento del sistema di istruzione ma i cui effetti vedremo nel lungo periodo se la riforma non sarà stravolta. E anche gli 80 euro: chi dice che non hanno fatto crescere i consumi nega una verità". "Il vero problema è che pur avendo favorito una certa ripresa non abbiamo ancora un volume adeguato di investimenti privati".
"E' chiaro che il superammortamento limitato com'è ora al 2016 o un credito d'imposta per gli investimenti con l'attuale modesta dotazione finanziaria abbiano bisogno di essere irrobustiti. Il primo va prorogato anche per negli anni futuri e il credito d'imposta deve poter contare su maggiori risorse e su un meccanismo che non consideri solo la dimensione dell'impresa".
Per Morando va perseguito anche il ripristino della decontribuzione piena per le nuove assunzioni al Sud, mentre tra le altre ipotesi allo studio c'è il rilancio dell'edilizia.
"Dobbiamo confermare da un lato gli incentivi per le ristrutturazioni e il risparmio energetico, dall'altro adottare misure che permettano a questi incentivi di essere applicati anche ai grandi condomini costruiti negli anni 60 e 70 nelle medie e grandi città ai quali le detrazioni Irpef sono estranee a causa della presenza di troppi nuclei familiari incapienti verso l'Irpef stessa". E poi "stiamo studiando misure più robuste per aggredire il problema delle famiglie in povertà assoluta che nel Mezzogiorno sono maggiori che nel resto del Paese. Mi riferisco all'esigenza di dotare l'Italia - ecco un'altra riforma strutturale - di uno strumento universale di protezione delle famiglie povere a partire da quelle dove ci sono bambini. Anche per questa iniziativa la Legge di bilancio potrebbe essere la risposta più immediata".
Intervista a Enrico Morando: Serve uno choc positivo a partire dal Sud - Il Mattino (file PDF)»
Intervista a Enrico Morando: Avanti con pensioni e contratti - QN (file PDF)»

"Tutti abbiamo constatato che nel Regno Unito i fautori della Brexit non avevano un piano per gestire la propria vittoria. In Italia una eventuale vittoria del No presenterebbe le stesse caratteristiche: non voglio sembrare catastrofista, ma è evidente che lo schieramento dei contrari alla riforma il giorno dopo non saprebbe cosa diavolo fare. In ogni caso, sono convinto che non correremo questo rischio, perché gli italiani vogliono la riforma. Tornando ai giornali esteri, è evidente che il risultato del referendum ha un rilievo molto significativo sul piano economico. Il governo ha un piano per gestire la vittoria del Sì e consiste nel rilancio della sua strategia riformista". Così il viceministro dell'Economia, Enrico Morando, in una intervista al Corriere della Sera.
Intervista a Enrico Morando: Per spingere l'economia il defict deve salire oltre il 2% - Corriere della Sera (file PDF)»»

Sandro Gozi "La situazione è più negativa del previsto non solo per l'Italia, ma per tutta l'Unione. Anche in Francia i numeri sono peggiorati per cui non si può parlare di eccezione italiana e d'altra parte l'Italia non chiede eccezioni". Lo dice a Repubblica il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, confermando che l'Italia chiederà maggiore flessibilità a Bruxelles per impostare una manovra espansiva in risposta al calo del Pil.
I fattori che l'Italia cercherà di far valere nelle trattative con la Ue saranno "la Brexit, il terrorismo e la crisi dei migranti. Inoltre c'è un nuovo contesto geopolitico che ha determinato un peggioramento della situazione a livello globale", sottolinea. Sul fronte interno "si confermano le nostre priorità, lavorare sulle e sugli investimenti per recuperare produttività, riduzione della pressione fiscale e lotta alla disoccupazione".
"Secondo noi la riforma del bilancio varata a luglio, la revisione della spesa, la responsabilizzazione delle amministrazioni e le privatizzazioni ci aiuteranno a raggiungere gli obiettivi prefissati e mantenere gli impegni", precisa Gozi.
In Europa, in vista del summit di Bratislava, le priorità italiane sono "rafforzare la politica degli investimenti allungando fino al 2019 il piano Juncker e dandogli una dimensione transfrontaliera in modo da incidere davvero sulla crescita con grandi progetti legati digitale o infrastrutture.
Quindi rafforzare la lotta alla disoccupazione giovanile. Poi Erasmus e il servizio civile Ue". "E' poi vitale che a Bratislava e nei successivi vertici di ottobre e dicembre i leader diano una risposta concreta alla Brexit proprio su crescita, giovani, sicurezza, migranti e nuova politica dello Stato di diritto e delle libertà fondamentali".
Intervista a Sandro Gozi: Flessibilità necessaria – La Repubblica (file PDF)»


"La flessibilità? Per la crescita serve altro. Senza un vero piano di investimenti, l'Europa rischia di perdere un altro decennio". Lo afferma Jean-Paul Fitoussi, storico economista della gauche francese e docente all'istituto di studi politici di Parigi e alla Luiss di Roma, in una intervista alla Stampa. E del Pl fermo nel secondo trimestre dice: "L'intera Eurozona è cresciuta dello 0,3%, non ci sono differenze significative tra un Paese e l'altro. La Francia non va meglio dell'Italia, la Germania cresce, anche se meno di quanto ci aspettassimo, perché rispetto agli altri ha beneficiato maggiormente della moneta unica. Questi dati ci dicono che l'Europa ha un problema, e non lo ha risolto: la politica fiscale, negli ultimi cinque anni, è stata profondamente sbagliata". Quindi avverte che, oltre alla flessibilità, "all'Europa serve altro: un massiccio piano di rilancio per evitare di perdere un altro decennio. Siamo davanti a un rischio serio, non c'è alcun motore di sviluppo. Non credo ai miracoli, senza impulsi la crescita non arriverà". E giudica iI piano Juncker "troppo modesto. Se ho la febbre, devo prendere una medicina vera", "l'Europa si trova di fronte a problemi gravissimi, che però possono trasformarsi in opportunità importanti". Inoltre evidenzia che "il problema del lavoro non è più una questione di riforme, ma di rilancio dell'economia, di investimenti. Bisogna trovare il modo per far aumentare i salari. Da troppo tempo la gente è disperata perché non vede nessun miglioramento, anzi, assiste a un deterioramento continuo. Basta". 
Intervista a Jean Paul Fitoussi: Renzi chieda 15 miliardi a Bruxelles - QN (file PDF)»
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