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Brexit

Scritto da Beppe Sala, Fabrizio Barini, Patrizia Toia, Emanuele Fiano, Stefano Facchi.

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Riportiamo alcune interviste inerenti l'esito del referendum sull'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea.

Sergio Mattarella: Nuova Europa, fare in fretta - La Stampa (PDF)»»
Giorgio Napolitano: Un azzardo sciagurato, ora l'integrazione - Il Corriere della Sera (PDF)»»
Romano Prodi: L'austerità dei tedeschi ha rovinato la politica europea - Il Mattino (PDF)»»
Martin Schulz: I leader smettano di dare la colpa all'Europa di tutti i mali - La Stampa (PDF)»»
Jean Paul Fitoussi: E' un no all'austeruty - L'Unità (PDF)»»

Qui di seguito alcuni commenti:

Beppe Sala: In sé è chiaro che non è una buona notizia per l'Europa, però può essere un'opportunità per Milano. A mio parere ci saranno istituzioni finanziarie e head quarters di grandi gruppi che avranno difficoltà a rimanere a Londra e quindi cercheranno di localizzarsi in altri modi in Europa. E Milano può essere un territorio di opportunità. Adesso bisogna capire cosa si può fare. Potremmo trovare formule per favorire questa rilocazione che vorrebbe dire occupazione, lavoro, prestigio, economia e anche una maggior visibilità alla nostra città. Intervento di Beppe Sala sul Corriere (PDF)»»

Fabrizio Barini: Ha vinto la Brexit, l'Europa politica entra in un territorio inesplorato. Ma i grandi cambiamenti generano anche grandi opportunità. Milano ha tutti i requisiti per prendere il posto della City di Londra come piazza finanziaria di riferimento in Europa. In occasione dell'incontro elettorale con la comunità finanziaria, Beppe Sala si era impegnato con gli operatori del settore a rafforzare il ruolo della Borsa di Milano e a stimolare un'azione del Governo per lo sviluppo del mercato dei capitali. La città offre spazi, infrastrutture e competenze per accogliere gli operatori in fuga da Londra. Lavoriamo subito per costruire un progetto di "accoglienza" che può rappresentare una delle più grandi opportunità di sviluppo di Milano degli ultimi 30 anni.

Patrizia Toia: E' con grande preoccupazione, soprattutto per i giovani che ne pagheranno le conseguenze, che accogliamo il risultato del referendum britannico. Ha vinto la propaganda euroscettica fatta di menzogne e xenofobia. Una propaganda che ha 'incantato' le persone, facendo leva sui reali bisogni e sui problemi irrisolti, che saranno ancor più gravi in una piccola Gran Bretagna isolata e che peggioreranno la condizione di coloro che sono già i meno tutelati. Ora bisogna imparare la lezione. L'Europa deve parlare al cuore delle persone, non solo al portafoglio o al mercato, deve tornare ad essere un progetto di valori e di ideali, non solo un sistema economico, che a volte sembra comprensibile solo alle élites urbane ed intellettuali. L'Europa è nata per essere un progetto popolare e di inclusione. Per recuperare questo spirito e questa forza deve essere chiaro che ora i negoziati per l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue devono procedere di pari passo con una nuova fase costituente che sia più inclusiva possibile.

Emanuele Fiano: In Brexit c'è dentro un fallimento. Noi dobbiamo continuare a credere nell'Europa e dobbiamo cambiarla. Serve un'Europa più giusta oppure ci saranno altre Brexit. Berlino ascolta, la storia ti insegni.

Stefano Facchi: Adesso alcuni dei più strenui difensori della nostra Costituzione come bene immutabile, che su questo assunto costruiscono una accesissima campagna a sostegno del NO al referendum confermativo di ottobre, ci diranno che bisogna assolutamente modificala perchè non consente, nel nostro paese, un referendum come quello appena celebrato in Inghilterra. Io, convinto sostenitore del SI, ritengo invece che su questo aspetto abbia ragione la nostra carta e non sono affatto sicuro che quanto andato in scena nel Regno Unito sia un momento di vera democrazia.

Mappa del voto in Gran Bretagna (cliccare sull'immagine per ingrandire):
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