Le divisioni del centrodestra e i progetti per le città
Intervento a Radio Lombardia.
Sul centrodestra a Roma, non credo che il tema sia lo scontro tra leader rampanti e Berlusconi ma penso che ci siano due centrodestra: uno che guarda di più al Partito Popolare (come ad esempio Forza Italia) e poi ce n’è uno che guarda alla Le Pen e a quelle esperienze che in Italia si traducono in Casa Pound e altre forze neofasciste.
Questo scontro si è esplicitato a Roma. A Milano questa problematica è stata nascosta dal centrodestra sotto al tappeto e ogni tanto riemerge quando si discute di moschee o di sicurezza.
L’impressione, quindi, è che a Milano il centrodestra stia insieme perché ambisce a vincere le elezioni e a sconfiggere la sinistra.
L’impressione, quindi, è che a Milano il centrodestra stia insieme perché ambisce a vincere le elezioni e a sconfiggere la sinistra.
Personalmente, non penso che ci si possa candidare alle elezioni con il solo proposito di sconfiggere gli avversari ma perché si ha un programma e un progetto comune per la città. A Milano, il progetto comune del centrodestra non riesco a vederlo: ogni volta che Parisi ha provato a dire delle cose, è sempre intervenuto Salvini a spiegare che quei progetti non andavano bene. Dopo l’ultimo scontro, Parisi ha smesso di fare proposte e si limita a dire solo che il centrosinistra ha governato male, senza più chiarire cosa vuol fare il centrodestra. Forse hanno qualche problema a dirci cosa vogliono fare perché anche su questioni fondamentali, come ad esempio la sicurezza o le periferie, hanno delle differenze di vedute al loro interno.
Anche la discussione che viene riproposta continuamente su Expo, il fatto che si cerchi di alimentare dei sospetti o cercare degli inciampi significa che non si hanno idee per Milano.
Negli ultimi 5 anni, a mio avviso, Milano si è rilanciata sotto tanti aspetti: si è migliorato il trasporto pubblico, Area C ha comportato la diminuzione di 40.000 accessi automobilistici in città; oppure la riqualificazione della Darsena e di Piazza Gae Aulenti. La città di Milano è diventata un’attrazione europea. Tutti quando vengono a Milano trovano che sia una città straordinaria.
Sul commercio sono state fatte molte cose, compreso l’affrontare i problemi irrisolti da oltre 20 anni come la situazione di via Paolo Sarpi o lo spostamento di alcuni mercati.
Resta il problema di sistemare il degrado di alcune periferie e il centrosinistra ci sta lavorando, soprattutto sui quartieri con case di proprietà del Comune. Il problema, infatti, è che in quei quartieri si trovano le case popolari di proprietà di ALER, azienda gestita da sempre dal centrodestra, con amministratori nominati da Regione Lombardia. Le persone che oggi stanno dietro a Parisi, sono le stesse che hanno governato l’ALER e che hanno portato i quartieri popolari nel degrado che vediamo anche oggi.
Le case popolari di proprietà del Comune di Milano sono state tolte dalla gestione di ALER e sono state affidate ad MM proprio per dare un segnale netto del fatto che bisognava migliorare e cambiare la gestione.
Molte delle cose che sono da fare, però, necessitano di risorse pubbliche e private ma i soldi pubblici non possono arrivare solo dal Governo nazionale, che oltretutto ne ha messi molti anche per gli alloggi con la legge sull'emergenza abitativa.
Pensare che - come afferma il centrodestra - si possano eliminare tutte le fonti di entrata (a partire da Area C) è più una mossa elettorale che non una proposta vera.
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