La sconfitta in Liguria
Articolo di Stefano Facchi.
La sconfitta in Liguria è molto più pesante di quanto non dicano le percentuali.
È vero, si è perso di misura, per poche migliaia di voti. Ma si è perso contro un centro destra diviso e lacerato: basta considerare che, nel regno di Scajola, è andato a votare soltanto il 36% degli elettori.
Il PD ottiene un ottimo risultato, ma appare contornato da cespugli ben poco significativi. Solo l'alleanza Verdi Sinistra ottiene un buon risultato; per il resto è un vero disastro.
A cominciare dai Cinque Stelle che, alla tradizionale pochezza nelle elezioni amministrative, sommano la folle stupidità di uno scontro Conte vs Grillo proprio a urne aperte, con il fondatore, popolarissimo in Liguria, che non è neppure andato a votare.
Abbiamo molto da lavorare, consapevoli del fatto che da soli, al di là del nostro buon risultato, non ce la possiamo fare: vale a livello locale come per quello centrale. Bisogna, con pazienza, lavorare per unire facendo cadere veti e barriere.
E dobbiamo saper parlare a quella larga fetta di elettorato che era nostro e che oggi no si reca più al voto.
La sconfitta in Liguria è molto più pesante di quanto non dicano le percentuali.
È vero, si è perso di misura, per poche migliaia di voti. Ma si è perso contro un centro destra diviso e lacerato: basta considerare che, nel regno di Scajola, è andato a votare soltanto il 36% degli elettori.
Il PD ottiene un ottimo risultato, ma appare contornato da cespugli ben poco significativi. Solo l'alleanza Verdi Sinistra ottiene un buon risultato; per il resto è un vero disastro.
A cominciare dai Cinque Stelle che, alla tradizionale pochezza nelle elezioni amministrative, sommano la folle stupidità di uno scontro Conte vs Grillo proprio a urne aperte, con il fondatore, popolarissimo in Liguria, che non è neppure andato a votare.
Abbiamo molto da lavorare, consapevoli del fatto che da soli, al di là del nostro buon risultato, non ce la possiamo fare: vale a livello locale come per quello centrale. Bisogna, con pazienza, lavorare per unire facendo cadere veti e barriere.
E dobbiamo saper parlare a quella larga fetta di elettorato che era nostro e che oggi no si reca più al voto.