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Vogliono riscrivere la Storia per cancellare le loro colpe

Scritto da Antonio Surati.

Antonio Surati, l'autore della trilogia di M. sul duce e i crimini commessi dal fascismo, non sembra stupito dall'ultima polemica legata alle parole del presidente della Commissione cultura alla Camera di Fratelli d'Italia, Federico Mollicone, che ha attaccato le sentenze sulla strage di Bologna del 2 agosto 1980 (85 morti e oltre 200 feriti). "L'obiettivo di parte della magistratura - ha detto l'esponente di FdI - è stato quello di accreditare il teorema per cui nel Dopoguerra gli Usa, con la loggia P2, il neofascismo e persino l'Msi avrebbero, con la strategia della tensione e le stragi, condizionato la storia repubblicana".
"In una democrazia la storia la scrivono i popoli quando la vivono, gli storici, i magistrati che conducono le inchieste sui fatti più importanti della vita di un Paese, gli intellettuali con la forza delle parole - commenta lo scrittore in una intervista a Repubblica -. Quando, invece, un ceto politico di governo pretende di riscrivere i fatti a suo vantaggio, quel metodo non potrà mai dirsi democratico. Quanto al merito, l'ho detto spesso insieme ad altri, mi pare che il gruppo dirigente che governa in questo momento abbia il neofascismo nella sua biografia politica. E non credo che faccia nulla per nasconderlo, anzi". Cosa avrebbe dovuto fare la destra subito dopo aver conquistato il potere? "Aveva davanti a sé due strade. La prima era un processo pubblico di revisione della propria storia politica, recidendo un legame con il passato neofascista. È quello che la democrazia richiede a chi si propone come nuova classe dirigente alla guida di un Paese. La seconda strada era quella di riscrivere la storia occultando le proprie colpe. E mi pare che è quello che sta accadendo.
I fatti di queste ultime ore lo dimostrano ampiamente". Cosa dimostrano? "Che stanno sistematicamente cercando di cancellare la violenza dalla storia del fascismo e dell'eversione neofascista. Violenza omicida e stragista che è parte integrante, connaturata proprio all'essenza di quei movimenti. In questo modo portano avanti un'operazione menzognera, offensiva per la memoria delle vittime di quella violenza. E ogni volta che questo succede, e purtroppo succede spesso, dichiarano implicitamente la loro complicità con quella storia che proprio non riescono a rinnegare", "siccome non hanno l'onestà intellettuale e il coraggio politico di riconoscersi in quella storia apertamente, tentano semplicemente di riscriverla a loro favore. Dimenticando che quelle ombre sono nere come le tenebre. E macchiate del sangue di tante, troppe, vittime innocenti. Semplicemente, la violenza non si può togliere dalla narrazione del fascismo e dei movimenti politici nati dalle sue ceneri. Fin dalle origini, dall'assalto alla sede dell'Avanti nell'aprile del 1919 con diversi morti, alle azioni squadristiche durante il regime e alla sistematica ricerca di nemici, anche al di fuori dall'Italia, durante la Seconda guerra mondiale. Per non parlare della repressione nei confronti degli ebrei italiani. Ma come si fa a trovare giustificazioni a tutto questo?".
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