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Green deal e mondo produttivo: un unico futuro

Scritto da Patrizia Toia.

Articolo di Patrizia Toia.

In questi ultimi anni, un po’ solitariamente per la verità, ho sviluppato e approfondito il nesso e il legame indispensabili tra la riconversione ambientale e la competitività del sistema produttivo.
Ho sempre difeso la strategia del Green Deal, che esprime la lungimiranza di una visione europea di lotta al cambiamento climatico attraverso le politiche di intervento sulla mobilità, sul riscaldamento e raffreddamento delle abitazioni e sul funzionamento del sistema produttivo, pur in un eccessivo quadro di regolamentazione (come nel Fit for 55).
Spesso mi sono sentita sola perché il mainstream è stato a lungo quello del primato assoluto dell’ambiente e di una rappresentazione del mondo produttivo come un problema, una arretratezza o, comunque, un freno.
Oggi le cose cambiano e per fortuna oggi si comprende che non c'è risultato positivo nel raggiungimento degli obiettivi ambientali senza il concorso delle imprese, come protagoniste e fornitrici delle tecnologie indispensabili e come realtà che si modificano, si riconvertono, cercano obiettivi più virtuosi e investono in questa direzione.
Oggi politiche ambientali e politiche industriali si devono “tenere insieme” e insieme devono “tenere” anche il tema del lavoro o, meglio, dei lavoratori e delle lavoratrici, la loro preparazione, la loro riconversione, la loro valorizzazione e formazione di apprendimenti specifici e generali, di sviluppo di competenze, di creazione di nuove capacità e skills.
La centralità del capitale umano non è solo una risposta al rischio di riduzione delle possibilità di lavoro, è anche la necessità che a guidare e sviluppare questa grande fase di cambiamento e di riconversione siano i lavoratori e le lavoratrici preparati e adeguati.
Ciò che manca oggi nelle imprese, infatti, sono proprio i lavoratori e le lavoratrici formati e pronti a questa rivoluzione di un processo di cambiamento epocale.
Oggi la segretaria del PD Elly Schlein chiede un piano industriale e di investimenti comuni a livello europeo come una delle priorità.
Oggi i verdi europei chiedono alla Presidente della Commissione un grande piano di investimenti per l'industria verde.
La decarbonizzazione è possibile, non è un'utopia.
Occorrono sempre più tecnologie innovative, ricerche e concentrazione di risorse nelle innovazioni produttive.
Occorrono molti investimenti e questi non possono che essere europei, come europea deve essere la visione programmatica e la regia.
Occorre anche un grande piano di intervento sulla formazione, che deve essere sempre più innalzamento delle competenze e primato delle capacità.

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