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Abbiamo un nuovo Piano Socio-sanitario

Scritto da Carlo Borghetti.

Articolo di Carlo Borghetti.

Il nuovo Piano Socio-Sanitario Regionale 2024-2028 (PSSR) è stato approvato ieri notte coi soli voti della maggioranza di destracentro che governa la Regione Lombardia. Abbiamo incredibilmente atteso 10 anni dalla scadenza del precedente Piano per averne uno nuovo, nonostante gli obblighi di legge: purtroppo però, nonostante i noti problemi della sanità lombarda, il nuovo PSSR si pone in totale continuità con quanto la Regione ha fatto (e non ha fatto) fino ad oggi, senza alcuna autocritica, senza indicare chiare priorità, senza dire i tempi entro cui raggiungere gli obiettivi, senza prefigurare le coperture economiche degli obiettivi: è questo un Piano?
Abbiamo risposto (e votato) NO. Il PD aveva lavorato nelle Commissioni facendo proposte precise (oltre 160 tra emendamenti ed ordini del giorno), ma di fatto si è visto approvare ben poco poco poco, e soprattutto non ha avuto ascolto su proposte qualificanti e determinanti: la valorizzazione del personale, la definizione dei nuovi modelli di servizi territoriali, la centralità della prevenzione, la valorizzazione del Terzo settore e del no-profit, il governo degli erogatori convenzionati privati a scopo di lucro.
Pochi giorni fa il Crea, centro di ricerca nazionale indipendente, ha classificato la Lombardia alla 11esima posizione nel ranking sanitario delle Regioni italiane. La Giunta regionale ha recentemente fatto sapere che 7 tra Case e Ospedali di comunità perderanno i fondi europei, perché la programmazione non è stata rispettata. La governance della Sanità regionale, dopo ben 3 riforme, è pasticciata, come riconosciuto dai più: basti ricordare che la Lombardia è l’unica Regione italiana che non ha più le ASL, previste dalla norma nazionale. Ogni giorno arrivano segnalazioni di cittadini esasperati dalle liste d’attesa troppo lunghe per troppe prestazioni. Il famigerato Siss, programma informatico essenziale per il lavoro dei medici di base e per collegare i servizi del sistema, soffre di malfunzionamenti continui incredibili…
Potremmo continuare a citare altri fatti e parlare di tante altre cose che non funzionano, al di là di quello che ovviamente funziona -per il quale plaudiamo e ringraziamo ancora una volta tutti i professionisti della salute-, ma il punto è che la sanità lombarda non è complessivamente più l’eccellenza che fu, fatto salvo il personale: le cose che continuano da tanto tempo a non funzionare dipendono essenzialmente da precise scelte politiche di chi governa la Regione da così tanti anni. Il nuovo PSSR non ne ha preso atto, e continua su una strada che ha invece bisogno di una sferzata, perché le domande che ho posto in Aula ieri non hanno avuto una sola parola di risposta, nè dai Consiglieri della maggioranza nè dalla Giunta: vuole questa Regione credere ancora al servizio sanitario universalistico, efficiente e disponibile per tutti, anche per chi non può pagarselo? Vuole superare l’idea che la sanità a pagamento è un destino ineluttabile? Crede ancora al servizio pubblico? Nessuna risposta.
Noi continuiamo la raccolta firme sulla nostra proposta di legge popolare per una nuova Sanità in Lombardia, che a oggi ha superato le 50mila firme certificate.

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