La tragedia nel cantiere Esselunga di Firenze
Articolo di Silvia Roggiani.
La tragedia nel cantiere Esselunga di Firenze di venerdì scorso poteva essere evitata: è questa la triste verità che lascia una rabbia indicibile.
Una tragedia che ha coinvolto otto operai, uccidendone cinque. Una tragedia che racconta ancora una volta tutto quello che non va nei cantieri italiani e che si aggiunge alla terribile lista di incidenti che continuiamo a raccontare e sembrano purtroppo non finire.
Quattro vittime vivevano a Palazzolo sull'Oglio, in provincia di Brescia e come ogni mattina, prima dell'alba, erano saliti sui camion per un viaggio di centinaia di chilometri per andare a lavorare.
C’è un dato che deve farci riflettere: se fossero state estese al privato le tutele che valgono per gli appalti pubblici, l’azienda non avrebbe potuto lavorare come Committente del cantiere.
La logica del subappalto è quella del massimo ribasso: l’azienda che ha ottenuto la commessa delega parti dell’opera ad altre ditte, che realizzano il lavoro subappaltando a loro volta l’intervento ad altri soggetti, così avanti a cascata. Risparmi sulla qualità, lavoro nero e norme di sicurezza ignorate.
Mi stringo anche io alle famiglie delle vittime e mi unisco agli appelli della nostra Segretaria Elly Schlein al Governo: lavoriamo insieme affinché tragedie come questa non possano più accadere. Non è accettabile che nel decreto Calderone sulla sicurezza e la lotta al lavoro nero spunti l’ennesimo condono, sarebbe uno schiaffo intollerabile.
Vanno previsti più controlli e va subito messo un freno alla vergogna dei subappalti a cascata. La destra deve capire che non possiamo estendere quel modello al pubblico, anzi dobbiamo fare l’opposto: estendiamo le tutele previste nel codice degli appalti pubblici al privato. Solo in Lombardia nel 2023 sono stati 172 i morti sul lavoro e 109.849 gli infortuni.
Più tutele, più diritti e più sicurezza sono una necessità irrimandabile.
La tragedia nel cantiere Esselunga di Firenze di venerdì scorso poteva essere evitata: è questa la triste verità che lascia una rabbia indicibile.
Una tragedia che ha coinvolto otto operai, uccidendone cinque. Una tragedia che racconta ancora una volta tutto quello che non va nei cantieri italiani e che si aggiunge alla terribile lista di incidenti che continuiamo a raccontare e sembrano purtroppo non finire.
Quattro vittime vivevano a Palazzolo sull'Oglio, in provincia di Brescia e come ogni mattina, prima dell'alba, erano saliti sui camion per un viaggio di centinaia di chilometri per andare a lavorare.
C’è un dato che deve farci riflettere: se fossero state estese al privato le tutele che valgono per gli appalti pubblici, l’azienda non avrebbe potuto lavorare come Committente del cantiere.
La logica del subappalto è quella del massimo ribasso: l’azienda che ha ottenuto la commessa delega parti dell’opera ad altre ditte, che realizzano il lavoro subappaltando a loro volta l’intervento ad altri soggetti, così avanti a cascata. Risparmi sulla qualità, lavoro nero e norme di sicurezza ignorate.
Mi stringo anche io alle famiglie delle vittime e mi unisco agli appelli della nostra Segretaria Elly Schlein al Governo: lavoriamo insieme affinché tragedie come questa non possano più accadere. Non è accettabile che nel decreto Calderone sulla sicurezza e la lotta al lavoro nero spunti l’ennesimo condono, sarebbe uno schiaffo intollerabile.
Vanno previsti più controlli e va subito messo un freno alla vergogna dei subappalti a cascata. La destra deve capire che non possiamo estendere quel modello al pubblico, anzi dobbiamo fare l’opposto: estendiamo le tutele previste nel codice degli appalti pubblici al privato. Solo in Lombardia nel 2023 sono stati 172 i morti sul lavoro e 109.849 gli infortuni.
Più tutele, più diritti e più sicurezza sono una necessità irrimandabile.
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